Capitolo 13

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« Ciao Mick, io vado. » Salutò di sfuggita l'amico che era intento a servire un cocktail dall'aspetto invitante a una coppia seduta poco distante da lei.

« Ciao bellezza! Ci vediamo sabato prossimo! »

Luca rimase senza parole: la vide sfrecciare via davanti ai suoi occhi come una Ferrari in pista. Non era possibile che gli avesse dato buca!

Ma il ragazzo non era intenzionato a lasciarsela scappare, quindi la rincorse per tutto il locale. La musica alta, l'alcool e l'infinità di gente in quella sala non facevano altro che creare confusione e far aumentare i metri di distanza da lei. Riuscì però a raggiungerla e la fermò prendendola per il braccio. Il contatto con la sua pelle morbida e liscia gli provocò un brivido.

« Che fai? » Chiese la ragazza spaventata.

"Ha un non so che di diverso la sua voce..." « Ti prego, non andare via. »

« Non posso rimanere. »

« Ti prego, dammi il tuo numero di telefono... Così posso chiamarti. »

« Lasciami andare... » Lo scongiurò lei.

« D'accordo, come vuoi, ma prima dimmi almeno dove posso ritrovarti. »

Elena rimase in silenzio. Aspettava che lui lasciasse la presa. Cavolo! Quella sera era un disastro! Come poteva essere che stesse succedendo davvero?

« Per favore... » A quelle parole Luca non allentò la presa, anzi questa divenne più salda e decisa.

« Quando ci rivedremo? »

« Tra non molto... » "Elena improvvisa.. Ce la puoi fare" Si fece coraggio.

« Dove? »

« Mi farò viva io. »

« Ma come? Non sai niente di me, né io di te... »

« Non ti preoccupare. Sappiamo molto di più di quanto si possa immaginare... »

Il ragazzo rimase spiazzato da quella risposta e allentò la stretta. Celeste ne approfittò immediatamente, si divincolò e sparì dietro la massa indistinta di clienti.

« Che è successo? Sembri una furia! »

« Nulla, Fiamma, nulla. Devo solo andarmene prima di peggiorare le cose. »

Elena rimise tutte le sue cose in borsa, si cambiò e struccò in meno di un secondo. Ripose il set intimo della serata nell'armadio e chiudendo quelle ante si rese conto che non aveva più scelta. Doveva decidersi. Doveva smettere di fare la ragazzina con il delirio di onnipotenza e doveva guardare in faccia la realtà: non sarebbe mai dovuta entrare al Blue Flamingo. Come le era potuto venire in mente? Lei! Una ragazza così brava e per bene che ci faceva in un night club a quell'ora di notte a ballare avvinghiata a un palo? Proprio non lo sapeva.

Vide l'amica di fronte a lei e la abbracciò forte.

« Scusami Fiamma. Non avrei mai dovuto farlo... »

« Cosa tesoro? »

« Tutto questo... Non venire a prendermi sabato prossimo. »

« Hai già un impegno? » Chiese l'altra ingenuamente.

« No, non venire più e basta. Non posso continuare a fingere e a fare questa vita. »

« Cosa intendi? »

« Fiamma, non puoi capire, ma vedi io ho fatto uno sbaglio enorme e ora rischio di perdere tutto... »

« Non è possibile, che sia così tragico. Per esempio non perderai mai me. »

« Tu sei così buona! Sei una vera amica, Fiamma, davvero. Grazie per tutto quello che hai fatto per me. » Detto questo prese il borsone e uscì facendosi inghiottire dal buio della notte.


Le domande non sono mai indiscrete. Lo sono talvolta le risposte.
O

scar Wilde

Mask DownWhere stories live. Discover now