Questa sensazione di pace è cosi piacevole, continuerei a dormire per ore ma la sveglia del mio telefono sta continuando a suonare e non vuole saperne di smettere. Volevo dormire ancora, non sono per niente pronta ad alzarmi. Sbuffo aprendo gli occhi venendo accecata dalla luce del sole che entra da uno spiraglio lasciato aperto la notte scorsa, dovevo chiudere tutto con molta attenzione, chiudo nuovamente gli occhi cercando il telefono a tentoni che continua a suonare. Il ragazzo che ho accanto non si è neanche svegliato ma se è Tommy a piangere nel cuore della notte corre senza neanche pensarci un secondo e poi la mattina, quando resta a dormire qui, non si alza finchè non gli lascio un bacio leggero sulle labbra ma ormai ho capito il trucco.
Spengo la sveglia sbadigliando per l'ennesima volta poggiando la guancia sul suo petto inspirando a pieno il suo profumo, due minuti e mi alzo «Mi fai il solletico con i capelli» si lamenta il ragazzo che ho sotto spostando i lunghi capelli dal suo collo per poi accarezzarmi la nuca con leggerezza «Dobbiamo alzarci» borbotto «Lo so dammi soltanto due minuti» gli lascio un bacio all'altezza del cuore trascinandomi fuori dal letto stiracchiando i muscoli intorpiditi dal sonno, il ragazzo si sorregge sui gomiti osservandomi con la fronte aggrottata «Non capisco perchè lo fai ogni mattina» mi allungo cosi da toccare i piedi con le mani «Allungo i muscoli e mi rilasso» alzo il volto cosi da poterlo guardare «O t'innervosisci»
«Con Meredith funziona» mi lamento cercando di prendere la posizione yoga dell'albero che la rossa mi ha consigliato per rilassare i nervi ad inizio giornata, o almeno lo dice lei, ho sempre odiato lo yoga.
«Meredith è una pazza. Può anche permettersi le sue stramberie» sbuffo dandogli ragione, queste posizioni idiote mi fanno innervosire​ solamente. Sposta il lenzuolo blu cobalto che adoro sopra il suo corpo d'ebano avvicinandosi come una pantera, sono in astinenza da davvero troppo tempo, inizio ad immaginare le cose piú strane, cingendomi i fianchi per poi darmi un bacio all'angolo della bocca «Tu hai me come anti-stress. Non hai bisogno di tutti questi mezzucci» alzo gli occhi al cielo lasciandolo solo in mezzo alla stanza con solo un paio di boxer entrando nella cabina armadio afferrando la vestaglia rosa pallido ed uscire dalla camera velocemente entrando nella camera di Lexie. La bambina dorme rannicchiata al centro del letto con la testa nascosta sotto il leggero lenzuolo, il suo respiro è un suono leggero che si espande per l'intera camera. Prendo posto accanto a lei spostandole i capelli scuri dal viso strofinando il naso contro la sua guancia, la cosa le da fastidio e aggrotta la fronte cercando di scacciarmi via con la mano «È ora di alzarsi» le sussurro ad un orecchio lasciandole un bacio che le fa aprire gli occhi per alcuni secondi prima che li richiuda rannicchiandosi contro il mio petto. Con la punta delle dita le accarezzo la testa e si rilassa sotto il mio tocco avvicinandosi alla mia mano richiedendo maggior contatto, con la coda dell'occhio vedo un movimento davanti alla porta e mi giro a fissarla, Nathan se ne sta in piedi con Tommy tra le sue braccia che si sporge verso di noi allungandosi aprendo e chiudendo le mani ripetendo «Xie».
Non riesce ancora a dire il nome della sorella ma è così adorabile quando tenta.
Lexie apre gli occhi sbuffando per poi sorridermi «Su vieni qui piccola peste» scosta le coperte legandosi i capelli in un coda bassa avvicinandosi al fratello che si butta praticamente tra le sue braccia stampandogli quelli che lui definisce basi su tutta la guancia facendola ridere «Tommy». 

I tre di sopra stanno distruggendo l'intera abitazione. Credo che i vicini da un momento all'altro possano chiamare il 911 per rumori molesti nell'abitazione accanto alle sei e mezza del mattino ma sono anche contenta. Nathan in queste tre settimane si è fermato a dormire cinque o sei volte e le mattine sono sempre state movimentate. Lexie è felice quando lo ha intorno, non lo lascia stare un solo secondo. Una notte si è alzata in piena notte chiedendoci se poteva dormire con noi con le lacrime agli occhi. Ha riposato attaccata al petto del padre stringendolo forte. Anche se sembra forte alla fine è pur sempre una bambina che ha pur sempre perso il padre e adesso si ritrova a vivere in una nuova città, ha dovuto cambiare ogni cosa per la mia decisione e si, forse, me ne pento leggermente quando vedo i suoi occhi rattristarsi ma il trasferimento ha giovato ha tutti. 
La cosa importante era sopravvivere ad ogni costo.
Basta pensieri tristi di prima mattina ho invece di friggere i waffle friggerà il mio cervello prima di iniziare la lunga giornata che mi aspetta.
«Mamma è pronto?» domanda Lexie raggiungendomi in cucina già perfettamente vestita seguita dal militare in tuta mimetica e Tommy in una carinissima salopette che viene sistemato nel suo seggiolone «Certo, io sono una super mamma e adesso do da mangiare a Tommy» ma Nathan mi precede afferrando il biberon caldo «Fai colazione ci penso io a lui. Io invece sono un super papà»
«Ho già preso la mia tazza di caffè quindi visto che qui ci pensi tu io vado a farmi una doccia rilassante».

L'amore non mi bastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora