Prologo

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Il ragazzino le prese la mano con un sorriso stampato sulle labbra rosee. "Andiamo a giocare... Ci divertiremo un mondo oggi. Ho in mente un posto fantastico. Sei pronta?" la scrutó con i suoi occhi azzurro ghiaccio. La bambina annuí brevemente sistemandosi il fiocchetto blu che le stringeva la vita. Aveva dovuto fare tutto in fretta per riuscire ad uscire e andare a giocare con Luke. Era una bella giornata ma doveva aiutare la mamma con le faccende domestiche per questo aveva avuto appena il tempo di vestirsi per scendere a giocare con l'amico. La mamma inoltre gradiva che lei vestisse rigorosamente con abiti lunghi fino alle caviglie come quello che indossava ora la piccola. Si era dovuta legare i suoi capelli neri e vagamente mossi in una piccola coda che le ricadeva sulla spalla rendendola carina e al tempo stesso elegante con un fiocchetto blu che le si incastrava tra i capelli sollevandoli in corrispondenza del piccolo orecchio. Inoltre l'abito bluastro che indossava con una gonna a palloncino dai bordi biancastri in pizzo, era perfetto per lei. Le stava a pennello. Una vera meraviglia.
"Ottimo!" Esclamó entusiasta il ragazzo battendosi una mano sul fianco. La piccola sorrise felice, con Luke al suo fianco il divertimento era sempre assicurato. "Luke andiamo lí?" Chiese indicando la "Collinetta" da loro rinominata, il luogo dove erano soliti passare il tempo insieme.
Luke fece un sorriso misterioso lanciandole un'occhiata di sbieco con il solo intento di incuriosirla maggiormente. Cosa che gli riuscí benissimo dopo le sue parole: "No oggi facciamo qualcosa di diverso..."
"E cosa?!" Chiese incuriosita la piccola facendosi da presso a lui.
"É una sorpresa!" Mormoró il bambino gongolando mentre iniziava a guidarla verso l'altura.
Luke era il suo amico d'infanzia, il suo migliore amico. Tutto avevano passato insieme. TUTTO. Sua madre li sgridava sempre un'infinità di volte quando lei tornava a casa con le ginocchia sbucciate ed il vestito sporco di terra. Segno che avevano combinato un pasticcio rotolandosi per terra o giocando con il fango. Ma dopotutto sua madre dentro sé era contenta che la figlia di dedicasse a giocare come avevano giocato loro da ragazzi. In città si stava sviluppando una tecnologia sempre più avanzata che loro come famiglia in periferia non potevano permettersi. I ragazzi lì giocavano con giocattoli comprati oppure ancora guardavano la Tv. La vita di campagna che conducevano senbrava essere lontana anni luce dal XXI quando invece pochi anni li separavano da quel nuovo secolo. Tuttavia ai due ragazzini poco importava: preferivano godersi la loro infanzia giocando all'aperto. Tra l'altro non essendoci strade vicine non c'era pericolo di incappare in auto. In effetti era come se fossero isolati dal mondo.

"Luke non mentirmi. Che sorpresa?" Domandò con un sorriso falso a fior di labbra. Un sorriso ingenuo. Un sorriso vero che riscaldava il cuore di chiunque la guardasse. Lei era fatta così: amava sorridere, tutto ciò che guardava, anche la cosa più banale, per lei era meravigliosa. Luke adorava quel suo lato infantile ed ingenuo, ogni volta che la osservava davvero il cuore perdeva un battito.
"Ti ho già detto che è una sorpresa." Rispose con pazienza tornando a darle le spalle per guidarla al limitare della collinetta.
"Eh va bene!" Concesse la piccola seguendola impaziente di scoprire la sorpresa che la aspettava in compagnia dell'amico. Afferrò due lembi della gonna a palloncino sollevandola di poco per mettersi il movimento e fare la salita ogni giorno erano abituati a fare per arrivare sulla cima della collina. "Scusa se te lo domando, Luke, ma è un posto da scalare?"
"Ma no, stupida! Come potresti scalare una montagna con questo abito?"
"Sai che non intendevo quello..." ribatté infastidita dal tono di voce scherzoso di Luke.
Lui, quando si voltò verso di lei, fece una delle solite espressioni buffe che la facevano spesso morire dalle risate. "Comunque non è una montagna." Tornò a fissarla serio, con i suoi occhi azzurro ghiaccio che scrutarono quelli violacei di lei per qualche istante. Occhi viola non esistevano epure lei li aveva, sì. Ed erano così intensi... Per un attimo vacillò per la profondità di quegli occhi e quello sguardo così genuino. Le diede la schiena e sollevò l'indice puntandolo verso la foresta. "Lì" mormorò con aria grave che tuttavia traspariva sicura.
"Lì?"
"Esattamente!"

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