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<< Vuoi fare una passeggiata fuori?>> le chiesi al pomeriggio. Camilla scosse forte la testa.
<< Voglio della cocaina ma non posso averla quindi resto qui sul letto>> disse con decisione. Non sapevo che cosa fare così mi limitai a guardarla negli occhi.
Mi disse di avere molto caldo così mi alzai dal letto dopo ore di inerzia. Una fame lancinante mi costrinse a scendere le scale e per andare in cucina a preparare qualcosa.
Quando tornai in camera da letto la trovai ancora stesa.
<< Non ho fame>> mi disse quando le allungai un panino con il prosciutto.
<< Devi pur mangiare qualcosa>> le dissi premurosa. Lei mi guardò come se fossi un genitore cattivo e lei la bambina, poi prese il panino dalle mie mani ed iniziò a mangiare.
Feci lo stesso con quello che mi ero preparata per me e in silenzio cenammo.
<< Ho bisogno di fare una doccia. Ho prurito dappertutto>> mi disse alzandosi dal letto.
Io annuii e la aiutai ad andare al bagno. Una volta entrata Camila si guardò intorno forse alla ricerca della roba ma quando non la trovo si rassegnò ed entrò nella doccia dopo essersi svestita.
Io uscii dal bagno e la lasciai tranquilla, tornando in camera per sistemare le coperte.
Quando Camilla tornò notai che era completamente nuda così mi affrettai a prenderle dei vestiti puliti da indossare.
Lei si rivestì poi mi guardò e mi sorrise per la prima volta. Ricambiai il suo sorriso, teneramente, poi lei mi disse di essere stanca e di aver bisogno di dormire.
Le rimboccai le coperte e la lasciai tranquilla, uscendo dalla camera e tornando in cucina.
Una volta sola ripensai a quello che stava succedendo, a quello che avrei dovuto subire e mi chiesi se fossi pronta.
Dovevo esserlo, per lei, così chiusi la porta chiave e tornai in camera da letto stendendomi accanto a lei. Camila si lamentò nel sonno ma non si svegliò.

Il giorno dopo fu davvero difficile.
Camila si svegliò di pessimo umore, e quando le chiesi se volesse un po' di caffè lei mi disse che voleva bere dell'alcol.
Scossi la testa con forza e le dissi di no e lei mi trattò male dicendomi che la stavo tenendo in gabbia. Sapevo che non era la vera lei a parlare, così lasciai perdere e lei non disse nulla.
Si spostò in salotto per guardare la tv, e quando la raggiunsi iniziò a piangere forte, dicendomi che le faceva molto male e che aveva bisogno di farsi.
Non sapevo che cosa fare per farla stare bene così mi limitai ad abbracciarla forte e a trasmetterle tutto il mio amore.
Restammo su quel divano per tutto il pomeriggio, poi Camila si alzò di scatto dicendomi di dover vomitare.
La seguii in bagno e l'aiutai, reggendole la testa. Vomitò soltanto saliva perché non aveva ancora mangiato niente.
La riportai in camera da letto e mi stesi accanto a lei, ma poco dopo le sue gambe iniziarono a muoversi come impazzite, e mi disse di non riuscire  più a stare distesa.
Si alzò ed iniziò ad andare su e giù per la stanza, come se fosse impazzita, per poi andare alla sua borsa e svuotarla sul letto.
Quando non trovò niente inveì contro di me ma non dissi niente, lasciandola sfogare.
Quando tornò sul letto si lasciò cadere sulle lenzuola e mi guardo con gli occhi spiritati.
Quando cercai di accarezzarle i capelli lei mi disse di andarmene, di lasciarla sola e feci quello che mi aveva detto.
Mi alzai dal letto e scesi le scale per andare in cucina, prendendo poi dell'altro caffè e andando in salotto per guardare la televisione.
Per ora non c'era niente che potessi fare per impedire a Camila di odiarmi.

Mi minacciò, mi disse di andare al diavolo.
Vomitò sul letto, si chiuse in camera impedendomi di pulire.
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola quando le impedii di andarsene, chiudendola in camera da letto.
Continuò ad implorarmi di darle quello di cui aveva bisogno.
Trascorse tutto il suo tempo a letto senza fare nulla soltanto ad urlare per il dolore.
Non ci parlammo per giorni, lei soffriva troppo ed io non sapevo che cosa dire.
Trascorsi tutto il mio tempo seduta sul pavimento mentre lei urlava di dolore, sul letto.
Al quinto giorno uscì dalla camera e venne verso di me.
<< Sto meglio adesso. Riesco a volerti ancora bene>> disse abbracciandomi.
La strinsi forte a me e lei pianse tutte le sue lacrime.

Ma il dolore non era ancora finito.

16 marzo 2017

CamilaWhere stories live. Discover now