XVI

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Un'ora di nuoto era proprio quello che ci voleva.
Mi avvicino al bordo della vasca, esco e provo subito brividi di freddo solcarmi la pelle . Infilo le ciabatte, tolgo la cuffia e slego i capelli da cui iniziano a cadere piccole e silenziose goccioline che, come un ruscello, scendono percorrendo tutto il corpo fino ai piedi.
Resto nello spogliatoio per un bel po' di tempo, anche se avrei dovuto sbrigarmi visto che alle 18:00 sarei dovuta andare a casa di Jenny.
Dopo l'accaduto non abbiamo più avuto modo di parlare e, la mia ardente curiosità, purtroppo, mi invoglia a scoprire in che modo e quando si è conclusa la festa.

* * * *

La porta scorrevole della palestra si apre ed io mi avvio verso la discesa che porta alla strada principale.
Sto per completare la discesa quando vedo una macchina che accosta.
È Antonio, che si affaccia al finestrino abbassato e mi offre gentilmente un passaggio fino a casa della mia amica.
La strada da fare non è molta, ma accetto immediatamente perché ho voglia di svelare l'arcano sulla storia di Antonio e Jennifer.
Mi siedo ed allaccio la cintura, lo ringrazio e poi, dopo aver parlato del più e del meno, introduco il discorso tanto desiderato.
Ovviamente, non chiedo nulla in maniera troppo esplicita, gli dico solo :" Ho visto che hai avuto modo di parlare con Jenny."
"Sì, ed è stato piacevole, ma non credo che sia la ragazza adatta a me. Lo so che non mi hai domandato questo, ma ti do già una risposta prima che ti venga il desiderio di scoprirlo. " mi risponde lui e , detto questo, mi lancia un sorriso, o almeno così interpreto quelle sue labbra arcuate.
Ed io che avevo tanto sperato che Jenny potesse coronare il suo sogno con una storia d'amore appassionante... evidentemente anche questo volta mi sono sbagliata.
Con lo scopo di incoraggiarlo a continuare a parlare con la mia compagna, gli consiglio :" Beh, forse avete bisogno di un po' più di tempi per conoscervi, niente si costruisce in due minuti."
"No, non è questo. Lei è una ragazza sveglia, simpatica , senza troppi difetti..."dice.
"No, aspetta, è una maniaca dell'ordine."gli ricordo.
"Ah, è vero, su questo hai ragione. " approva lui.
"Beh, stavo dicendo, è una persona d'oro, ma non è quello che cerco. " continua lui.
"Non so come spiegarti, non ha suscitato in me particolare emozione, non sono stato colpito da alcuna scintilla. Che sia chiaro, non credo nel colpo di fulmine, ma penso che una coppia provi subito qualcosa di speciale, un sentimento che io non ho avvertito stando in sua compagnia."conclude un po' dispiaciuto ma consapevole di aver detto solo la pura verità.
Non ho intenzione di persistere sullo stesso argomento, così passo a parlare di altro, visto che le strade sono stracolme di macchine e noi sembriamo solo una delle piccole formichine che camminano lentamente facendosi strada in questo enorme bosco da cui provengono rumori insoliti, come clacson di macchine stufe di aspettare, urla di gente frettolosa e fischi di un vigile urbano che si trova sommerso da tutto ciò.
Finalmente riusciamo a districarci da questo rovo di spine e a trovare il frutto celato, la nostra destinazione.
Prima di scendere gli dico :" Mi dispiace averti recato tanto disturbo, di certo avrai perso più di venti minuti per accompagnarmi qui."
"Non devi assolutamente preoccuparti, quando si parla con te il tempo passa molto velocemente, hai sempre dei discorsi interessanti e divertenti da affrontare e con cui allietare l'attesa."mi rincuora Antonio.
Gli sorrido e, alla fine, quando sto quasi per citofonare a Jennifer, lui mi richiama :" Luisa, voglio che tu sappia che mi dispiace per ciò che è successo con Andrea e che quando ti va questo amico che hai davanti a te ci sarà sempre per una nuova chiacchierata."
Mi fa un occhiolino ed io, rallegrata dalle sue parole di conforto, mi avvicino al portone della mia amica, allo stesso tempo con l'amaro in bocca al solo pensiero di spezzare il cuore a Jennifer.

L'amore visto dagli occhi di un'adolescenteWhere stories live. Discover now