Capitolo 16

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TYLER

Lo sapevo!
Sapevo sarebbe andata a finire così, non poteva che concludersi in questo modo.
Non mi aveva dato il tempo di spiegare, anche se non c'è nulla da dire in realtà, che se ne era andata via. Era stato un attimo ed avevo visto la mia unica possibilità di chiarire svanire nel nulla. Non potevo lasciare andare in fumo tutte le mie probabilità e soprattutto non potevo arrendermi, o almeno non prima di aver combattuto. Per questo motivo, appena sentii la porta del bar chiudersi, mi tirai mentalmente sue schiaffi per essere rimasto immobile senza fare nulla e corsi letteralmente fuori dal locale.
Ovviamente lei non c'era, come potevo pensare di trovarla qui fuori ad aspettarmi?
Se mi fossi trovato in un'altra situazione sicuramente avrei riso della mia stupidità, ma in quel momento non potevo permettermi di fare niente che non fosse trovare Élodie.
Mi guardai intorno, sicuramente non era andata tanto lontana. Infatti la vidi a qualche metro da me che aspettava che la luce del semaforo per pedoni diventasse verde. Si era mescolata tra la folla per non farsi vedere, ma non fu difficile per me notarla visto che continuava a muoversi sul posto e a scuotere energeticamente la testa.
La Raggiunsi prima che potesse attraversare la strada e, prendendole il polso, la feci ruotare verso di me.
Si voltò spaventata probabilmente non capendo chi potesse essere e appena mi vide cercò di liberare la presa così da scappare da me. Non ce l'avrebbe fatta tanto facilmente.
« Lascia che ti spieghi.» le dissi cauto.
« Non mi devi giustificazioni, ho capito da sola il messaggio.» mi rispose continuando a strattonare il braccio che le tenevo fermo.
Alle sue parole sentii una pugnalata al cuore, possibile che nonostante tutto credeva ancora che qualcuna potesse rimpiazzarla?
« Cazzo, Élo! Non hai capito niente, non è come sembra. Io ero lì solo per te!» dissi lasciando la presa al suo polso.
Fortunatamente non se ne andò, ma, al contrario, sembrava volesse portare fino in fondo questa discussione.
« Solo per me? Non farmi ridere Tyler! Vi ho visti, ho visto come parlavate e sicuramente non stavate parlando di me. Pensi davvero sia così stupida? Non mi freghi più, non ti lascerò farmi di nuovo del male.» disse ridendo amaramente e continuando a massaggiarsi il polso che fino a poco prima le tenevo.
Sapevo di non averlo stretto così tanto da poterle fare del male quindi non capivo il perché del suo comportamento.
« Cosa vuol dire che ti ho fregato? Sono stato chiaro con te sin da subito, ti ho raccontato del mio passato nonostante tu non volessi aprirti con me, hai sempre saputo le mie intenzioni.» dissi alzando leggermente il tono di voce.
Mi stavo innervosendo e questo non sarebbe dovuto succedere, ma lei stava dicendo cose non vere. Vidi le sue mani stringersi a pugno, a quanto pareva non ero l'unico infastidito.
« Chiaro?! Tu la chiami chiarezza? Mi hai mentito dall'inizio, tu sapevi ciò che mi avevi fatto, ma hai preferito tacere. Tu hai ucciso i miei genitori e non me lo hai detto neanche quando le cose tra di noi stavano diventando serie. Non sei mai stato completamente dentro alla nostra relazione, hai preferito scappare invece che parlarmi di ciò che avevi fatto.» mi urlò contro puntandomi un dito al centro del petto e mantenendo lo sguardo incatenato al mio.
« Allora è questo il problema? La mancanza di fiducia e il fatto che non ti ho detto nulla subito per paura di perderti non centrano niente allora. Tutto questo è la conseguenza di ciò che ho fatto anni fa.» ragionai ad alta voce ma mantenendola bassa.
Scossi la testa e risi di nuovo.
