Capitolo 14

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Cerco di tranquillizzarlo il più possibile e poi, quando finalmente si addormentata accoccolato sul mio letto, io vado a farmi la doccia.

Quando esco dal bagno Billie è rientrato a studiare e mio fratello dorme ancora. Torno accanto a lui e cerco di dormire anch'io.

Mi sveglio alle dieci e un quarto della mattina dopo e Mikey dorme ancora beatamente stando appoggiato a me e noto con disgusto che nel sonno mi ha sbavato su tutto il braccio.

-Michael! Ehii, svegliati dormiglione! La sveglia non ha suonato, ci siamo persi le prime tre ore di scuola!- esclamo pulendomi dalla sua bava su di lui. Ha lo sguardo assonnato e probabilmente non sta capendo niente di quello che gli dico.
-Mh? Ah si Gee...- chiude gli occhi e fa una breve pausa per poi continuare con la massima calma -sta mattina, verso le quattro, mi sono svegliato e Billie Joe era ancora sveglio a studiare e così gli ho detto di non svegliarci per le lezioni... voglio andare da Frank-.
Io sospiro e sto in silenzio a pensare. Poi borbotto piano -preparati che andiamo-.

Poco dopo siamo all'ospedale. Mikey ha pianto per tutto il viaggio, proprio come fanno le vecchiette dopo aver perso il loro gattino.

-Io sto fuori Michael, okay? E non parlargli di me- ordino con freddezza e superiorità.
-Okay Gee...- sussurra piano intimorito.
Lo guardo dritto negli occhi inespressivo e poi lo accompagno fino fuori la stanza di Frank.

Lui entra, io no. Lui si siede al suo fianco, io mi siedo per terra con la schiena appoggiata alla porta della piccola cameretta. Lui vede Frankie, io chiudo gli occhi e provo a immaginarlo: ha capelli lisci e soffici, non troppo lunghi. Ha occhi meravigliosamente verdi, da cucciolo, capaci di ammorbidire chiunque. Ha un naso piccolo, roseo e leggermente all’insù. Ha delle guance morbide, fantastiche da pizzicare. Quando si arrabbia gli diventano tutte rosse. Ha labbra sottili e meravigliosamente umide. Sono morbidissime. Al momento non hanno nessuno che le baci.

Passa un'ora, ed io contino a pensare a lui. Poi scoppio, lo voglio. Mi alzo da terra e apro improvvisamente la porta.

-Vattene Michael, subito! Sbrigati dai!- urlo e lo spingo con forza. Lui cade a terra, non si alza, è paralizzato, ha paura di me. Siccome sta fermo e gli ho detto di uscire di corsa lo prendo per i polsi e lo trascino fuori dalla porta, poi la chiudo a chiave e mi avvicino a Frank.

Si stringe a se stesso e guarda in basso. Gli alzo il viso come ha fatto lui il giorno prima e lo guardo negli occhi.
-Perché piangi?- sussurro a un pelo dalle sue labbra. Si sposta indietro ed io gli asciugo gli occhi.

Mi siedo accanto a lui e lo stringo a me. Lui continua a stare rigido e in silenzio. Io lo coccolo, gli bacio piano la fronte e gli accarezzo i folti capelli.

NOTA AUTRICE:
Gente, mi dite che ne pensate della storia finora? E la copertina è meglio questa, vero?

I Don't Love You -Frerard- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora