643 106 69
                                    

Il giorno seguente arrivai a scuola come sempre dieci minuti in anticipo e mi fermai all'angolo della scuola

Ops! Esta imagem não segue nossas diretrizes de conteúdo. Para continuar a publicação, tente removê-la ou carregar outra.

Il giorno seguente arrivai a scuola come sempre dieci minuti in anticipo e mi fermai all'angolo della scuola.

Qualche minuto più tardi Taehyung scese dall'autobus, un paio di grandi occhiali tondi gli contornavano gli occhi. Non fece quasi in tempo a scendere che inciampò su una mattonella fuori posto e cadde a terra, lo zaino si era aperto e i libri di scuola erano sparsi sul terreno. Sussultai assistendo alla scena e corsi subito in suo aiuto, ringraziando il fato per avermi presentato un'occasione tanto preziosa.

Mi chinai a fianco a lui e richiamai la sua attenzione chiedendogli se stesse bene, se non si fosse ferito.
Il moro si girò verso di me con aria smarrita e annuì più volte, senza aggiungere nulla. I suoi occhi sembravano più chiari del giorno prima.
Presi il suo zaino e cominciai a raccogliere i libri da terra, infilandoceli dentro.
«Ecco, tieni» dissi porgendogli lo zaino.

«Senti» continuai imbarazzato «avresti voglia di fare qualcosa oggi?» chiesi paonazzo in volto, dopo aver raccolto tutto il coraggio di cui ero provvisto.
Lui annuì energicamente e prese lo zaino ringraziandomi.
«Bene mh... ti andrebbe di venire a casa mia a studiare insieme? O preferisci andare da qualche altra parte?»

«C'è un posto carino nel bosco» disse sistemandosi gli occhiali sul naso.
Un brivido percorse tutto il mio corpo e le mie guance arrossirono violentemente, reagendo alla voce dal tono tetro del moro. Il giorno prima non avevo fatto caso alla sensualità intrinseca alla voce di Taehyung, il nervosismo aveva annebbiato i miei sensi. C'era qualcosa nella sua voce di molto attraente, si addiceva perfettamente alla sua aura di poeta maledetto.

«Va bene, passiamo a prendere qualcosa da Subway?»
Il moro annuì nuovamente.
La campana della scuola suonò, rompendo con presunzione l'atmosfera di intimità che ero riuscito a creare dopo tanti sforzi.

Finita la scuola e preso il cibo da Subway ci incamminammo verso il bosco. Non parlammo molto durante il tragitto, Taehyung camminava tranquillo davanti a me, io lo seguivo

osservandolo con meraviglia. La camicia a quadretti bianca e neri che indossava svolazzava leggera ad ogni folata di vento, rivelando ogni tanto lembi di pelle cerea della sua schiena.
All'entrata del bosco era stato infisso un cartello in legno che recitava "benvenuti nel bosco dei ciliegi"
Adoravo i ciliegi. Ne avevo un albero nel giardino di casa mia, d'estate sedevo sempre all'ombra della sua chioma, sulle sue radici a leggere.

Cominciammo a camminare per il sentiero di ghiaia attraverso il verde della vegetazione e i colori vivaci dei fiori che crescevano in abbondanza sul terreno.
«Vieni, ti faccio vedere una cosa» disse rompendo il silenzio e il mio flusso di pensieri, prendendomi per il polso e conducendomi tra gli alberi, apparentemente verso il nulla, cominciando a fischiettare allegro.
Il sentiero si allontanava sempre di più ad ogni nostro passo, la pressione delle dita fredde di Taehyung sul mio polso trasmetteva continuamente brividi sulle mie braccia e mi lasciavo trasportare con cueca fiducia dal moro, sicuro che non ci saremmo persi nel bosco.

Continuammo a camminare per qualche minuto, superammo una grande quercia e sbucammo in uno spiazzo di erba vuoto. Al centro dello spiazzo si presentava un piccolo stagno dall'acqua limpida. Sulla sua superficie galleggiavano ninfee dai colori delicati, e si potevano scorgere rane e girini che nuotavano in modo frenetico da una parte all'altra, probabilmente spaventati dalla nostra presenza.
Sembrava di osservare un quadro dipinto durante il periodo impressionista.

Taehyung lasciò il mio polso e si sedette a terra, tirò fuori dal suo sacchetto il cibo preso poco prima da Subway e cominciò a mangiare, quindi mi sedetti di fronte a lui e mi gustai anch'io il mio pranzo, cullato dal fruscio dolce delle piante smosse dal vento. Terminato di mangiare il suo panino, il moro si sdraiò a terra, le braccia spalancate sul prato e la testa appoggiata al prato, come a godersi i tiepidi raggi del sole.

Lo guardai, era davvero bello. Aveva dei lineamenti molto fini, contornati da una mascella marcata, che conferiva al moro un'aria vagamente autoritaria.

Notai una briciola di pane sul suo labbro inferiore. Mi morsi il labbro, tentato di allungare la mano sul suo volto e di toglierla con le dita.
Continuai a tormentarmi osservando la sua bocca rosea e fantasticando sulla sensazione che avrei provato tastando con le dita le sue labbra morbide. Mentre ero ancora assorto nelle mie fantasticherie notai che le sue labbra si erano inarcate in un sorriso, come si fosse accorto dei miei pensieri impuri. Improvvisamente si alzò da terra e si mise seduto, spostando i suoi occhi sui miei. La luce del sole illuminava il suo volto e faceva risplendere i suoi occhi chiari.
Prese la mia mano e la portò verso la sua bocca, quindi fece in modo che le mie dita poggiassero sulle sue labbra.

Continuò a guardarmi, mentre spostavo le dita rapito sulla lunghezza delle sue labbra, morbide, leggermente umide.

Spostai lentamente la mia mano dal suo viso, ancora ci guardavamo negli occhi.
I battiti del mio cuore rimbombavano forti in tutto il mio corpo, il mio basso ventre era pervaso da una piacevola striscia di calore che si spandeva per tutto il corpo.

Quindi Taehyung si adagiò nuovamente sul terreno, tornando a godersi le carezze del sole. Chiusi gli occhi e respirai profondamente per cercare di calmarmi. 

«Grazie» disse Taehyung.
Allungò la sua mano verso di me e incrociò le mie dita alle sue.
Non sembrava neanche più tanto fredda, la sua mano nella mia.

🐉

-cherry trees; vkook

cherry trees :: vkookOnde histórias criam vida. Descubra agora