Capitolo 3 (parte 2)

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VERSO IL VARCO

Montargis, Francia

Anno del Signore 1427

Il Delfino arrivò dopo pochi giorni di attesa e preparativi. Il giovane principe venne accolto da grida festanti e corone di fiori secchi ed erbe di campo, dal suono gioioso delle campane del campanile della città, ma soprattutto, da un'ondata di speranza, dipinta sui volti di tutti. Sia i soldati sia i civili si abbandonarono alla festa per cercare di dimenticare le tragedie. Eppure, nel castello, i comandanti francesi non avevano smesso le loro cotte, né le loro spade.

De Dunois aveva trovato un modo per convincere il Delfino a raggiungerli nella sala delle armi, dove stavano tenendo un consiglio. Solo La Hire non si era presentato. Probabilmente si era dimenticato della riunione, perso tra il vino e le donne.

Rowan era teso, pronto a partire, attendeva solo che gli venisse concesso un ordine regale. Aveva già incontrato gli altri Viaggiatori, tutto era stato preparato.

Sospirò appoggiato al muro, a debita distanza dai ministri regali, silenzioso come sempre. Ascoltava le parole concitate di quei grandi uomini con poca attenzione, limitandosi a studiarne le figure. L'erede al trono di Francia era colui che di più lo interessava. Era la prima volta che lo vedeva da vicino. Sebbene avesse udito molte voci e molti racconti dai suoi commilitoni e dal Capitano, non aveva mai saputo immaginarselo. Ma ora che l'aveva davanti, riusciva a capire il perché di quelle storie.

Il futuro re era un uomo giovane, poco più vecchio di lui, affabile, sincero e generoso, gli sembrava un grande uomo da servire. Tuttavia non avrebbe mai potuto far parte della sua cerchia.

Nonostante fosse coraggioso ed onesto, il Delfino non sembrava aver mai avuto interesse per la guerra, o dimostrato abilità nell'uso delle armi, se non forse in torneo. Inoltre, il principe conservava quella sorta di presunzione e aria di superiorità tipica di tutti nobili. Anche per quella ragione, Rowan era felice di non dover occupare il posto di De Dunois.

Solo verso la conclusione della discussione tra nobili, Charles di Francia finalmente lo notò. Il Delfino si girò verso di lui con un sorriso gentile, invitandolo ad avvicinarsi.

- Dunque siete voi, colui che manderemo in missione per la salvezza del mio regno...- disse curioso scambiando uno sguardo con De Dunois.

Rowan non mosse un muscolo mentre il nobile principe lo squadrava da capo a piedi, con non meno cura di un proprietario di cavalli di fronte ad un giovane puledro selvaggio. Riuscì a trattenersi a stento dall'allontanarsi da quello sguardo.

- Sì, mio signore- rispose per lui il suo comandante, sorprendendo il re.

- Questo giovane così talentuoso davvero non conosce la parola?- osservò ancora più interessato il Delfino.

- Ha fatto voto di silenzio, mio signore- disse De Dunois al posto del suo scudiero. Il principe francese sorrise e poggiò un mano sulla spalla di Rowan, infrangendo ogni tipo di consuetudine.

- Non mi preoccupa, mi sembrate un giovane capace. Avete il mio permesso per partire, se questo gioverà alla Francia- disse. Il Delfino sembrava fare grande affidamento su De Dunois e Rowan, che era stato per anni scudiero del Capitano, godeva per ricaduta di parte di quella fiducia. Senza considerare che il principe francese era ben consapevole di quale ruolo stessero avendo i Cavalieri del Tempo nella preservazione del suo regno. Prima di lasciarlo, la giovane Maestà gli regalò un sorriso carico di aspettativa e speranza.

- Spero che la vostra missione sia un successo, che Dio vi benedica- disse come commiato il Delfino e poi si ritirò tra i suoi consiglieri.

Rowan si inchinò, sollevato nel vedere la figura del Delfino allontanarsi. Ora era libero di andare, non aveva aspettato altro per tutta la sera. Si congedò brevemente da De Dunois e infine uscì dal castello, nel buio della sera.

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