STRANEZZE...

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<<Così, Shaun ti ha fatto vedere il Castello>>

<<Già, un po', sì.>> ammisi mentre nella mia mente si riformularono le domande che avrei voluto chiedergli.

<<Già, un po' oppure si?>> chiese con un certo cipiglio divertito dalla mia risposta multipla, osservandomi con la coda dell'occhio. Alzai brevemente le spalle, scuotendo contemporaneamente il capo sospirando dal naso. Giocai distrattamente con il coltello di Alec facendo ruotare e tornare dentro la lama, non sapevo neppure il perché. Con un respiro pesante provenire da Alec, osservai le sue braccia che andarono sistemandosi dietro la nuca. Ingoiai la saliva che mi si bloccò in gola ad osservare quella massa muscolare tesa nello sforzo, mi sembrava quasi di vedere i nervi tesi sottopelle, cavoli! Quell'uomo era un ammasso di muscoli e ossa da far paura, mai grande quanto il colosso che mi aveva portato in spalla, certo. Ma lui incuteva assai più timore del colosso, anche per il portamento fiero. Con un dito avrebbe potuto spezzarmi in due. Rabbrividii al pensiero di sentirmi stritolata da lui. Alec sembrò intuire i mie pensieri perché i suoi occhi neri come pozze senza fondo si fissarono immediatamente sul mio viso con serietà. <<Che c'é?>> o forse era la mia faccia che gli aveva dato l'impressione che avessi qualcosa che non andava?

Fatto sta che sospirai per la seconda volta. Chiusi definitivamente la lama del coltello dentro il suo manico, che strinsi tra le mani. <<Nulla, comunque si. Mi ha mostrato alcune stanze. Non tutto: è davvero immenso>> risposi brevemente evitando di guardare lui, ora i mie occhi erano calamitati dal coltello. Poi ricordai le mie domande senza risposta e affianco a me avevo la risposta a tutte. Dovevo solo formulare. Mi chiesi per un istante se non si sarebbe infuriato per alcune domande forse personali. Tentar non nuoce, giusto? Dovrebbe.

Proviamo.

<<Io, a proposito, vorrei parlarti>> Alec sembrò irrigidirsi sul posto, almeno mi parve di intravedere tutti i suoi tendini tendersi come nervoso ma forse fu solo una mia impressione. <<Dimmi>> infatti la sua voce apparì sicura e limpida, senza alcun accenno di nervosismo. Si, decisamente mi stavo facendo film. Perché avrebbe dovuto essere nevoso?

Eppure non potei fare a meno di dubitare.

<<Come mai una porta del Castello è chiusa ed hai vietato a chiunque di entrare? A cosa ti serve se nessuno entra o esce?>> Una delle tante domande... Okay, forse avevo esagerato con la domanda, tuttavia volevo una risposta. Il tono mi uscì neutro e freddo, in realtà stavo morendo dentro per una risposta.

Alec si sollevò su un gomito e volse il corpo verso di me, guardandomi tremendamente serio. Gli occhi mi scavavano dentro, sembrava stesse studiando le mie espressioni. Nessuna espressione invece prevalicò sul suo viso, era impassibile. In risposta fui io ad irrigidirmi per il suo sguardo che da divertito era mutato in meno di tre secondi in serio. Okay, cazzata della storia. Non avrei dovuto chiedere. Chiedo venia, non uccidermi!

Alzò un sopracciglio atteggiando la bocca ad un sorriso sprezzante, che somigliò più ad un ghigno. Avvenne uno scambio di sguardi fra me e lui, osservai la sua mascella contratta, i pugni chiusi. Strinsi a me il coltello mentre le mie nocche sbiancavano. Che cavolo aveva ora Alec? Dov'era l'Alec divertente che mi aveva preso in giro, con cui avevo riso e scherzato fino a pochi minuti prima?

Non mi piaceva per nulla quel sorriso.

Il suo viso si spostò d'un tratto verso di me, con una calma innaturale,il suo viso che di centimetro in centimetro raggiungeva il mio. Le sue labbra sfiorarono le mie e sentii il viso andare a fuoco. Ma... non riuscivo a muovermi. Il mio corpo era come bloccato, non potevo ribellarmi. Sentii ancora quel profumo di rose. I ricordi della sera prima mi investirono come un fiume in piena.

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