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-Louis!- esclamò Christine risvegliandolo dai suoi pensieri.
Louis spense la fontana da cui stava versando l'acqua nel bicchiere (che ormai era travasato totalmente) e scosse la testa, asciugando il bicchiere e portandolo al tavolo giusto.
-Che pensi?- gli chiese la ragazza, bloccandolo per un braccio.
-Sono solo stanco e mi sono allucinato Daniel fuori la vetrin-- - Louis fu interrotto dalla porta che si apriva rivelando, appunto, Daniel.
-Lo vedi anche tu, vero? Non sto avendo allucinazioni- disse Louis andando quasi in iperventilazione.
-Certo- rispose Christine digrignando i denti.
Come osava tornare qui dopo quello che aveva fatto?
-Va' dietro al bancone, gli parlo io- ordinò Christine, spingendo Louis dietro di lei.
-Ma-- -
-Niente "ma", vai!-
-Sì, mamma- sussurrò Louis imitando la voce di un bebè e ridendo.

-Non sei più il benvenuto qua- sibilò Christine avvicinandosi a Daniel.
-Devo ridare questo a Louis- rispose Daniel cacciando il telefono dalle tasche.
-Puoi darlo a me- disse seccamente Christine.
-No, voglio darlo a lui. E poi, voglio anche chiedergli scusa.-
-Tu non parlerai con lui- rispose quasi divertita Christine, come se ridesse per la stupidità del ragazzo.
-Puoi impedirmelo?-
-Posso provarci.-
Daniel iniziò a ridere e Christine represse l'istinto di picchiarlo.
-Il problema è che io non voglio parlare con te- disse Louis apparendo da dietro Christine. Voleva apparire un duro, probabilmente, ma sembrava un gattino impaurito.
-Perché no?- chiese Daniel.
-Minchia, lo chiedi pure?- sibilò Christine, ridendo infastidita. Daniel le lanciò uno sguardo arrabbiato, ma tornò subito a guardare Louis con occhi di supplica.
-Perché hai tradito la mia fiducia, hai-hai... Daniel, grazie per il telefono, ma ora puoi andare- rispose Louis, prendendo il telefono e andandosene verso i tavoli che doveva servire. Alcuni clienti guardavano incuriositi, altri infastiditi e altri ancora inteneriti.
-Louis, ero ubriaco! Non rispondevo delle mie azioni!- disse Daniel seguendolo per la stanza, zigzagando tra i tavoli.
-Non incolpare l'alcol, per piacere. Lo avresti fatto lo stesso!-
-N-no!- borbottò l'altro ragazzo, dopo essere rimasto in silenzio per un po'.
-Ha esitato!- puntualizzò una bambina seduta a un tavolo vicino a dove stavano loro.
Avete presente gli sguardi che uccidono? Non sono niente in confronto a quello che Daniel mandò alla bimba, la quale rispose con una scrollata di spalle e continuò a mangiare la sua cotoletta con le patate e a dondolare le gambine come se nulla fosse successo.
-Daniel, per piacere, vattene- chiese Louis, nonostante fosse più un obbligo che una richiesta.
-No, Lou, non me ne vado!-
-Non- non chiamarmi Lou. Non puoi, non ne hai il diritto. Adesso, vattene- il tono di Louis si era indurito.
-Lou-is, per piacere...-
-Per piacere cosa, Daniel? Hai provato a stuprarmi. Per piacere cosa?- gridò Louis in risposta. Poi, trattenendo le lacrime, si fermò davanti a un tavolo e chiese: -Volete ordinare?-
Fu una scena ben più che triste:
Louis che tratteneva le lacrime e cercava di fare finta di niente, Daniel ferito dal comportamento di Louis -anche se non ne aveva tutto il diritto-, Christine quasi in lacrime per la preoccupazione che aveva perché il suo migliore amico non poteva stare bene dopo quello che era appena successo e una intera sala di un ristorante in silenzio.
L'unico rumore udibile era, effettivamente, il rumore di coltelli e forchette sui piatti e il respiro affannoso di Louis.
-S-sì- rispose la donna seduta al tavolo dopo un momento di assoluto silenzio.
-Louis...- si lamentò Daniel alle sue spalle. Louis strizzò gli occhi per un secondo, poi li riaprì e sorrise gentilmente ai clienti.
-Comportamento molto maturo da parte tua ignorarmi- commentò Daniel, abbozzando una risata.
Per la sala echeggiò qualche "pezzo di merda" e insulti simili, ma nessuno glielo disse in faccia.
-Harry? Harry, lascia stare- si sentì gridare Christine, mentre cercava di trattenere Harry che era entrato come una furia nel ristorante.
Quello che successe dopo Louis lo ricordò come in una sorta di Slow Motion.
Harry che colpisce Daniel, Daniel che colpisce Harry.
Andò avanti così, botta e risposta. Botta e risposta. Botta e risposta.
Christine urlava probabilmente di smetterla, ma Louis non la sentiva bene. Un po' come se Louis fosse in una bolla.
-Ragazzo, stai bene?- chiese la donna del tavolo dove stavano, risvegliando Louis dalla sua trance.
Louis annuì e poi corse via.
-Louis!- si sentì chiamare, ma non si sarebbe fermato.

Restaurant | l.s.Where stories live. Discover now