Capitolo 17: La leggenda di Fáfnir

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"Sei stato molto..." Freya si porta l'indice alle labbra, indecisa su quale sia il termine più adatto da utilizzare in quel frangente. "...Stupido" conclude con un sospiro sfinito.

Loki è seduto in un angolo, su una specie di nicchia scavata nella roccia, e lei lo trova decisamente troppo rilassato per uno che ha sfidato il gigante pallido a un combattimento potenzialmente mortale.

I due Jotun se ne sono andati da diversi minuti, eppure Freya si sente ancora a disagio.

"Prego. Ti ho solo salvato dalle peggiori umiliazioni che potevano capitarti" risponde il dio degli inganni. "Sembri stare meglio."

"Non è divertente" gli fa notare, cupa.

"No, non lo è" conviene Loki, assorto in altri pensieri.

Freya alza lo sguardo e esamina la cella in cui si trovano. Per tre quarti è stata ricavata scavando all'interno della montagna, motivo per cui c'è una foro in alto, dal quale entra costantemente vento gelido.

"Hai visto la cicatrice che Thrym ha sul viso?" gli domanda, sfregando le mani tra loro per tentare di riscaldarle.

"Impossibile non notarla." commenta Loki.

"Fu mio padre a ferirlo" rivela Freya, scacciando dalla mente il volto di Víli. "Accadde durante l'ultima guerra. Si scontrarono sul campo di battaglia, mentre Laufey era impegnato nel tentativo di uccidere Odino."

"Peccato che Víli non lo abbia ucciso" fa notare il dio degli inganni.

"Non ci andò nemmeno vicino" prosegue lei con il racconto. "Mia madre mi ha rivelato che quella è stata l'unica occasione in cui mio padre uscì perdente da una battaglia. Thrym lo ferì a una gamba e fu solo grazie all'intervento di Lord Tyr se si salvò. Ricordo che in inverno Víli odiava uscire di casa perché la gamba gli doleva e zoppicava in modo evidente."

"Una sfortuna che non si siano uccisi a vicenda" ritratta Loki con una smorfia e Freya accenna a un sorriso.

"Comunque... come monito di quel combattimento mio padre lasciò a Thrym il segno che ora gli deturpa il viso."

Loki rimane in silenzio, ma si volta verso di lei, guardandole la schiena. Freya si irrigidisce e si appoggia alla roccia soffocando il dolore che ciò le provoca. Non vuole che lui veda di nuovo quei segni, simboli della sua condanna. È una questione che la lascia troppo vulnerabile e lei non può essere debole.

"Come pensi di riuscire a sconfiggerlo?" dice, cercando di riportare l'attenzione sullo Jotun.

"L'inganno è la mia arte. Mi verrà in mente qualcosa."

Freya ha il sospetto che lui non abbia la minima idea di come fare per vincere la sfida, ma, in fondo, nel suo sangue scorre davvero quello del defunto re di Jotunheim e lei ha imparato a non sottovalutare il dio degli inganni.

Prende Brísingamen tra le mani e gioca distrattamente con il gioiello in modo quasi infantile.

"Thrym ha detto che vi scontrerete tra una settimana..." ragiona ad alta voce, lanciando una rapida occhiata fuori dalla finestra. Fa alcuni rapidi calcoli mentali e assottiglia le labbra quando si rende conto di ciò che ha scoperto.

"La Convergenza" entrambi formulano la parola nello stesso istante.

Loki si alza in piedi e lei lo guarda camminare avanti e indietro lungo la cella.

"L'allineamento dei pianeti è un evento molto raro" considera lui, ad alta voce.

"Heimdall ne ha parlato a Thor" si intromette Freya. "I Nove Regni non saranno mai tanto vicini come in quel momento."

Cicatrici   |COMPLETA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora