Prologo

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Non ho mai amato viaggiare. E proprio ora mi trovo su questo aereo diretta verso i dormitori della Black Yale College di Los Angeles.

Per chi non mi conosce, mi presento, sono Kim Hermans, ho quasi 17 anni, sono mora, occhi verdi. Ho un bel caratterino, per farla chiara: non sono 'cattiva', diciamo che non sono poi così tanto 'buona'. Sono di media gentilezza.
Sì, dai, avete capito.

La mia amica Madison è già arrivata a Los Angeles da una settimana. Ci conosciamo dalle medie. Con lei ho instaurato un bel rapporto d'amicizia, e lei ha fatto lo stesso con Samantha, la quale conosco dall'asilo.
Lei mi conosce alla perfezione, si potrebbe quasi dire la stessa cosa di Mad, ma lei mi conosce meno rispetto a Sam.
Sam e Mad. Le mie uniche (quasi) gioie.

E poi c'è quella specie di mio migliore amico, come Sam, Dustin, il quale anche conosco dall'asilo.

Dustin è in vacanza con i suoi. Dovrebbe ritornare fra un paio di mesi, verso le vacanze di Natale.
Mentre Sam, dovrebbe arrivare al College fra un paio di giorni.

Mad, invece, qui al College sarà la mia compagna di stanza.

....
Tutto il tragitto sull'aereo fu devastante: una vecchietta seduta accanto a me stava dormendo da ore e non si svegliava per nessuna ragione al mondo, sembrava quasi morta, ma la cosa che faceva capire che era viva era la sua bava..

Per fortuna dopo ore infernali, gli altoparlanti annunciarono l'atterraggio.

*****
Appena scesi dall'aereo, feci fatica a trascinare la valigia, e con la mia fortuna, andai a sbattere contro qualcosa di duro.
Caddi insieme a quella specie di mattone per terra.

«Ehi! Stai più attenta! Porca puttana»

Mi alzai e mi rensi conto che non era un mattone, l'affare su cui ero caduta. Ma su un ragazzo. Pure carino.
«Mi dispiace che tu non veda chi ti stia dietro.» risposi logica.
«Mi dispiace che tu non veda chi ti stia davanti.» disse scimmiottando la mia voce.

Tanta era la voglia di prendere a pugni quel bel faccino.

Fallo ora.
Non posso, dopo non riesco a fermarmi e va a finire male.
Si che puoi.
Non voglio dare spettacolo in mezzo alla gente.
Cara già lo state dando tu e il castano.

«SIMPATICO» dissi facendo una risata finta.

Voltandogli le spalle, presi la valigia con molta fatica,tanto che se ne accorse anche facciadapugni, il quale si offrì di aiuto ad alzarla da terra.

Se se n'è accorto, vuol dire che ti stava fissando. Eheh

Mi sfuggii un 'grazie' e mi maledii da sola.

«Di nulla» disse rivolgendomi un sorriso.
Certo. Prima faceva tanto lo stronzo ed ora appare, casualmente e sottolineo CASUALMENTE tanto gentile.

Subito dopo allungò la mano verso di me «Piacere Nathan»
«Kim» dissi senza ricambiare il gesto.

«Kim..mh... ci conosciamo?» lo guardai confusa per un attimo
«Andavi per caso alla Linguage University Study?»
«Si» risposi ancora confusa per poi rispondere poco dopo «Oddio si! Nathan! Il ragazzo che mi piaceva, ma sempre stronzo con tutti. Certo ora mi ricordo.» dissi quasi tutto d'un fiato.
Lo vidi sorridere e poi d'un tratto ricordarsi di una mia parola.
«Stronzo? Seria?» sul suo volto spuntò un sorriso che pian piano diventò una risata, evidentemente per la mia faccia.

È il momento.

Gli tirai un bel calcio nelle palle, tanto non fa mai male a nessuno. Lo sentii tirare delle urla, soffocate dal dolore.
Presi la valigia affianco a me e me ne andai dandogli le spalle.

«È stato un piacere rivederti Nathan!» gridai da lontano, ancora girata con un ghigno sulla faccia.

Mi sento malvagia, molto malvagia.

***********
Arrivai ad un certo punto di strada, che non riuscii più a camminare per il peso della valigia, cercai allora di fermare dei taxi, ma nessuno ne volle sapere.

Decisi poi di sedermi su una panchina e di chiamare un taxi per farmi venire a prendere.

Dopo una buona mezz'oretta, arrivò. FINALMENTE.
«Destinazione signorina?»
«Black Yale College» risposi schietta.

******
Appena arrivai nel cortile del College, notai un palazzo altissimo, simile ad un grattacielo, con accanto un edificio nel quale, se non sbaglio, dovrebbero esserci le aule di studio della scuola.
Nel palazzo, invece, dovrebbero esserci i dormitori, dei quali i più alti per i ragazzi e i più bassi per le ragazze, per quanto ne so.

Almeno evito di fare tante scale.

Lo sapevi che esiste l'ascensore?

E se è occupato? Arrivo in ritardo poi.

Come se non facessi mai ritardo.

E poi sai della mia fobia.

*******

Entrai nel palazzo, mi guardai attorno e vidi un bancone dove si trovava la receptionist.

«Le serve?»
«Le chiavi della stanza a nome Clarke ed Hermans»
Mi consegnò le chiavi.
«Ecco a lei signorina. Stanza 211, 3 piano»
«Grazie.» dissi dopo averle prese.

Mi stetti per incamminare verso l'ascensore, ma la voce della receptionist mi fermò..
«..mi scusi,devo dare un paio di fogli ad un ragazzo, per caso potrebbe portarli lei? La stanza è la numero 422, 5 pia..» la interrompo.

«Certo»
«Grazie mille signorina» risposse lei.

Andai verso l'ascensore, mi tocca salirci, anche se ne ho avuto sempre paura, non posso salire di certo 3 piani di scale con non si sa quanti quintali in valigia!

Salii prima in stanza, o meglio in appartamento, per posare le valige.

Infilai la chiave nella serratura della porta. Appena entrai, vidi Madison seduta sul divano a guardare la TV. Appena notò la mia presenza si alzò e corse verso di me facendo il giro del divano, per poi saltarmi addosso ed abbracciarmi.

Ci scambiamno qualche chiacchiera, poi le spiegai il perché dei fogli che avevo in mano. Subito dopo uscii, salii le scale fino al 5 piano e mi misi a cercare la stanza numero 422..

Lo so, sono sempre indecisa, perché è la seconda volta che sono indecisa sulla storia, l'ispirazione non veniva allora non pubblicavo. Ora sono soddisfatta. Spero vi piaccia il prologo... Non ho mai tempo per scrivere, quindi cercherò e spererò, soprattutto, di pubblicare costantemente.

Ditemi cosa ne pensate, se non vi piace fatemelo sapere, se vi piace fatemelo sapere comunque😂 e se avete magari dei consigli da darmi scrivetemelo in chat privata, mi farebbe molto piacere.❤

~Ila🐃💕

Una scommessa, una maledettissima scommessa-Hug me. Don't Leave Me Alone Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora