Capitolo 8

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Arrivate in centro passeggiarono avanti e indietro per le lunghe vie della città entrando e uscendo da ogni negozio.

Entrarono da Zara, Pull and Bear e H&M. Stavano guardando tutti i vestiti esposti. Elena passò davanti ai camerini e si osservò riflessa nello specchio. Era oggettivamente carina. Aveva volto luminoso e gli occhi brillanti. Le gambe sottili mostravano le forme toniche attraverso i jeans attillati e i capelli morbidi sulla maglietta azzurra leggera.

 Le gambe sottili mostravano le forme toniche attraverso i jeans attillati e i capelli morbidi sulla maglietta azzurra leggera

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« Guarda qua! » Fece Emma da dentro uno spogliatoio. Lele si affacciò e vide le due amiche in due lunghissimi stivali neri di velluto con a fianco un mucchio altissimo di abiti. Portavano entrambe dei vestiti: quello di Laura era una maglietta bianca con sopra un abito nero che sembrava una sottoveste. Elena lo trovò un po' troppo provocante, mentre quello di Emma era rosa con delle belle paillettes luccicanti.

« Wow Emma! Che luce! »

« E che dici di me? » Attirò l'attenzione Laura con voce finto-sensuale.

« Una bomba sexy, sicuro! » Rispose in tono convincente.

« Dai, provati qualcosa anche tu! » La incitò Emma gaia.

« Abbiamo trovato questo completo che secondo noi sarebbe perfetto. » Continuò mentre l'altra porgeva all'amica un mucchietto di vestiti e grucce. « Provatelo! »

« D'accordo ma lo faccio solo per voi! » Concluse sorridendo Elena.

Si infilò nel camerino di fronte al loro. Guardò la roba che le avevano preso. Era un insieme neanche troppo esagerato, forse un po' vistoso ma provare non impegna! Una minigonna in pelle nera, una semplice canotta bianca e una giacchetta dalle maniche a tre quarti dorata. Indossò per prima la canotta e poi la gonna. Fece un po' fatica a tirarla su, la pelle le si appiccicava continuamente alle sue cosce. Infine mise la giacca. Si rimirò allo specchio per un paio di secondi. Com'era strana! Non si era mai vista con quelle vesti alla luce del sole...

« Cavolo! » Esclamò Emma nel vederla.

« Sei uno schianto Lele! » Disse Laura stupita. « Dovresti vestirti così sempre! »

« Faresti furore! » Sentenziò l'altra.

Elena immaginò la scena: lei che entrava dal grande portone della scuola in minigonna e canotta luccicante e magari aggiungiamoci un paio di scarpe tacco 12

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Elena immaginò la scena: lei che entrava dal grande portone della scuola in minigonna e canotta luccicante e magari aggiungiamoci un paio di scarpe tacco 12... Pensare che i suoi compagni di classe o, peggio, Giulio e Luca l'avrebbero vista in quel modo! « No, no. » Sentenziò scuotendo la testa con fare deciso.

« Faresti girare la testa a un sacco di ragazzi! »

« Veramente non ci tengo, grazie » Uscì dal camerino per specchiarsi meglio.

« Mettici questo! » Laura le passò un capello modello fedora abbinato alle paillettes dorate.

Le tre ragazze ridevano e si prendevano in giro a vicenda spensierate.

Dall'altra parte del negozio, di fronte alle cinture del reparto uomo si trovavano Giulio, Luca e un gruppo di amici usciti per fare un giro. Luca guardò verso i camerini e la sua attenzione venne attirata dalla luce dorata che la giacca della ragazza irradiava. Sentì le risate e iniziò a fissare i corpi e i movimenti delle giovani dall'altra parte. Fu subito attratto da quelle gambe lunghe e affusolate e dalle spalle fini che, anche se vestivano un abbagliamento così vistoso, emanavano una certa eleganza. Un non so che di misterioso.

« Guardone! » Lo sorprese alle spalle l'amico. « Quale punti? A me fa sangue la biondina, sembra così innocente. » Continuò abbassando la voce per non farsi sentire dagli altri compagni.

« No, la bionda non fa per me... Te la cedo con piacere. A mi me gusta la bruna. »

« Si? Quale delle due? »

« Quella. » Disse indicando la ragazza con il cappello.

« Non è il mio tipo ma... Sembra la personificazione del tuo. Vuoi andare a fare amicizia? »

« Ci stavo ragionando... »

« Ma che?! Tu che ragioni! Non farmi ridere. Piantala e andiamo a far le avance... A giudicare dagli abiti ce le facciamo prima di sera... »

« Va bene, andiamo. »

I due ragazzi mossero qualche passo verso le ragazze quando riconobbero le risate. Giulio si bloccò di colpo fermando l'amico. Entrambi guardarono le ragazze.

« Maledizione! » Sussurrò Luca. I due girarono i tacchi e uscirono dal negozio.

« Non è possibile! Com'è che ogni volta me la ritrovo davanti?! » Sbraitò non appena furono abbastanza lontani.

« Certo che questa è bella. Come cavolo fai a trovartela sempre intorno? »

« Non lo so! Però mi sono rotto, sembra una presa in giro! »

« Uno scherzo, forse è destino... » Insinuò Giulio.

« Destino un corno! Non si è ancora capito che non ci voglio più avere nulla a che fare! »

« Beh, certo avete una storia strana cioè la figuraccia della festa d'istituto chi se la scorda! »

« Grazie eh. » Commentò ironico Luca. « Non fa altro che perseguitarmi! »

« Non sarà che tu lo fai apposta? »

« Che? »

« Ad averla sempre intorno. Insomma converrai che è assurdo. »

« Lo so, sembra un paranormale. Ma io non vorrei, davvero. »

« Ma... »

« Ho capito, lo sai anche tu che Elena per me rappresenta una sconfitta ma in fondo mi è dispiaciuto. Insomma era l'unica persona con cui riuscissi a parlare apertamente a parte te, intendo. Non c'è un'altra come lei. » "Se non avessi mai fatto quella scommessa!" Pensò maledicendosi.

« Hey, amico, scordatela d'accordo? » Lo riprese Giulio.

« Okay ma anche tu, dimenticati dell'innocente biondina, lei hai già spezzato il cuore una volta. »

« Allora facciamo un patto. Giuriamo che ci dimenticheremo di loro, te di Lele e io di Emma. Non gli lasceremo nessun potere su di noi, d'accordo? »

« Può andare, ma se non dovesse succedere? »

« Ci impegneremo. E al massimo se l'unico modo di togliercele dalla tesa sarà quello di averle vedremo come fare. Ok? »

« Giuro! »

« Giuro. »

I due si strinsero la mano a dimostrazione del fatto che era un patto infrangibile.


Non dobbiamo promettere ciò che non dovremmo, per non essere chiamati a svolgere ciò che non possiamo.

Abraham Lincoln

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