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Ero uscita dal bagno già da un po' di tempo.
Quella sottospecie di ragazzina se ne era andata e Cameron era seduto sul divano con lo sguardo pensieroso..

«A cosa stai pensando?» chi ha parlato?

Tu, deficit.

«Saranno cazzi miei.»
«Più delicato no eh.» sbisbigliai.
«Ti ho sentito»
«Che orecchio!» dissi ironica.
«Ho qualcos'altro di più interessante da farti vedere» disse con un ghigno in volto, guardando fisso un punto davanti a sé.

«Beh, queste cose "interessanti" puoi farle vedere a persone esperte in questo campo, e fidati tu ne conosci molte, visto che a me non interessa.»
«Già lo faccio, non ti preoccupare.»
«Giusto, hai ragione, che sbadata!» risposi ovvia gesticolando.

«Comunque l'avevo capito»
«Cosa? Sentiamo.» chiesi sedendomi dalla parte opposta alla sua  sul divano, fissandolo.
«Che non sei una tipa facile» si girò verso di me. Ci fu un po' di silenzio, poi riprese a guardare il punto di prima davanti a sé e continuò a parlare.
«Però qualche bacio sono riuscito a rubartelo» disse sorridendo.
Rimasi seria, si girò verso di me e il suo sguardo divenne subito serio come il mio.

Restammo qualche minuto a fissarci. Dopo di che, visto che non volevo mandarlo fino in ospedale, gli lanciai il cuscino in faccia.
«Tu sei pericolosa» disse sorridendo.

«Ti va di guardare un film?» disse poco più tardi.
«Non romantico»
«Tranquilla, non avevo intenzione di metterlo. Per te va bene comico?» chiese e annuì con la testa.

«Mocciosa»
«Mh..» mugugnai.

Eh? Aspetta? Come mi ha chiamata?

«È tardi, sono le tre di notte»
«Eh?!» mi alzai di scatto.
«Ma mi stai prendendo in giro? Sta per tramontare il sole fuori!» lo fissai trattenendomi dal non saltargli addosso per picchiarlo. Lo vidi trattanere una risata.
Mi alzai dal divano e gli saltai in braccio, tirandogli i capelli e riempiendolo di calci.
«Guarda che tanto non mi fai niente» disse.
«Davvero?» chiesi ironica.
«E questo ti fa male?» alzai il ginocchio colpendo le sue parti intime.
Poi si senti un urlo di dolore.

«Questa me la paghi mocciosetta»
«Hai finito di lamentarti? Ogni tanto ci sta, certo che a te ci sta sempre, ma ogni tanto ci sta.» dissi e mi lanciò un'occhiataccia.

****
È mattina.
È lunedì mattina.
Dovrei prepararmi per andare a scuola, ma non ho la forza di alzarmi dal letto.

Dopo un po' di tempo mi alzai. Mi vestii e preparai lo zaino, presi una bottiglietta d'acqua, tolsi il cellulare dalla carica, presi le chiavi, uscii di casa e andai fuori al cancello di scuola.

«Sbaglio o sei sola?»
«Sbaglio o non ti fai i cazzi tuoi?» dissi mentre stavo sul cellulare.
«Vedo che la mia migliore amica non è cambiata affatto» girai subito lo sguardo verso il ragazzo.
Eh no. Non può essere.
«Oddio. Dustin.» quanto mi mancava. Era da tantissimo che non lo vedevo.
Non mi aspettavo fosse venuto fin qui.

«Neanche un abbraccio mi dai ora?» lo abbracciai così forte fino a fargli male.

Si aprirono i cancelli e io subito entusiasta, presi sotto braccetto Dustin e lo portai dentro il grande edificio. E veramente, ce ne voleva
per farmi avere la voglia di fare tutte queste cose, soprattutto la mattina.
Il fatto è che ero veramente contenta che lui fosse qua.

«Non te la mostrerò subito la scuola, anche perché so che non ti interessa tantissimo, ovvero quanto non interessa a me. Quindi ti accompagno nella classe dove devi andare. Ce li hai gli orari?»
«Si. Eccoli» disse e me li diede prelevandoli da una delle tasche dei pantaloni.

Lo accompagnai fino alla sua classe e al suono della campanella andai in classe dove mi aspettavano 3 ore di algebra.

Subito dopo scuola andai nel dormitorio. Insieme a Dustin avevamo deciso di fare una passeggiata il pomeriggio e di andare poi in stanza.

Verso le 15.00 uscii dalla stanza e andai nel parco affianco dove, appunto, su una panchina mi stava aspettando.

«Ehi»
«Ehi» dissi affiancandolo.
«Come va a scuola?»
«Mah. Bene, se non fosse per alcune ragazze che mi fissano sempre.»
«My best friends it's famous»
«Sono troppo inquietanti. »
«Immagino»
«E a te come va?» chiese.
«Mh.. normale. Ho conosciuto dei ragazzi molto simpatici, e nulla mi ci trovo bene.»
«E quel ragazzo?»
«Chi?»
«Come si chiama..»
«Ma chi?»
«Cameron, del 5°»
«Ah lui. Cosa?»
«L'ho visto fissarti oggi e tu non te ne sei accorta.»
«Vorresti dire che gli interesso?»
«Mh.. non so. Ma sembra che tu lo eviti. C'è stato qualcosa tra te e lui per caso?»
«Ma ti pare? Fa solo così di suo. Fissa tutte. O meglio, si fa tutte. Scoprirai presto com'è fatto. So solo che mi da sui nervi. »
«Da come mi dici e da come ti conosco, credo che in fondo un minimo lui ti interessi.»
«No. Veramente no. Ma perché non parliamo di altro? La vacanza con i tuoi?»

Cominciammo a parlare e a raccontare cose fatte quest'estate e molte altre cose, scherzando e ridendo.

Stavamo salendo le scale per raggiungere la stanza.
«Ceni qui?» gli chiesi.
«Non vorrei disturbare.»
«Sei serio? Entra.»

Appena girai le chiavi nella serratura della porta, questa si aprii e trovammo seduti nel tavolo della cucina Madison, Nick e Cameron.

Ehylà bella gente! Non mi sono fatta sentire per un po' con il fatto delle interrogazioni, perché non avevo tempo o addirittura mi mancava l'ispirazione. Sono mancata per circa 2 mesi e mezzo e spero di recuperare tutto questo tempo perso. Ora ho trovato del tempo libero e colgo l'occasione di pubblicare questo capitolo. Scusatemi tantissimo se non l'ho fatto prima. In genere il capitolo doveva essere più lungo, ma l'ho appena cambiato come meglio potevo e volevo e come più mi piaceva, quindi spero piaccia anche a voi. Ditemi che ne pensate dei personaggi, di questo capitolo, di tutta la storia e tutto quello che volete.
Baci polpettosi.💢💣

~MotherNature
(D'ora in poi mi firmerò così)

Una scommessa, una maledettissima scommessa-Hug me. Don't Leave Me Alone Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora