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Mentire alla mia famiglia non era nei miei piani, ma a restare chiusa in casa sarei impazzita. Decisi di andare in centro a piedi per pensare a quello che mi stava succedendo. Ero attratta da Camila come se lei fosse una calamita. Pensavo di essere etero ma forse mi sbagliavo. Oppure lo ero ma lei era l'unica eccezione. Non ero mai stata attratta dai ragazzi, pensavo soltanto di essere normale, di uscire un giorno con uno di loro e mettere su famiglia in un futuro.  Non avrei mai pensato di uscire con una ragazza e provare attrazione per lei.
Persa nei miei pensieri non mi resi conto di essere arrivata al locale a cui avevo pensato. Entrai e la musica assordante mi fece quasi tornare indietro. Non era una musica pessima, anzi, si trattava di un vecchio pezzo dei Nirvana.
Mi avvicinai al bancone e mi sedetti. Il barista mi vide e venne verso di me sorridendomi.
<< Che cosa ti porto tesoro?>> mi chiese subito.
<< Una birra può andare>> risposi io, guardandomi intorno. Quando arrivò la mia bottiglia di birra la presi ed iniziai a bere senza smettere di guardarmi intorno. Non cercavo nessuno in particolare, volevo soltanto tenermi occupata.
La birra era buona e dopo averla finita ne chiesi subito un'altra. C'era così tanta gente intorno a me che mi persi totalmente a guardare la folla. Ero sola, ma nessuno si sedette accanto a me, fortunatamente. Mi persi ad ascoltare le note della musica, ora un pezzo pop. Ebbi voglia di alzarmi così mi spostai su uno dei divanetti rossi posti in fondo alla sala. Mi sedetti e accavallai le gambe, senza smettere di guardare le persone. Stavo per portare la bottiglia alle labbra quando vidi due persone famigliari dall'altra parte del locale.
Mio fratello e la sua ragazza. Erano seduti al bacone, ma non sembravano avermi vista perché si stavano baciando, due bottiglie di birra davanti.
Mi irrigidii e restai sospesa nella paura. Se mi avessero visto sarebbe stata la fine. Per mio fratello io ero a casa in quel momento, in punizione, non in un locale a bere birra. Mi alzai dal divanetto e mi recai al bagno più velocemente possibile, rischiando di andare contro una ragazza. Alzai lo sguardo e quella mi fulminò. Le chiesi scusa e corsi letteralmente nei bagni.  
Gettai la bottiglia nella pattumiera e mi specchiai allo specchio, rinfrescandomi poi la pelle del viso. Se mi avessero visto sarebbe stata la fine. Stavo per uscire quando sentii chiaramente la voce di Jennifer.
<< Cazzo>> imprecai. Nel bagno c'ero soltanto io, a parte una porta chiusa da quando ero entrata, così mi rifugiai nel primo che trovai, chiudendomi la porta alle spalle. La sentii entrare e ridere, forse rivolta a mio fratello che non era potuto entrare. Si chiuse in un bagno e attesi che facesse le sue cose prima di uscire. Restai ancora un po' nel bagno per non rischiare di trovarmela davanti una volta uscita. Restare in quel locale era troppo rischioso, ma non volevo andarmene.
Prima di uscire mi specchiai ancora una volta poi andai alla porta, aprendola e tornando in mezzo alla folla. Avevo voglia di bere di nuovo ma non potevo avvicinarmi al bancone, così tornai al divanetto e cercai mio fratello tra la folla. Lo vidi ancora seduto al bancone, intento a bere la sua birra. Jennifer non si vedeva ancora, forse era tornata in bagno. Dalla voce non sembrava essere molto sobria. Mi ricordai di indossare una felpa con il cappuccio così lo indossai immediatamente, attirando l'attenzione delle persone attorno a me. Non mi importava, era l'unico modo per restare in quel locale. Sicura di non essere vista raggiunsi il bancone e chiesi un'altra birra. Mio fratello era lontano, ed ora vicino a lui c'era Jennifer. Stavano parlando, lui mi dava le spalle. Distolsi immediatamente lo sguardo, sentendomi colpevole, poi bevvi un sorso di birra.
In quel momento partì una canzone che non conoscevo, e tutti iniziarono a ballare. Scossi la testa, prendendo la mia bottiglia e tornando ai divanetti. Quando mi sedetti sul primo che trovai libero, fissando di nuovo mio fratello vidi la prima persona che non mi sarei mai aspettata di vedere.

