Capitolo 8 (parte 2)

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IL TEMPO STRINGE

Pigneridel

Confederazione europea, anno 2027

Seguì Rowan restando sempre un passo indietro, non osando affiancarlo per rivolgergli la parola. Rimase in silenzio e memorizzò il percorso che seguirono per giungere alla loro meta. La casetta di Rowan era schiacciata tra altre due, costruita in pietra, con gli archi sopra le finestre e le porte fatti in mattone. La porta d'ingresso era di un bel verde acqua e spiccava tra le altre. Un glicine sfiorito si arrampicava su un balconcino al secondo piano.

- Che carina- commentò un po' per dire qualcosa un po' per rompere quel silenzio in cui erano piombati sempre di più. Rowan le sorrise, tirò fuori le chiavi, aprì e le fece segno di entrare.

Ambra fece qualche passo circospetto nel corridoio poco illuminato della casa. Si sentiva un'intrusa e non sapeva bene come muoversi. Sentì la mano di Rowan sulla schiena, pronta a guidarla. Si sorprese per quel tocco così confidenziale da una parte è così leggero dall'altra. Si lasciò spingere attraverso l'ingresso studiando ogni particolare, sbirciando oltre le porte.

Era sempre stata curiosa di conoscere le case delle persone, perché rispecchiano molto della personalità di qualcuno e spesso dicono molto più di quello che il loro padrone dimostra da solo. Si accorse che per quanto fosse passato solo poco tempo da quando si erano trasferiti, l'appartamento aveva già un suo carattere molto particolare. Gli ambienti erano divisi in tanti spazi piccoli, come le case di una volta, ma la mobilia era moderna, colorata e perfettamente inserita in quel contesto più rustico. Sbirciò la cucina: mobili rossi e arancioni, tende leggere, tavolo per quattro con un vaso di fiori secchi in bella mostra; era un ambiente carino e arioso. Alla fine del corridoio, si aprì il salotto. Era forse la stanza più grande, un'unica lunga finestra si apriva su una via secondaria e lasciava entrare un po' di luce. Un divano verde correva lungo il muro, sovrastato da una libreria piena che subito l'attirò. Rowan però non le concesse di raggiungerla. Superarono un tavolino di vetro, un mobile, la tv. Raggiunsero la scala che il ragazzo le indicò. Salì al piano superiore sempre un po' in imbarazzo ma anche sempre curiosa. Il secondo piano era più luminoso del primo. I pavimenti erano ricoperti di moquette azzurra, impossibile da pulire, ma incredibilmente linda. Per fortuna si era tolta le scarpe già all'entrata, così poté camminare tranquilla sul pavimento morbido. Intravide una stanza con un grande letto matrimoniale, sui toni del viola, piena di peluche, soprammobili e ninnoli di ogni genere. Fece una faccia stupita. - Di chi è quella camera? - chiese troppo curiosa per trattenersi. Rowan dietro di lei sospirò, quasi in modo esasperato, si fermò prese la biro, - Libeth...- scrisse. Ambra si lasciò scappare una risata.

- Davvero? - chiese e il ragazzo annuì sconsolato, nascondendo un sorriso. La superò e la guidò per gli ultimi gradini, tre di numero.

Entrarono nella sua stanza, che era su un livello diverso rispetto a quella di Libeth, e aveva anche tutta un'altra impronta. Al contrario del resto della casa, la camera di Rowan non le comunicava nulla, era vuota. Ciò che la riempiva erano oggetti privi di storia, senza carattere.

Si chiese, guardando il ragazzo, che razza di adolescente fosse uno che non aveva mezzo poster, mezzo libro, e nemmeno una console di videogiochi. Un unico dettaglio l'attirò, ed era sul comodino: un'antica penna lunga e dai colori screziati dal nero al panna. Era una penna per scrivere, sporca di inchiostro. Si chiese che cosa potesse significare. Sorrise a Rowan e si affacciò alla finestra della porta che dava sul balcone.

- È una casetta davvero carina- disse e lui si strinse nelle spalle sedendosi sul suo letto, perfettamente rifatto.

- Ma... tu e tua mamma siete da soli? Oppure c'è anche tuo padre? - chiese per fare un po' di conversazione. Rowan la squadrò con uno sguardo severo, e lei temette di aver detto qualcosa di sbagliato, ma non poteva sapere che l'argomento toccasse Rowan negativamente.

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