Capitolo 2.

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Ore 8.00
Sono già in classe, da sola, all'ultimo banco.
Come avevo già detto: non ho nessun amico.

-Bene, signorina abbiamo deciso? Veniamo all'interrogazione?

Disse la mia professoressa di italiano.
Siamo quasi alla fine dell'anno ed io non ho fatto nemmeno un interrogazione.
Facevo sempre assenze, entrate alla seconda ora, non studiavo mai. Ero già stata bocciata diverse volte, quest anno mi espelleranno sicuramente.
Tutto dopo che te ne sei andata via tu, papà.

-No, prof

Risposi.
Maledetta a me che sono venuta anche oggi!

-Ma io non vi capisco! Andate fiera di avere 17/18 anni ed essere ancora in primo? I suoi genitori sono fieri di lei? Penso di no. Suo padre le ha insegnato i valori della scuola?

E lì non ci vidi più.

-Ma è scema o cosa? Mia mamma le avrà ripetuto centinaia di volte ai colloqui che mio padre È MORTO! M O R T O! Capisce l'italiano? E comunque si, i miei genitori mi hanno insegnato tutto, più di lei visto che non fa altro che lamentarsi!

Tutti mi guardarono con una faccia sconvolta.
La professoressa si alzò e con un dito mi indicò la porta.

-Dalla preside, ora!

Cazzo.

-Oh Syria, cosa devo fare con te? Purtroppo devo sospenderti, come sempre.

Disse la preside.

-Preside, a me dispiace. Ma la professoressa sa delle mie condizioni e fa finta di nulla, voi sapete come divento quando si parla di mio padre.

Dissi.

-Lo so, ma la vostra professoressa fra poco andrà in pensione. Non può ricordarsi tutto, ha quasi novant'anni...

Non è una giustificazione.

-Mi dispiace preside.

Non potevo dire altro.

-Beh, firmiamo l'atto di rito.

Disse porgendomi il foglio della sospensione.
Ormai ero maggiorenne e potevo firmare tutto da sola.
Tre giorni.

-Arrivederci.

Dissi stringendo la mano alla mia preside.
Menomale che ormai ero entrata in confidenza, vado da lei molto spesso, e non per mio volere...

Entrai in classe e presi la mia roba.

-Impari l'educazione.

Disse la professoressa.

-E lei impari ad andare in pensione quando la memoria non funziona più, baci baci!

Dissi sorridendole.
E me ne andai con le sue urla in sottofondo.
Arrivai a casa con il bus.

-Quanti giorni?

Disse la mamma vedendomi entrare.

-Tre.

Dissi.

-Sempre lei?

-Già.

E infatti la causa di tutte le mie bocciature fu proprio la mia professoressa di italiano. Che le venga un accidenti.

-Oggi alle tre devi andare da Alice.

Disse.

-La psicologa?

-Si.

Sospirai.
Non mi andava molto, ma l'ho promesso a mia mamma.

-Andrà tutto bene.

Aggiunse.
Annuii e la abbracciai.

La psicologia dell'amore.|Izi.Where stories live. Discover now