Un passo indietro.

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Marzo 2014.



Ci sono serate in cui vorresti sdraiarti sul divano. Abbracciare la tua coperta preferita e abbandonarti così. Tra il sottofondo della tua canzone preferita ed il dolce dormire.

Per Claudio era esattamente quel tipo di sera. Ma le serate possono cambiare. Da un momento all'altro.




"Dai Sona non farti pregare. Stasera usciamo. Ti vengo a prendere con la forza."

Claudio adora le feste. Adora uscire con gli amici. Quella sera però non ne ha proprio voglia.

Michele, però, è insistente quando ci si mette. Lo sa bene Claudio che lo conosce ormai da più di dieci anni. Si ricorda bene i tanti pomeriggi passati insieme a ripetere, fino allo sfinimento, gli argomenti prima di un esame. Claudio che puntualmente voleva dileguarsi e Michele che puntualmente trovava un modo per incastrarlo.

Così dopo una bella dozzina di minuti Claudio si arrende e controvoglia abbandona il suo plaid a cuoricini e si prepara.




La festa è stata organizzata da un certo Francesco. Un amico di Michele. Un figo da paura, definito da quest'ultimo.

Quando arrivano la casa è piena di volti sconosciuti. Claudio è quasi infastidito però piano piano inizia a notare qualche sguardo interessante. Gli basta poco per accendersi. Che senso ha una vita senza un po' di divertimento?

E allora non ci pensa due volte e si lancia. Sa di essere bello. Sa di piacere. Gli piace giocarci su. Gli piace farsi desiderare.

Michele scuote la testa come a dirgli "ringraziami per averti portato qui" e poi anche lui inizia a scambiare due chiacchiere con un tipo appena conosciuto.



"Ciao non ti ho mai visto da queste parti".

È una voce, una voce rauca, quella che Claudio sente provenire da dietro le sue spalle.

Si gira. Un ragazzo moro. Alto. Muscoloso. Barba incolta. Sorriso furbetto.

"Credo sia una casa privata. Di solito non faccio giri nelle case altrui."

Il ragazzo sorride e poi abbassa per un istante la testa.

"Hai ragione. Anche perché questa è casa mia. Comunque io sono Francesco".

Certo che Michele ha proprio dei gusti discutibili in fatto di ragazzi. Questo tipo è carino ma niente di che. Forse è questo il motivo per cui non si sono mai trovati a litigare per un ragazzo. Pensa Claudio tra sé e sé.

"Piacere Francesco. Io sono Claudio."

Si fermano a parlare per qualche minuto. Parlano del più e del meno. Francesco prova ad avvicinarsi in qualche modo. Prova con qualche battuta maliziosa. Gioca con lo sguardo. Eppure Claudio rimanda indietro.

Gli succede spesso. Anzi, quasi sempre. Di avere la strada spianata. Di trovarsi davanti ragazzi che ci provano spudoratamente. Di sentirsi desiderato. È piacevole. Ma dopo vari anni diventa monotono. Diventa quasi fastidioso. Claudio a quasi 29 anni vorrebbe trovare qualche salita invece delle solite discese. Stasera non ha assolutamente voglia di vincere facile. Stasera vuole godersi lo spettacolo. Di osservare gli altri. E basta.

La musica diventa sempre più alta. Claudio inizia a ballare. Ha un ritmo pazzesco. Sembra scorrergli nelle vene. Due o tre ragazzi lo circondano e lui ci balla a rotazione. Li lascia avvicinare ma mai abbastanza. Non come loro vorrebbero.

Dopo essersi scatenato per diverso tempo decide di prendersi una pausa.




La casa di Francesco è immensa e Claudio si avvia alla ricerca di un bagno. Sta salendo le scale quando improvvisamente un bicchiere pieno di qualche strano drink finisce sulla sua t-shirt bianca. Mentre la sua spalla si scontra con quella di qualcun altro.

"Ma cazzo stai attento?!" urla Claudio mentre cerca in qualche modo di asciugarsi.

"Ops. Mi spiace."

Risponde semplicemente il ragazzo. Ridendo.

In quel istante Claudio alza la testa per mandarlo a quel paese. Poi si ferma. Anzi le parole si fermano. Sembrano essersi bloccate. Forse è la prima volta che vede un paio di occhi neri da così vicino. Neri come la notte. Che fanno contrasto con i suoi denti bianchissimi racchiusi in un sorriso.

Non succede quasi mai che Claudio Sona perda il fiato. Non succede quasi mai. Eccetto questa sera. Eccetto in questo arco di tempo. Eccetto con quei due fari neri che puntano il suo mare pieno di verde.

"Ma cosa ridi? Lo vedi cosa hai fatto?"

Torna in sé e cerca di prendere in pugno la situazione.

"Senti è solo acqua. È comunque è divertente vederti disperare per così poco. E poi non ti sono venuto in contro. Ci siamo venuti in contro. Fifty-fifty."

Sorride ancora mentre lo dice e poi fai l'occhiolino.

È quanto basta per mandare Claudio fuori di testa. È quanto basta per fargli perdere il controllo.

Non ci pensa due volte. La sua bocca si fionda nella sua. E qualcosa dentro esplode.





La sveglia non è suonata. La stanza è in disordine. I vestiti sparpagliati. Le lenzuola ammucchiate all'angolo del letto. Claudio apre piano piano gli occhi. Ed inconsciamente allunga il suo braccio. Alla ricerca della sua schiena. Ma il lato destro è vuoto. È rimasta solo l'impronta del suo corpo. Ancora calda.

Si infila velocemente una canotta. Prova a sentire se dal bagno proviene qualche rumore. Ma niente. Prova a vedere nel resto della casa. Un'altra volta niente.

Per la prima volta prova quello che si sente. Quello che si sente ad essere dall'altra parte. Dalla parte di quelli lasciati così dopo una notte di sesso. Per la prima volta lui è l'altro. Quello che rimane mentre l'altro se n'è andato.

E no. Non è una bella sensazione. Perché vorrebbe averlo lì. Accanto. Baciarlo ancora. Sentirlo dentro un'altra volta. Sentirsi vivo un'altra volta.

Perché Claudio lo sa. Sa che non è stata solo una scopata. Sa che non è stato solo sesso. È stato di più. È stata pioggia e neve insieme. Caldo e freddo. Grandine e rugiada. Vento e tuoni. Dolce ed amaro. Forte e lento. È stato altro. Altro da quello che è solitamente. È stato lui che si lascia guidare. E questo non succede mai. Claudio non si lascia mai condurre dagli altri. Eppure con quel ragazzo non c'è stato bisogno di nessuna parola. È avvenuto tutto in modo naturale. Come se si conoscessero da una vita. Come se si appartenessero. Come se fossero tutt'uno.

Non sa niente di lui. Sa solo che bacia da Dio. Fa l'amore ancora meglio. Ha due occhi che quasi lo terrorizzano per la loro profondità. Si chiama Matteo. Ed è uno che scappa.

Claudio ci prova. Prova a cercarlo. Per un giorno. Una settimana. Un mese. Poi si arrende. Forse non è stato niente di più. Magari solo un'illusione. Eppure il brivido questa volta l'aveva avvertito, per davvero.

Ma si sa alcune emozioni ti attraversano e poi se ne vanno senza lasciare nessuna traccia. Visibile.

Quando imparerai ad amarmiWhere stories live. Discover now