COS'E' SUCCESSO? (parte due)

44 6 4
                                    

Alec si ergeva davanti a me, con quella pesante armatura che non faceva altro che ingigantire la sua figura. Un sorriso fece capolino sul suo volto, mentre i suoi occhi si accendevano di una luce che mi sembrò divertimento. La vista mi si appannò quasi, in vista della sua figura imponente.

<<Piaciuto lo spettacolo?>> domandò con quella sua voce così graffiante e melodiosa, le mie orecchie si deliziarono nel sentirla. Per l'ennesima volta mi domandai come facesse uno sconosciuto ad esercitare un tale effetto su di me. Per un attimo mi diedi della stupida: quante ragazze avrebbero ucciso per avere quello che io avevo davanti agli occhi? Alec era il ritratto della perfezione, sempre se essa fosse stata abbastanza per descrivere lui. Era imparagonabile a qualsiasi uomo che avessi mai visto. Era affascinante, era sicuro, era regale. Lui esercitava una presenza vera. Cavoli, tutto questo poteva essere un sogno ma Alec, Alec non poteva esserlo. Mi ritrovai ad ammirare quei suoi occhi grigio scuro, color ossidiana.

A risvegliarmi fu un leggero colpo di tosse emesso da lui stesso, forse per risvegliarmi dal mio stato comatico. E neppure mi resi conto che ero rimasta a fissarlo quasi a bocca aperta. E davanti a lui, sotto i suoi stessi occhi: potevo fare una figura di merda peggiore?

<<Spettacolo? Quale spettacolo?>> provai a rispondere alla affermazione -in verità era una domanda- ma così facendo non potei fare a meno di notare i suoi occhi indagatori accompagnato da un sorriso più che divertito dalla mia reazione. Lui sapeva l'effetto che mi faceva, bastardo! Andai ancora più nel pallone. Maledetto lui e quel sorriso diabolico.

<<Alice, il duello, l'allenamento...>> si sporse leggermente verso di me parlando come se stesse spiegando l'alfabeto ad una bambina delle elementari. Quel suo tono mi dava si, sui nervi. Ero pronta a ritirare tutto quello che avevo pensato sulla sua perfezione. Ci fu un istante in cui gli rivolsi un'occhiata in cagnesco, che e servì a farlo rimettere a debita distanza al suo posto.

<<Beh... Non sapevo che ti allenassi così...>> la mia fu una risposta del cavolo ma non sapevo veramente cosa rispondere. Genio!

Le sue sopracciglia si incurvarono verso l'alto. <<Così... Come così?>> Perfetto, ed ora?

<<Così... di persona. Pensavo che non partecipassi tu stesso.>> Le sue labbra si incresparono in un sorriso di divertimento -come se non lo fosse già abbastanza-. Soffocò una risata prima di rispondere: <<E come faccio ad allenarmi se non partecipo di persona, come dici tu?>> Appena mi resi conto delle cavolate che avevo detto, avrei voluto sotterrarmi viva. Ma perché parlo?

Divenni rosso infuocato dall'imbarazzo mentre lui questa volta si sfogò in una prorompente risata, che riuscì a contagiare anche me e risi, risi quasi da non aver più fiato. Risi della mia ingenuità, risi della mia risposta stupida e risi perché... lui rideva (?) Wow! Gran bel motivo per riderci su. D'un tratto fu lui il primo a smettere di ridere continuando a studiarmi con quel sorrisetto stampato sulle labbra, un sorriso canzonatorio che mi sarebbe piaciuto strappargli dalle labbra.

<<Vuoi provare?>> domandò infine abbassando gli occhi sull'elmo argentato, ci passò distrattamente una mano su come a cancellare qualcosa.

<<Provare?>>

<<A combattere.>> chiarì riposando lo sguardo sul mio viso confuso.

<<Come no! Sono una guerriera nata>> dissi ironica sollevando entrambe le sopracciglia verso l'alto. Diamine! L'unica cosa di tagliente che io avessi mai preso in mano era il pelapatate della nonna. Ed ora avrei dovuto prendere in mano un'arma vera? No, grazie!

<<Davvero, apprezzo il pensiero ma non so fare nulla con le armi finte, figuriamoci che combinerei con una spada reale!>> ammisi poi arrossendo inevitabilmente sulle guance. <<C'è sempre una prima volta>> alzò le spalle Alec prima di rimettere la sua spada lucente nel fodero che pendeva al suo fianco, producendo uno stridio mentre infilava l'arma dentro. Notai il guerriero con cui Alec si era battuto fare capolino accanto a lui. <<Vedrete, mio Signore, riuscirò a ferirvi>> affermò risoluto il piccolo guerriero togliendo l'elmo anche lui e rivelando un viso da ragazzo, poteva avere una sedicina d'anni o giù di lì. Capelli ricci corti e castano chiaro, mentre due occhi scuri scrutavano Alec con determinazione. Era basso rispetto a lui, e molto magro, tanto che notai solo ora quanto l'armatura fosse leggermente più larga rispetto alla sua magra corporatura. Il mio sguardo indugiò sul suo petto magro, cercando di intravedere oltre l'armatura, il simbolo che avrebbe dovuto esserci per determinare la sua appartenenza ad uno dei semi.

WonderlandWhere stories live. Discover now