20. F*ck

1.2K 98 9
                                    

✿✿✿
Oh, hey good day.
I pretend like i'm ok.
Crack a smile, I show my face.
Hopening to just float away.
✿✿✿

Lorenzo è davanti a me assieme al bernoccolo che gli ho appena procurato.
«Stai bene?» Chiedo, facendolo entrare dentro casa.
«Ora mi spieghi cosa cazzo ti è preso!» Urla con voce infranta.
«M-mi dispiace, ero sola in casa e-»
«...e quindi tu quando sei sola in casa ti metti a tirare mazzate alle persone? Dato che siamo in argomento, perché vai girando con una mazza da baseball?»
«Io non vado girando con una mazza da baseball.»
«E quella cos'è allora?» indica la mazza che tengo in mano, per poi gemere dal dolore.
«è solo una questione di autodifesa.»
«Quindi sarebbe autodifesa uccidere un povero ragazzo?» Si porta la mano al cuore ridendo, ma smette quasi subito grazie al dolore lancinante che gli colpisce il capo.
«Non ti ho ucciso.»
«Però hai provato ad uccidermi.» si massaggia il capo, guardandomi di sottecchi.
«Aspetta.» sussurro per poi andare in cucina e, fortunatamente trovo una busta di piselli congelati, che afferro velocemente. Torno nel salotto, per poi porgere i piselli congelati a Lorenzo che, facendo una smorfia, li rifiuta.
«Non fare il bambino!» Sbuffo.
«Io non mangio verdura, e non la metto nemmeno sulla mia testa.» Sbuffa anche lui, per poi incrociare le braccia al petto.
«Okay, okay, facciamo un patto.. ti va?» Vedo il viso di Lorenzo illuminarsi di colpo. «Se ti fai mettere questa busta sulla testa, giuro che non ti colpisco più sulla testa.»
«E se invece mi dessi un bacio?»
«COSA- no.» divento rossa come un pomodoro, mentre Lorenzo ridacchia.
«Ti prego?»
«Ehm no.»
«Se accetti ti compro una coscia di pollo.» dice fiero, e non ho capito bene il perché della coscia di pollo, ma il pollo non si può rifiutare.
«Ci sto.» dico indecisa. Lorenzo fa un sorriso convito, afferrando poi la busta dalle mie mani.
«Non così, aspetta, ti aiuto io.»
Porto la busta sulla sua testa facendo molta attenzione a non fargli male.  Vedo che si tranquillizza al mio tocco e, senza accorgermene, sorrido.
«Cos'hai da sorridere?» Chiede guardandomi.
«Ripensavo a prima.» Rido d'impulso.
«Si, molto divertente.» Gira gli occhi al cielo, sbuffando. «Sai cos'è davvero divertente?» Chiede maliziosamente.
«Lo so! Un cane che ti rincorre per strada mentre sei in mutande!»
«La tua immaginazione non ha limiti.» mi guarda perplesso, «Quello a cui stavo pensando è molto meglio di me che corro in mutande per strada..»
«In seguito da un cane.» continuo la frase al posto suo.
«Si, certo, stavo solo pensando...» si avvicina pericolosamente, facendomi arretrare, finché non sbatto le spalle contro il muro. Maledetto salotto microscopico. Avvicina il suo copro al mio e, con un rapido movimento, mi ruba la busta congelata che avevo in mano.
«Cosa vuoi fare?» Chiedo perplessa.
«Solo riprendermi la mia rivincita!» Dice cominciando a farmi il solletico.
«L-Lorenzo,ti prego bas-» scoppio in una fragorosa risata, mentre Lorenzo non fa altro che continuare con la sua tortura.
«Sei stupenda quando ridi.» smette di farmi il solletico, facendo scontrare così i nostri sguardi. Arrossisco violentemente e, senza pensarci due volte, corro via.
«Vuoi scappare? Davvero?» Ride mentre cerca di raggiungermi.
«Non mi prenderai così facilmente!»

Arrivo nella mia stanza, mentre con molta fretta mi dirigo sotto il letto.
«Dove sei?» Sussurra, varcando la soglia della camera. Mi tappo la bocca per non ridere, ma ahimè non funziona.
«Eccoti!» Esclama, afferrandomi il piede destro.
«Lasciami il piede!»
«Troppo tardi.»
Con una forza che non avrei mai pensato avesse, tira il piede così tanto forte da farmi venire allo scoperto.
«Ma non vale così!» Replico, incrociando le braccia al petto.
«Mh davvero?»
Mi cinge la vita con le sue candide braccia, facendomi alzare in piedi.
«S-si.»
Mi attira a se, facendomi provare mille brividi su tutta la schiena. Sento il suo fiato caldo sul mio collo freddo, e all'improvviso tutto diventa diverso.
«L-loren-»
«Sh.»
Mordicchia il mio collo dolcemente, sfiorando il lobo dell'orecchio. Con delicatezza, mi porge sul letto, mentre con un veloce movimento, si mette su di me. Comincia a baciarmi dolcemente, ma pian piano i suoi baci diventano più violenti. Mette una mano sotto la mia felpa, sfiorando la pelle nuda. Al suo tocco, rabbrividisco. Cosa sto facendo?

Non posso crederci, non avrei mai immaginato Lorenzo ed io in una situazione del genere. Sfiora il reggiseno e subito inizio a tremare.
«Tranquilla.»
Annuisco piano, cercando di rimanere calma. Mentalità, dove sei finita?
Con velocità si toglie la maglia.
Attorciglio le mie braccia intorno al suo collo, mentre cerca di sfilarmi l'enorme felpa.
Fa per togliersi i pantaloni, ma una voce lo ferma.
«Siamo a casa!» Oh merda.

❝Alone❞ ↬ Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora