Capitolo 3.

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-Sy, andiamo? Ti accompagno!

Dice mia mamma.
Ah già, la psicologa.
Me ne ero totalmente dimenticata.

-Si, scusami me ne ero dimenticata, vado un attimo in bagno. Aspettami pure in macchina.

Risposi.
Andai in bagno e mi guardai allo specchio.

-Okay Syria, è tutto apposto.
Non sarà nulla di che quindi calmati.

Dissi fra me e me.

-Ciao mamma! Ti chiamo quando abbiamo finito!

Dissi aprendo lo sportello della macchina.
Sorrise e mi sussurro' un 'ti voglio bene' all'orecchio.

Non ero in pace con me, non ero in pace con me stessa da anni.
Non potevo continuare a vivere così, potevo farmi seriamente del male. Mia mamma aveva ragione. Avevo bisogno di aiuto.
Così feci, arrivai nel luogo previsto, mi feci coraggio e citofonai.

-Si?

-Salve, sono qui per la psicologa Alice.

-Le apro subito.

Portone aperto.
Salgo fino al secondo piano ed entro. Non c'era nessuno quindi io ero la prima. Aiuto.

-Prego, la psicologa la attende.

Disse la segretaria sorridendomi.
Carina.

Entrai.

-Buonasera.

Dissi timidamente.

-Ciao! Tu devi essere Syria!

Disse tutta contenta.
Annuii.

-Vieni, iniziamo la seduta.

Aggiunse facendomi sdraiare su un divanetto.

-Allora, qual è il problema? Non pensare, parla.

-Okay.
27 aprile 2012, mio padre muore per uno stupido diabete. Da lì iniziai ad andare male a scuola, a piangere e a isolarmi da tutti.

-Hai una sua foto? Posso vederla?

-Oh, certo.

-Eravate uguali.
Stessi occhi blu, stessi capelli castani, stessa carnagione chiara.
Solo che lui era più grosso di te è un po' più basso. Tu sei alta e magra, e bellissima.
Pensi che sia per causa di tuo padre il tuo comportamento?

-Penso proprio di sì.

-Oh Syria, vedi, nella vita si pensa che determinate azioni o conseguenze siano avvenute a causa nostra, anche se il nostro cervello non lo ammette. Dentro di te hai il pensiero nascosto che tuo padre sia morto a causa tua, ma non è così. Tuo padre è morto per causa sua, per le azioni che ha fatto, e il diabete e la morte ne sono la conseguenza.

Quelle frasi mi fecero riflettere tanto.

-Cosa dovrei fare?

-Beh, per iniziare devi ripetere a te stessa che non è colpa tua. Dopodiché se inizi a piangere, prova con una camomilla.
Nelle prossime sedute vedremo e risolveremo il problema. È stato un piacere, Syria.

Abbiamo già finito? Oh, veloce questa psicologa, mi piace.

-Anche per me, Alice.

Dissi per poi andarmene.
Fatto sta che mi scontrai con un grandissimo coglione.

La psicologia dell'amore.|Izi.Where stories live. Discover now