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Le giornate trascorrevano piuttosto velocemente, ogni notte andavo a dormire felice ed esaltato all'idea che il giorno seguente avrei potuto passare del tempo con il mio caro Taehyung, che sapeva essere tanto tenero quanto passionale

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Le giornate trascorrevano piuttosto velocemente, ogni notte andavo a dormire felice ed esaltato all'idea che il giorno seguente avrei potuto passare del tempo con il mio caro Taehyung, che sapeva essere tanto tenero quanto passionale. La giornata a scuola trascorreva piacevolmente e il legame intimo che avevo instaurato con il moro era motivo di gioie travolgenti. Passavamo molto tempo insieme, nell'attesa della gita in bici al mare che avevamo programmato dopo la notte in cui l'avevo accolto fradicio in casa mia.
Voleva tanto vedere il mare, che diceva non avere mai visto prima.
Mi stupiva e mi rallegrava il modo in cui l'iniziale scetticismo mostrato dal moro si fosse trasformato in così breve tempo nell'intimità che condividevamo adesso, nel segreto della nostra relazione, ancora neonata.
E temevo l'intensità dei miei sentimenti, appena nati ma così vivi.

Il sabato stabilito si presentò con un cielo azzurro macchiato qua e là di nuvole bianche dai contorni indefiniti, il vento soffiava fresco sui verdi campi di mais e di grano che delimitavano i confini della città e la temperatura era mite, perfetta per il nostro piano.
Ci incontrammo di mattina presto e seguimmo il fiumiciattolo che tagliava la superficie cittadina in due verso l'esterno della città.
Taehyung sorrideva felice, i capelli smossi dal vento lasciavano scoperta la fronte e le piccole graziose orecchie, canticchiavamo stonati le nostre canzoni preferite dei beatles e facevamo a gara a chi andava più veloce ridendo con la spensieratezza e l'allegria dei bambini.

La sola compagnia di Taehyung bastava a pacificare la mia anima e i sensi, provavo per lui un'emozione della quale intensità ancora adesso non mi capacito appieno. Mi aveva condotto nella sua tela di tacite promesse di dolcezza e io, farfalla ingenua appena uscita dal bozzolo, mi ero gettata felice fra le sue braccia.
Godevamo delle gioie della giovinezza che nessuno avrebbe potuto sottrarci.

Dopo qualche ora di pedalata fra campi di cereali e colline terrazzate giungemmo su una scogliera dalla quale si scorgeva il mare.
Abbandonammo le biciclette fra le erbe e gli arbusti che crescevano incolti su quell'altura e scendemmo cauti su una spiaggetta vicina.

Taehyung attraversò correndo la spiaggia in direzione dell'acqua limpida del mare, era la prima volta che toccava a piedi nudi la sabbia ed era la prima volta che vedeva dal vivo il mare.
"È stupendo" disse girandosi verso di me "È davvero bellissimo" diceva con tono trasognato mentre l'acqua fredda delle onde gli bagnava i piedi per poi ritirarsi indietro, richiamata dalla corrente.
Lo osservavo seduto su un telo poco più indietro, Taehyung scrutava l'orizzonte con occhi meravigliati, prendeva la sabbia in mano e la faceva ricadere lentamente a terra, si girava verso di me e rideva felice.

Le nostre labbra si cercarono parecchie volte, ci carezzavamo con passione nella solitudine della tranquilla spiaggetta, il rumore delle onde si accompagnava allo schioccare delle nostre labbra. Quando il sole tramontò brindammo alla nostra neonata intimità con del vino rosso che avevamo portato da casa e dei panini
(avremmo potuto procurarci qualcosa di più romantico, si) comprati in un negozietto sulla strada.

"È stato indescrivibilmente bello" disse Taehyung fra le mie braccia, al chiaro di luna sulla sabbia ormai fredda della spiaggetta.
"Immagino per te sia la norma" disse con tono neutro.
Lo rassicurai che anche per me era stata un'esperienza che avrei conservato cara nel cuore "Ti sbagli,
non scambierei questa giornata insieme a te con nessuna cosa al mondo" dissi con tono fermo.
"con te" ripetè lui.

C'erano ancora molte cose sul suo conto che mi destavano curiosità e molte delle cose che diceva rimanevano alle mie orecchie indecifrabili, ma il tenero affetto immisurabile che provavo nei suoi confronti mi dava pazienza abbastanza per attendere che fosse lui ad aprirsi al dialogo, con i suoi tempi, quando meglio preferiva, non volevo forzarlo a riaprire ferite ormai cicatrizzate.

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-cherry trees; vkook

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