Capitolo 21: L'ombra della morte

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Loki e le sue copie dischiudono le labbra, mostrando una smorfia di preoccupazione sul viso.

"Mostri di sapere molte cose..." lo interrompe Freya, tracciando nell'aria la runa del fuoco. "Cose che non dovresti conoscere" aggiunge.

"Jormungand conosce ogni cosa, il Grande Serpente vede tutto."

"Collabori con lui?"

In risposta Aster inclina la testa all'indietro ed emette una risata acuta e profonda che la fa rabbrividire. Freya deglutisce poi alza i palmi al cielo e fa cadere su di lui una pioggia di fiamme blu.

Il loro avversario grida ed emette strani lamenti. L'odore della carne bruciata ricorda a Freya l'incendio di quando era bambina, ma continua a fissarlo, insensibile di fronte ai suoi gemiti di dolore.

Eppure Aster si rialza in piedi, l'armatura incandescente e una crepa nella maschera che gli nasconde il volto.

Loki gli lancia addosso una scarica di energia che l'altro rimanda indietro, colpendo il vero dio degli inganni, non una copia, e facendolo precipitare addosso a una statua che si spezza sotto il corpo del secondogenito di Odino.

Freya porta la mano al fianco, ma è aria ciò che trova non Vanadis.

Aster a differenza sua non esita e la raggiunge in brevi falcate con la sua lama dal metallo nero.

"Speravo che voi sareste stati degni avversari" le bisbiglia all'orecchio, mentre lei è costretta a chiamare il Seiðr per creare una barriera.

Loki lo raggiunge alle spalle, l'espressione livida di rabbia e gli affonda nel torace un pezzo di ghiaccio acuminato.

Aster tossisce, poi allunga la mano per estrarre anche quell'oggetto estraneo.

"Se ti tagliassimo la testa... moriresti?" commenta Freya.

"Io dico che vale la pena fare un tentativo" osserva Loki ghignando. "Vediamo se riesci a farti ricrescere anche quella."

Ma poi accade qualcosa di imprevisto.

Lo spettro compare alle spalle di Aster: una figura nera e incappucciata, inafferrabile come le ombre della sera. Trascina con sé le catene che Freya ha già notato nei loro precedenti incontri. Avanza lento, ma quando le sue dita sfiorano la tempia di Aster questo cade in ginocchio, sibilando e scuotendo la testa come se dovesse liberarsi di un incubo.

"Ti credevo prigioniera" geme la voce di Aster, fissando lo spettro.

"Cosa vuoi?" obietta Loki, molto più pratico.

L'ombra si sposta su di lui in meno di un battito di ciglia e Freya fa appena in temo a chiamarlo per nome che anche il dio degli inganni si trova ansimante rannicchiato sotto la statua dell'angelo.

Lei indietreggia, studiando il movimento di ogni ombra per timore che lo spettro possa prenderla alla sprovvista.

"Non riesci a ucciderlo?" la voce che le parla è come ghiaccio nel cuore. Fredda, impersonale e che promette indicibili torture. Indica Aster, agonizzante quanto Loki. "La resa non è una scelta contemplabile, o sbaglio? Forse c'è una spiegazione, non credi?"

Freya si sforza di vedere un volto al di là del cappuccio, ma coglie solo ombre. "Cosa vuoi dire?" lo interroga con timore. La paura che cresce dentro di lei è irrazionale, qualcosa che non riesce a spiegarsi. Eppure...

Lo spettro le si avvicina. "Che sapore ha la morte? Tu lo conosci?"

È una voce strana: a tratti giovane e in altri assomiglia a quella di un anziano

Cicatrici   |COMPLETA|Where stories live. Discover now