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L'unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso.
(Anne Carson)
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L'interno della casa dei nonni, era davvero grazioso, almeno per quanto riguardava l'ingresso e il salotto, dove si erano fermati tutti quanti a chiacchierare. O meglio, i due anziani e sua madre parlavano animatamente, mentre la giovane dai capelli castani se ne stava nell'angolo del divano più vicino alla finestra a contemplare l'orizzonte.

L'oceano pacifico si apriva di fronte a lei nella sua immensità e i suoi occhi smeraldini non facevano altro che seguire i movimenti della bianca spuma delle onde che con prepotenza si infrangevano sulla spiaggia sottostante.

Il fatto di dover abitare in una casa sul mare per un anno intero la riempiva di gioia, una gioia che non provava da moltissimo tempo. Sperava solo che i suoi coinquilini non fossero dei vecchi pedanti e boriosi che l'avrebbero trattata come una schiava per soddisfare i loro piaceri personali.

Ma dall'accoglienza che avevano ricevuto lei e sua madre quando erano arrivate, si tolse subito quel pensiero dalla testa, convinta che i suoi non fossero quel genere di anziani.

Quando distolse lo sguardo dalla portafinestra, si fermò ad osservare meglio le persone che aveva di fronte.

Nonna Rose parlava con Sophie di Dominik, padre della giovane e figlio dell'anziana signora, e chiedeva se stesse ancora contribuendo con gli alimenti di cui Aly necessitava, una volta dopo il divorzio.

Era una signora elegante, ma non troppo. I capelli grigi erano tirati su in un'acconciatura impeccabile e tenuti fermi da un fermaglio azzurro a forma di farfalla. Gli occhi grigi come il ghiaccio erano sottili come due fessure e si stringevano sotto la pelle rosata e leggermente rugosa. Dalle labbra, quasi inesistenti, fuoriusciva un cinguettio soave e gentile.

Mi piace, pensò Aly osservando sua nonna. La stessa cosa non poté dire del nonno, non perché avesse fatto o detto qualcosa che non le fosse garbato, ma perché il suo sguardo era enigmatico.
Se ne stava lì, seduto sulla poltrona ricoperta di un tessuto floreale, ad ascoltare in silenzio e a braccia incrociate senza lasciar trapelare alcuna emozione. Un po' come stava facendo lei, d'altronde.

Le aveva rivolto un solo sorriso da quando erano arrivate, un sorriso che le sembrava gentile, ma che ora non sapeva bene cosa significasse.

Perché non parlava? Non era curioso di sapere come stesse sua nipote o cosa facesse suo figlio dall'altra parte dello stato? Sapeva quanti anni aveva la ragazza di fronte a lui? E come si chiamava?

Okay, forse stava esagerando con questi pensieri che le si sovrapponevano nella testa, quindi si alzò sotto lo sguardo di tutti e aspettò che qualcuno le rivolgesse un'occhiata incuriosita.

<<Se non è un problema vorrei andare a vedere la mia camera>> mormorò deglutendo subito dopo. Non le piaceva essere al centro dell'attenzione, ma in fin dei conti era davanti alla sua famiglia.

<<Certo cara, fai pure il giro della casa. La tua camera è in cima alle scale sulla sinistra>> rispose Nonna Rose allargando le labbra in un caloroso sorriso.

Una volta raggiunto il piano superiore, Aly spostò lo sguardo da destra a sinistra. Fece un passo in avanti verso la prima porta e, lentamente, ne abbassò la maniglia.

Le pareti erano ricoperte da piccole piastrelle color crema e i sanitari erano circa dello stesso colore, solo leggermente più chiari.
Diede un'ultima occhiata sempre rimanendo sulla soglia, poi si diresse verso la porta affianco.

Vi era un letto matrimoniale dal lenzuolo color lavanda e un profumo di fiori si spandeva all'interno. Sulla parete di fronte a lei, il verde del cortile illuminava la stanza.

Monterey {Conclusa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora