No doubt - Parte Seconda

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"Jason" fu infine la risposta, prevedibile, di Marshall. "Io... Sto cercando di rimettere le cose a posto con lui, e devo farlo per bene se lo voglio. Dunque... Non posso più avere... Rapporti sessuali con un altro. E correre quei rischi. Credo che tu possa capirlo."

"No che non posso" replicò Adam, che però non sapeva dare un seguito a quella negazione. "Non capisco affatto... Cosa è cambiato?"

Marshall ci pensò su, poi si sporse un poco sulla scrivania, verso di lui. Rifletté: "Io tengo a te davvero, Adam, tantissimo, ma... Come ho detto una volta, quella tra noi era solo lussuria. Non... non è nemmeno una relazione con delle prospettive qualunque, non è... Nulla. Io non posso mandare all'aria la storia con Jason per questo, semplicemente non posso. Ma poi, anche se fosse mai esistito qualche futuro... Non dico con te, ma con l'ipotetico 'amante' al tuo posto... Non credo che desidererei iniziare una nuova relazione subito dopo una rottura con Jason. No, è fuori discussione. Dunque, da ogni punto di vista la si guardi, la storia tra me e te... Non ha nessun senso, nessuna prosecuzione possibile. Non è razionale mandarla avanti. Questa è la conclusione a cui sono giunto."

Adam non capiva perché dovesse essere così deliberatamente freddo. Represse il nodo che aveva in gola per riuscire a parlare: "La verità è che ho smesso per una volta di comportarmi da cagnolino ubbidiente, e questo non ti è andato giù."

L'accusa era talmente imprevista che Marshall restò per qualche secondo a bocca aperta. Però non obiettò: non avrebbe avuto senso al momento, considerato qual era il suo scopo. Fece un cenno col capo. "Certo, se fossi stato più attento, più 'ubbidiente' come dici tu, forse avrei corso meno rischi, mi sarei preso meno spaventi..."

Fraintendendo la direzione di quel dialogo, Adam credette di cogliere in quello il punto e allora allungò disperatamente una mano verso le sue intrecciate sulla scrivania, le strinse. "Io ti assicuro che starò più attento! Te lo giuro! Non... Non farò più lo scemo rischiando di farti scoprire. Possiamo continuare a farlo, a vederci, se..."

"A fare cosa?" disse Marshall con una smorfia. "Sesso?"

L'espressione di Adam era talmente da cane bastonato che il suo capo vacillò.

Devo essere stronzo con lui.

"Toglimi una curiosità, Adam: secondo te, per quanto questa cosa avrebbe dovuto andare avanti?" insistette allora. In realtà, voleva davvero saperlo. Adam lasciò la sua mano, tramortito, e la fece arretrare mano a mano che l'uomo parlava. "In eterno? E se mi fossi lasciato con Jason, che ti aspettavi? Che sarei venuto a letto con te tutti i giorni? E allora, a quel punto, che saremmo stati? Tu non vuoi metterti con un uomo, non hai avuto un'intenzione simile per un solo istante. E allora, qual è il punto? Avrei continuato a scopare con te cercandomi intanto un nuovo compagno di vita, e poi avrei continuato a scoparti anche mentre stavo con lui, e... O forse piuttosto dovevo solo aspettare pazientemente che ti stancassi tu di questo gioco?"

"P-perché mi parli così? Io ho sempre cercato di comportarmi bene, con te..." rispose Adam esausto. Privo di forze, di energia anche solo per alzarsi da quella sedia. La mano che prima era stata su quelle di Marshall ora ricadeva morta tra le proprie gambe.

"Lo so. Lo so benissimo, Adam. Ma... vorrei che accettassi la mia decisione e basta, senza fare storie."

Con la testa vuota, pesante, Adam fissò le proprie ginocchia. Per un attimo, dimenticò di essere lì. Pensò che fosse tutto un sogno, che non avesse senso.

"Io non ti ho fatto niente" riuscì solo ad affermare.

"Mi dispiace. Non è colpa tua, lo sai. La responsabilità è interamente mia, ed è giusto che sia così" scandì Marshall. E lo pensava veramente.

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