Capitolo 63

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Di colpo divenni rossa in volto e iniziai a indietreggiare fino a scontrare il muro con la schiena.

Le parole che avevo letto erano dedicate a me?

Impossibile.

Non era nulla di perverso o malato, erano soltanto parole dolci.

Lui mi guardò interessato dalla mia reazione e tolse le mani dalle tasche avvicinandosi lentamente.

Prima restò fermò a qualche millimetro da me, poi posò i suoi avambracci al muro cosicché il mio viso si trovasse tra loro.

I nostri volti erano a distanza minima esattamente come i corpi sottostanti.
I nostri occhi, invece, erano collegati da un unica direzione.

Ci guardavamo intensamente, lui mi trafiggeva con uno sguardo che ne avrebbe distrutto altri mille, il mio subiva, impotente e senza forze.

Sentivo il suo respiro caldo sulle mie labbra, e una altra sfilza di brividi mi percorse la schiena.

"Puoi dirmi ciò che provi?" chiese abbassando sempre di più la voce.

Il mio cuore batteva talmente forte che ero sicura l'avrebbe sentito anche lui.

Posai il mio sguardo sulla sua bocca ed involontariamente mi morsi il labbro inferiore.

Quando rialzai gli occhi sui suoi, scoprii che stava fissando intensamente le mie labbra. Non cedeva, ma cercava di resistere, glielo si leggeva in faccia.

"Se ora ti dicessi che mi piaci, cosa succederebbe?" domandai facendolo distrarre di nuovo.

"Questo già lo sai." sussurró scrutandomi in modo perverso.

Io ridacchiai cercando di non arrossire.

"Ti amo, Park Jimin."

Fu una cosa stranissima, bella, improvvisa.

Il fatto era che appena pronunciai quelle parole tutto cambiò.

Non eravamo più uno stalker e una vittima.

Eravamo due ragazzi innamorati l'uno dell'altra.

Per la prima volta ci baciammo consapevoli del fatto che non sarebbe stata l'ultima.

E, credetemi, la sensazione che provai io quel giorno, è la cosa più difficile da spiegare ma anche la più importante.

Perché da quell'istante in poi, fummo io e Jimin contro tutti.


Living with BTSWhere stories live. Discover now