INIZIA L'INFERNO

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Dopo quel che disse Alec, non riuscimmo a parlare più dopo. Entrarono dei camerieri, con in mano dei vassoi con tanto di cloches che poggiarono sul tavolo. Immediatamente dopo, sollevarono le cloches scoprendo i piatti. Rimasi a bocca aperta vista l'enorme quantità di cibo: elaborati e raffinati piatti, che sinceramente non avevo mai assaggiato in vita mia. Uno dei camerieri mi si affiancò, riempiendo il mio piatto di quelle prelibate pietanze. Feci per rifiutare il suo aiuto gentilmente, non sopportavo quella vista di un essere umano come me costretto a servirmi come se fossi un nobile o chissà chi. "Ti ringrazio infinitamente ma non serve che tu lo faccia, davvero, va' a sederti e a mangiare-" venni interrotta da Alec che sollevò la mano intimandomi di star in silenzio. Ubbidii mio malgrado mentre il cameriere, come se non mi avesse affatto sentito, continuò a riempire il mio piatto.

Appena lui si fu allontanato (dopo essersi prodigato in un inchino che sfiorava terra per poco) mi rivolsi ad Alec: "Perché mi hai interrotto? Non serviva che quell'uomo si scomodasse per servirmi!"

"Sei mia moglie, ricordi? Quindi sei la Regina, è naturale che ti servano. Posso assicurarti che per loro è un onore servirti." mi disse con estrema naturalezza, giusto tanto per lui cosa cambiava se un pover'uomo era in schiavitù costretto a servire i piatti dei nobili piuttosto che mangiare lui stesso.

Rimasi quasi sconvolta da quelle parole. Come poteva ragionare in quel modo?

"Quindi lui non mangia?" domandai afflitta notandolo in piedi in fila vicino ad altri camerieri anche loro in piedi e in attesa di ordini. "Cos'hanno loro che loro non hanno" indicai dapprima i signori seduti al tavolo con noi, e poi i camerieri. "Semplice, loro sono Cuori mentre loro ancora sono Picche. C'è differenza!" mi spiegò indicandomeli con il mento prima i nobili poi ancora i camerieri. Certo che nel mio mondo vi erano i camerieri, i ristoranti e tutto, ma era differente. Lo sguardo, le riverenze, gli inchini e perfino il loro modo di osservarci mentre mangiavano (io non avevo toccato cibo) trasudava schiavitù da tutti i pori.

Come se Alec mi avesse letto nel pensiero, si sporse verso di me sfiorando con le sue calde e delicate labbra il mio orecchio. Sentii il suo bollente fiato accarezzarmi il collo e solleticarmi il lobo dell'orecchio. "Ti consiglio di non farti impietosire da loro, sanno essere piuttosto bravi ad utilizzare la compassione per salire di rango entrando nelle tue grazie. Sono subdoli." concluse tornando ad accomodarsi al suo posto come se nulla fosse facendomi subito dopo un sorriso a cui risposi nervosamente. "Mangiate ora" aggiunse poi lanciando un'occhiata al mio piatto. Era ritornato al voi... perché?

Iniziai a piluccare dal piatto, pian piano non avendo alcuna fretta nel mangiare. Alec invece smise di rivolgermi le sue complete attenzioni iniziando a parlare col tipo al suo fianco destro, in verità sembrava più ascoltarlo parlare che chiacchierarci. Lo osservai mentre, con estrema eleganza, si portava un boccone alle labbra. Notando il suo portamento raffinato mi sentii sprofondare ripensando a quanto fossi "elegante" mentre mi lasciavo cadere a peso morto sul divano con Meg che mi urlava: "Ho visto elefanti sedersi con più delicatezza di te, scimmiona"

A quei ricordi, scoppiai quasi a ridere. Io non ero esattamente il ritratto dell'eleganza, non avevo minimamente il suo portamento regale, né i suoi sorrisi radiosi, né la sua voce così graffiante e allo stesso tempo melodiosa. ALICE!

Okay, la smetto.

Però non potei fare a meno di domandarmi il perché. Perché proprio me, proprio io una Regina, tsk. Se Meg lo avesse saputo, mi avrebbe riso in faccia per l'eternità facendo uscire le lacrime dagli occhi.

"Va tutto bene?" sentii domandare da... Quella voce così graffiante e melodiosa, eh? Mi prese in giro il subconscio. Ma sta' zitto!

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