Capitolo 17

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Élodie

Era passata ormai una settimana da quando Tyler ed io avevamo trovato un accordo. Nonostante ormai avessimo di nuovo un rapporto quasi quotidiano, sempre e solo di amicizia, non ero ancora pronta a tornare a Orlando ed affrontare tutti quei luoghi che mi ricordavano la mia relazione con quel ragazzo. La ferita che mi era stata causata dalle sue bugie non si era ancora rimarginata e temevo che, una volta tornata in quella città, i posti che testimoniavano le sue menzogne mi avrebbero fatta tornare sui miei passi facendomi credere che la nostra amicizia non sarebbe mai potuta durare. Perciò avevo deciso che sarei rimasta a New York ancora un po' di tempo o, almeno, fino a quando i genitori di Alice non mi avrebbero cacciata. Fino al momento della mia partenza avrei lavorato in questa città, mi sarei mantenuta e avrei cercato di non incasinare l'amicizia che avevo con Tyler.
Non sarebbe stato difficile!
Per quanto riguardava il lavoro avevo appena trovato un posto da cameriera in un bar non molto lontano da casa, non era un posto fisso e spesso venivo chiamata solo quando avevano necessità di personale o per le emergenze, ma a me andava bene così visto che riuscivo a guadagnarmi qualche soldo. Ovviamente non riuscivo a campare con quel denaro, ma almeno ero in grado di badare ad alcune spese togliendole così dalle spalle di Alice. Lei era l'unica che, dopo la morte dei mie, non mi aveva lasciata sola neanche un istante, si era presa cura di me e aveva badato alla mia salute cercando di farmi riemergere da tutto il dolore che provavo. Io con lei avevo fatto esattamente la stessa cosa, ci eravamo sostenute a vicenda e, anche se in quel momento eravamo lontane fisicamente, i nostri cuori erano legati e continuavano ad aiutarsi a vicenda. Ci sentivamo ogni sera, io la chiamavo e, anche se a volte facevo tardi, lei non andava a dormire se non riceveva la mia telefonata. Erano anche questi piccoli gesti che mi ricordavano quanto fossi fortunata ad avere una persona come lei al mio fianco, una donna che riusciva a colmare il vuoto di una madre persa troppo prematuramente, ma senza nasconderne o eclissarne la memoria.
Quella sera ci eravamo intrattenuti di più rispetto al solito e, se non fosse stato per il campanello che suonava, probabilmente avremmo continuato a parlare per molto altro tempo ancora. L'avevo salutata in fretta promettendole che le avrei mandato un messaggio appena sarei rientrata dalla festa e poi chiusi la chiamata.
Presi la borsa dal mobile che c'era all'ingresso ed uscii di casa. Feci le scale di corsa e una volta fuori Tyler mi aspettava appoggiato al cofano della sua macchina nuova.
« Ti fai sempre attendere!» disse divertito raggiungendo la portiera del lato del passeggero per aprirla.
« Ma stai zitto, per una volta che sono puntuale non puoi rimproverarmi.» lo canzonai io guardando l'ora all'interno dell'auto.
In tutta risposta alzò gli occhi al cielo e, dopo aver chiuso la portiera, fece il giro della macchina per raggiungere la postazione da conducente.
Non disse più nulla durante tutto il tragitto, ma per tutto il tempo continuò a ghignare divertito.
« Sei fastidioso!» sbottai scendendo dall'auto e raggiungendo l'entrata del locale.
« Cos'ho fatto adesso?» chiese mantenendo quel sorriso in volto.
Sbuffai voltandomi verso di lui e, indietreggiando, arrivai alla porta del locale.
« Continui a ridere!» risposi infantile capendo solo una volta formulata quella frase quanto fosse insensata.
Spinsi la porta ed entrai senza aspettare una risposta.
Tyler mi affiancò subito e, dopo aver estratto il cellulare dalla tasca dei pantaloni, mi indicò dove andare. Mi lascia condurre da lui fino a quando vidi Bea.
Erano tutti seduti intorno ad un tavolo e stavano parlando animatamente come se si conoscessero da sempre. Bea, Peter, Josh e Steven stavano ridendo e scherzando, Samantha e Samuel erano accanto a loro e ascoltavano la conversazione esprimendo di tanto in tanto la loro opinione. Sean beveva il suo drink con un'espressione seria in volto e Nash lo guardava accigliato scuotendo la testa. Gli unici due che sembravano tristi erano Matt e Clara. Quest'ultima infatti aveva gli occhi velati di lacrime che sembravano sul punto di scorrere sulle sue guance e non fermarsi più. Dedussi che il loro stato d'animo era dovuto al fatto che si sarebbero dovuti lasciare per qualche tempo visto che lui doveva tornare in Florida per svolgere delle commissioni. Clara continuava a tenere lo sguardo basso mentre Matt le parlava e persisteva a chiudere gli occhi ad intervalli regolari per poi riaprirsi sperando che le lacrime se ne fossero andate.
Continuavo a fissare quella scena da lontano visto che nessuno dei miei amici mi aveva notata a causa delle numerose persone che mi dividevano da loro.
Matt alzò il mento della sua ragazza per far si che il loro sguardo si incontrasse e, una volta che i loro occhi furono in contatto, non ci fu bisogno di parole e sulle loro labbra spuntò un sorriso. Solo quando si lasciarono andare ad un bacio appassionato, distolsi lo sguardo.
« Vogliamo fare la nostra entrata in grande stile?» mi chiese Tyler sorridendomi.
Non mi ero accorta che per tutto il tempo era rimasto al mio fianco senza dire nulla. Probabilmente voleva capire cosa stavo facendo senza far distogliere la mia attenzione dai miei amici e cercava di leggere nei miei movimenti delle spiegazioni. In quel momento mi sentii tremendamente vulnerabile perché sapevo che, nell'osservare i ragazzi seduti al tavolo, avevo lasciato che le emozioni che provavo fossero riflesse nei miei occhi e lui le aveva lette.
Alzai lo sguardo nella sua direzione e annuii.
« Andiamo!» risposi proseguendo il mio cammino.
Raggiungemmo gli altri e, dopo averli salutati, prendemmo posto anche io e Tyler.
« Ma non manca Avery?» chiedi notando solo in quel momento l'assenza della ragazza.
« È andata a prendere da bere.» mi rispose Samantha alzando le spalle.
« Probabilmente sta cercando di fare colpo sul barista.» rise Samuel ricevendo così una gomitata e un'occhiataccia dalla sua ragazza.
« Quale barista?» chiese Bea incuriosita.
Si sporse sul tavolo appoggiando i gomiti sulla superficie solida e il viso sulle mani.
« Nessuno.» cercò di tagliare corto Samantha, ma Samuel non era del suo stesso avviso.
« Il barista che lavora qua. Penso sia l'unico ragazzo al mondo che è riuscito a far stare zitta Av.»
« Perché? Cos'ha fatto?» chiese ancora Bea.
Samantha sbuffò, probabilmente non voleva rendere la notizia di dominio pubblico.
« Avery riesce sempre ad ottenere ciò che vuole e anche con i ragazzi e sempre stato così, ma lui non si fa abbindolare facilmente.» concluse Samuel ridendo.
Nel periodo che avevo trascorso a New York erano state molteplici le serate che avevo passato in compagnia anche di Avery e, effettivamente, era successo che tornasse a casa con ragazzi conosciuti la sera stessa. Non l'avevo mai giudicata per questo, in fondo la vita era sua e ne faceva quello che voleva, però sapere che adesso aveva trovato qualcuno che riusciva a tenerle testa mi rendeva felice per lei perché forse finalmente questa persona avrebbe scaturito qualcosa in lei.
Osservai di nuovo Bea fare altre domande a Samuel, ma prima che potessi udirne le risposte, la sedia al mio fianco si spostò producendo un rumore fastidioso che mi indusse a voltarmi. Tyler era in piedi al mio fianco, il cellulare tra le mani e un cipiglio in volto.
« Tutto bene?» gli chiesi.
Lui mi guardò di sfuggita prima di riportare la sua attenzione sul telefono.
« Si, devo solo fare una chiamata.» disse prima di dirigersi verso l'uscita.
Lo guardai allontanarsi e, quando non lo vidi più, mi voltai di nuovo verso gli altri. Sentivo dei suoni uscire dalle loro labbra e vedevo le loro bocche muoversi, ma alle mie orecchie giungevano solo dei versi ovattati. I miei pensieri erano rivolti solo ad una persona e al suo strano comportamento. Rimasi ancora un attimo a riflettere sul da farsi poi finalmente mi decisi ad alzarmi e a raggiungere Tyler.
Notai Bea che mi fissava non capendo così, per rassicurarla, le sorrisi. In tutta risposta lei mi fece un occhiolino e con il capo mi indicò la porta di uscita. Senza farmelo ripetere volte uscii pronta a scoprire ciò che turbava Tyler.

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