« So che sono l'ultimo che può darti consigli, ma devi lasciare che qualcuno ti aiuti. Si vede che non hai accettato ciò che è successo quel giorno, ti senti in colpa per essere sopravvissuta e non riesci a spiegarti il perché. So cosa significa, non immagini quante volte sia successo a me, ma non devi lasciare che il tuo passato rovini il tuo futuro. Fatti aiutare, come tu hai aiutato Alice, ora lascia che qualcuno si prenda cura di te, permettimi di aiutarti, accetta il mio consiglio e fatti aiutare. C'è gente come te nel mondo, persone che tentano di riprendere in mano la loro vita, è arrivato il momento che anche tu lo faccia. Per il tuo bene e, se proprio ci tieni così poco a te, fallo per Alice.» conclusi avvicinandomi a lei.
Istintivamente Élodie abbassò lo sguardo e indietreggiò di un passo: avevo centrato in pieno il punto.
L'avevo vista poche volte vulnerabile come in quel momento e, per un istante, aveva preso il sopravvento la voglia di abbracciarla, stringerla a me e rassicurarla, ma non potevo ancora farlo, c'erano ancora altre tappe intermedie prima.
« Di qualcosa. Ringraziami, maledicimi o insultami, ma non stare lì in silenzio.» sussurrai ancora.
Prese il lungo respiro, le sue spalle si alzarono e si abbassarono molto lentamente, poi, con tutta la forza di volontà che aveva in corpo, alzò lo sguardo. Aveva gli occhi lucidi,gli occhi tristi e malinconici.
Per la prima volta in vita mia avevo paura che le parole pronte per essere pronunciate mi avrebbero fatto male.
«Forse dovremmo ricominciare. Siamo troppo distanti in questo momento e sarebbe un suicidio provare a tornare insieme. Dovremmo allontanarci, tu da una parte e io dall'altra, trovare noi stessi e, dopo esserci riusciti, decidere cos'è meglio fare per noi. Hai ragione, è da un po' che ci rifletto, e devo affrontare il passato, ma non posso farlo al tuo fianco se non riesco a fidarmi completamente di te. Ho bisogno di una persona disposta a tutti e sulla quale posso contare al cento per cento e, in questo momento, quella persona non sei tu. Io sono solo un momento della tua vita, tra qualche mese ti dimenticherai di me e troverai un'altra ragazza. Adesso devi solo capire se vuoi continuare a correnti dietro o proseguire la tua vita da solo. Sappi solo che se scegli me avrai ancora molto da correre.» la sua voce era debole, quasi un sussurro e in quelle poche parole aveva rischiato più volte di scoppiare in lacrime.
« Quanto ci vorrà?» sospirai.
«Non lo so. Mesi o anni, dipende quanto ci metti a capire ciò che vuoi.»
Risi amaramente, possibile che non capiva?
« Io so cosa voglio, ho capito qual è il mio posto in questo mondo e so cosa voglio dal mio futuro. Ho fatto una cazzata, anzi più di una, ma voglio rimediare, voglio riconquistare la tua fiducia e non voglio aspettare. È stupido allontanarsi, non possiamo capire se stiamo bene insieme se non ci frequentiamo. Così facendo io diventerei solamente un ricordo del tuo passato da raccontare ai tuoi figli perché, diciamocelo, sei bella e simpatica e non faticheresti tanto a trovare un uomo adatto a te e soprattutto migliore del sottoscritto. Non chiedo molto, se non vuoi darmelo, mi accontento di un'amicizia. Io e te amici, che ne dici?» ero pronto a scendere a compromessi pur di averla accanto.
« Non c'è mai stata solo amicizia tra di noi. Non so se funzionerà.» mi rispose scuotendo il capo.
« Non abbiamo niente da perdere. Se andrà bene, noi staremo bene. Se andrà male, tu da una parte e io dall'altra. Come hai detto tu.» la rassicurai sperando che la seconda opzione non si avverasse mai.
« Va bene, proviamoci.» mi sorrise finalmente allungando una mano nella mia direzione.
Guardai il suo braccio teso verso di me e poi alzai il mio sguardo nei suoi occhi.
« Per suggellare il patto.» mi spiegò.
Sorrisi di fronte a quel gesto.
« Per un abbraccio è ancora troppo presto, vero?» chiesi speranzoso, ma Élo non ci pensò due volte e distrusse tutte le mie speranze.
« Te l'ho detto, avrai ancora molto da correre.» rise.
A quel punto non potei fare altro che stringerle la mano e ammirare quanto fosse bella quando sorrideva.

Fight for herWhere stories live. Discover now