Camila

Stava ballando con le braccia sollevate in aria, ed era bellissima. Mio fratello era vicinissimo a lei, quindi non potevo andare da lei, mi accontentai di guardarla da lontano. Era bellissima, indossava un vestito nero e bianco che metteva in risalto le forme del suo corpo. Sembrava non essersi nemmeno accorta delle persone accanto a lei, ballava come se non ci fosse nessuno attorno a lei.
Tutto accade in un baleno. Michael comparve sulla scena, portando le mani sul braccio di Camila e facendola fermare. Lei si dimenò, desiderosa di tornare a ballare ma lui non voleva, continuava a strattonarla. In quel momento mio fratello si alzò dalla sedia dove era seduto e si rivolse a Michael. Non so che cosa gli disse però quell'energumeno lo prese per il colletto della maglietta, strattonandolo. Subito dopo alle sue spalle comparve un uomo grande e grosso che prese a picchiare mio fratello. Lo colpì con forza allo stomaco. Jennifer si portò le mani davanti alla faccia, troppo sconvolta per fare qualcosa. Guardai la scena come un automa, incapace. Vidi Michael dare il cambio a quell'uomo e dare un calcio a Shane il quale cadde sul pavimento. Tutti i clienti si fecero da parte, assistendo alla scena come se fosse una cosa da tutti i giorni.
Michael prese la mano di Camila e la portò via da quella scena. La ragazza si mise ad urlare attirando l'attenzione di tutti su di se, ma Michael non si fermò. La portò via e lei si dissolse in mezzo alla folla. Non mi importava niente della punizione, dovevo aiutare mio fratello. Così mi mossi in mezzo alla gente, andando verso di lui. Quando Jennifer mi vide spalancò gli occhi, scagliandosi sull'uomo che stava ancora picchiando mio fratello. La vidi estrarre il distintivo e quello si fermò, inumidendosi il labbro inferiore per poi allontanarsi da mio fratello, finalmente.
<< Lauren. Che ci fai qui?>> disse Jennifer chinandosi su Shane il quale si alzò con fatica. Quando mi vide fece la stessa cosa di Jennifer, spalancò gli occhi. Ma era troppo sofferente per aggiungere qualcosa.
<< Non importa che cosa ci faccio io qui. Che diamine è successo?>> chiesi.
Shane si sedette di nuovo sulla sedia del bancone, portandosi una mano sul fianco.
<< Se papà sa che sei qui ti ammazza>> disse.
<< Non mi importa. Che cosa è successo?>> chiesi di nuovo. Fu Jennifer a parlare. Mi disse di aver visto Shane andare da Michael e Camila per aiutare la ragazza. Sembrava aver bisogno di aiuto. Tutto era successo troppo in fretta. Si era preso della botte soltanto perché aveva cercato di aiutare una ragazza. Michael e il suo scagnozzo erano pericolosi. Camila era in pericolo.

Mi trovavo in macchina di Jennifer. Lei era troppo arrabbiata così aveva insistito per guidare. Aveva anche cercato di portare Shane in ospedale ma lui aveva detto che c'era il rischio di trovare papà. Mi sentii in colpa.
<< Sto bene>> disse lui come se mi avesse letto nel pensiero. Io annuii, incapace di fare altro e tornai a guardare fuori dal finestrino. Non sapevo neppure da dove iniziare a raccontare. Sapevo di dover dire a mio fratello di conoscere quella ragazza.
<< Che ci facevi in quel locale? Non eri in punizione? >> chiese Jennifer lanciandomi uno sguardo dallo specchietto retrovisore.
<< Si, ma avevo voglia di uscire. Mi dispiace tanto>> dissi sinceramente dispiaciuta.
<< Non fa nulla. Basta che papà non lo scopra. Non farlo mai più però>> disse Shane serio.
<< Io conosco quella ragazza>> dissi tutto d'un fiato, attirando l'attenzione di mio fratello che si voltò nella mia direzione.
<< Che vuoi dire?>> mi chiese. Così gli raccontai ogni cosa, senza omettere nulla. Shane non disse nulla ma guardò Jennifer la quale sospirò.
<< Devi stare lontano da quella ragazza>> disse seria.
<< Perché?>> chiesi punta sul vivo.
<< Perché se è davvero una prostituta il suo protettore non lascerà mai che tu ti avvicini a lei. Inoltre l'ho trovata a fumare eroina in bagno>> disse Jennifer.
<< Fumare eroina? Credevo si iniettasse>>
<< Puoi prenderla come vuoi. Puoi fumarla, iniettarla, sniffarla>> mi disse Jennifer. Chi ero io per dire il contrario, lei era un poliziotta, lo sapeva meglio di me. La mia paura più grande si era realizzata. Camila si era fatta di qualcosa, quel pomeriggio, in bagno. Avevo avuto ragione.
Faceva un male cane.
<> Stai bene?>> mi chiese Shane. Io annuii, ancora afflitta dall'immagine di Camila seduta sul pavimento a fumare eroina.
<< Che cosa significa? Che cosa è successo dopo che l'hai vista?>> chiesi a Jennifer.
<< Niente. Mi sono scusata e sono uscita dal bagno, ma lei non mi ha neppure vista. Continuava a starsene lì, sorridente, sul pavimento. Sono andata in un altro bagno e poi sono tornata da Shane. L'ho rivista poco dopo ballare accanto a noi>>
Mi ricordai di quando l'avevo vista ballare, bellissima e felice. Poi tutto era finito quando quell'animale l'aveva fermata. Continuai a guardare fuori dal finestrino, incapace di parlare.
<< Come si chiama quell'uomo?>> mi chiese Jennifer una volta a casa. gli dissi il nome di Michael e lei mi disse che avrebbe fatto qualche ricerca ma che dovevo stare attenta. Shane non disse una parola, pensai che fosse arrabbiato con me.
Era mezzanotte quando tornammo a casa. Papà non era ancora rientrato. Chiesi a Shane se avesse bisogno di qualcosa ma lui mi disse che stava bene. Andai a letto con il cuore in gola. Pensai a Camila per tutto il tempo. Sperai che stesse bene, perché io non stavo bene per niente.
Michael era pericoloso. E lei era in pericolo.
Quel pensiero continuò a rimbalzarmi nella mente, finché non scivolai nel buio e mi addormentai. 

Ecco il capitolo nuovo, che ne dite? Me lo fate sapere in un commento? :) Alla prossima 😍❤

1 marzo 2017

CamilaWhere stories live. Discover now