Capitolo 27

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Mi ha fatto bere troppo e ora non sono cosciente delle mie azioni, così sto al suo gioco senza protestare e pure mi diverto. Esattamente, è solo un divertimento per me, nulla di più.

La mattina dopo mi sveglio sul suo letto. Sono stordito e ho un gran mal di testa, ma non ci faccio caso. Vedo il più grande seduto sul letto di Michael, che originariamente era di Gerard, intento a leggere un libro.
-Ciao... Che ci faccio qui?-
-Buongiorno Frank, non ricordi proprio nulla?-.
Io nego con la testa e lui mi sorride.
-Bene così allora-
-Ma... Posso sapere che è successo? Cosa ho fatto?-
-Nulla di che tranquillo-
-Okay... Posso farti una domanda?-
-Me l'hai appena fatta, però okay-
-Beh, ecco... Io, cioè... In realtà mi chiedevo se... Insomma...- mi sento arrossire mentre balbetto.
-Si, sei ancora vergine, tranquillo-.
Gli sorrido leggermente e lui ricambia.

-Senti... E Michael?- chiedo sperando che non sia nella stanza e magari sono io che non lo vedo.
-Mikey? Si, ecco, lui è tornato nella sua vecchia stanza, quella tua insomma-
-Eh? Davvero?-
-Si Frank, davvero. Perchè tutto questo stupore?-
-Non so... Lui mi odia...-.
Mi guarda in silenzio per qualche secondo e poi si gira dall'altra parte.

Verso mezzogiorno torno in camera mia, ma resto in piedi fuori dalla porta per ben una decina di minuti abbondanti: il motivo? Michael mi ha chiuso fuori e non vuole farmi entrare.
Quando finalmente apre la porta, entro silenziosamente e vado a sedermi sul mio letto.

Un'ora dopo prendo coraggio e provo a parlargli.
-Michael... Hai fame?-.
Lo guardo negli occhi e lui ricambia lo sguardo con un sopracciglio alzato, ma non risponde, così ripeto la domanda.
-Hai fame? Rispondimi per favore, dai-
-Si, ho fame. Mi vai a prendere una pizza? Ah no, scusa, che sciocco. Mi ero dimenticato che l'ultima volta che ci hai provato hai fatto una brutta fine- risponde in tono insopportabile.

-Se vuoi posso chiamare una pizzeria e chiedere se possono portarcela loro la pizza...-
-Ma no, vacci pure tu a prenderla. Chissà che muori una volta per tutte e rendi la vita migliore a mezzo mondo, grazie-.

Non ce la faccio più, non riesco a trattenere le lacrime e corro in bagno. Mi spoglio in fretta e butto tutto per terra. Sciolgo le fasciature fatte in precedenza e mi piazzo davanti allo specchio. Scoppio a piangere sfiorando con le dita tremanti le ferite e i tagli: ne sono pieno.

NOTA AUTRICE:
Allora gente, nel capitolo di domani approffondirò questa cosa, secondo coi perchè? Vi spoilero già che andrò a parlare più su dettaglio del passato di Frank e del perchè della poca autostima e qual è la causa di quelle ferite.
Di Gerard parlerò nel prossimo capitolo, ve lo prometto.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se volete adesso il prologo dell'altra storia o domani perchè è troppo tardi e niente, ciaone.

I Don't Love You -Frerard- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora