4. Why are you here?

1.8K 131 69
                                    

✿✿✿
And we won't be going home.
✿✿✿

Credo che l'amore fraterno sia qualcosa di davvero bello. È un amore che non si da solo ai fratelli di sangue, ma anche a persone che fino a ieri si reputavano sconosciuti. Eppure, resta un sentimento ricco di litigate, pianti, prese in giro, ma anche pieno di felicità, risate uscite dal nulla, sorrisi ricchi di amore. Semplicemente amore fraterno.

«Jacky!» Grido dall'entusiasmo. «Non mi avevi detto che tornavi.» aggiungo sollevata ed estasiata dalla notizia. Non vedo mio fratello da una vita e mezza, e dire che non mi è mancato per niente sarebbe più che mentire.
«Volevo farti una sorpresa.» ammette per poi abbracciarmi, posando con calma la valigia per terra. Mi stringe a se, e vorrei godermi alla grande in questo momento, ma il livido che ho in volto preme contro il suo addome, procurandomi un piccolo gemito di dolore. Jack si allontana velocemente, puntando poi lo sguardo verso il mio zigomo. Sono nella merda.

«Amber, cosa mi devi dire?»
«Sono caduta.» Scrollo le spalle.
«Perché ogni volta che ti vedo cadi?»
«Perché è normale.»
«Se sta succedendo qualcosa...»
«Va tutto alla grande, non preoccuparti.»
«Se qualcosa va male, puoi parlane con me.»
«Beh, il cane del vicino mi ha rincorso ed io sono caduta di faccia.» dico velocemente, mentre il viso mi diventa rosso come un peperone. Non amo mentire con lui. Non amo mentire e basta, ma in questi momenti è l'unica soluzione. È l'unica cosa che sono in grado di fare.
«Uh, Ronny è davvero un bastardo, quel cane è piuttosto malvagio quando vuole.» ridacchia, passandosi poi una mano tra i ciuffi chiari.
«Facciamo una passeggiata? sicuramente ti sarà mancata San Francisco.» cambio discorso, sperando possa non dare molto peso al livido.
Vedo il suo volto illuminarsi, così sorrido d'impulso. Bene, prendere una boccata d'aria non mi farà male, dopotutto ho bisogno di pensare e riflettere bene su ciò che è successo oggi a scuola.

«Potremmo andare al parco, so che lì vicino c'è un camioncino dei gelati, potremmo prendere qualcosa, no? Oppure no. Fa freddo per prendere un gelato. Cavolo, come sono sbadat-» comincio a parlare a raffica, ma Jack mi ferma subito.
«Amber, mi stai confondendo, stai calma.»
«Scusa, ammetto d'essere un po' troppo agitata.»
«Bene, il primo passo è ammetterlo.» sorride, per poi dirigersi verso il piano inferiore. «il secondo passo sarà andare al parco e mangiare quel benedetto gelato.»

✿✿✿

«Sono io o questa città è diventata più tranquilla?» Chiede Jack, tenendo stretto a se il suo gelato alla vaniglia.
«Credo sia colpa della popolazione. Dopotutto, ormai più nessuno passeggia per questo parco.» dico guardando il cielo, per poi sbuffare.

San Francisco una volta era una città molto più frenetica e confusionaria, ma in questi giorni è diventata più tranquilla, come se l'avessero drogata pur di non fargli emettere alcun rumore. Credo che la tranquillità sia abbastanza apprezzata da tutti, ma quando ne hai troppa è... strano. Davvero molto strano. Così tanto strano che vorresti tornare ad avere solo confusione.

Io e Jack ci adagiamo su una panchina, continuando a tenere lo sguardo fisso sui nostri gelati.
«Come va con Lenny?» chiedo cercando un argomento.
«Si chiama Juliet.»
«Vabbè, fa lo stesso.»
«Beh, non va.» il ragazzo prende un lungo respiro, prima di guardarmi abbastanza malinconico. «Ci siamo lasciati.» sussurra poi.
«Come-»
«Ho scoperto che si faceva tutta la squadra di basket alle mie spalle, non è stato bello scoprirlo, ma meglio tardi che mai, giusto?» fa un sorriso triste, per poi addentare un po' del suo gelato.
«Giusto... almeno credo.» Scuoto il capo, abbassando lo sguardo.

Non potrò mai capire cosa spinge le persone a tradire la fiducia altrui. Jack è un ragazzo che merita tanto, non uno dei tanti. Lui avrebbe potuto fare la differenza, eppure questa Juliet non gliene è fregato un emerito cazzo. Un po' come a Lorenzo; a lui non frega mai un emerito cazzo.

Scuoto il capo, diventando leggermente rossa. Perché devo pensare a lui anche quando non c'entra nulla?

Giro di scatto la testa, sperando che Jack non veda il mio rossore. E proprio quando speravo di poter stare tranquilla, vedo Lorenzo non molto lontano da noi.
«Jack è ora di andare, si è fatto tardi.» dico cercando di smuovere Jack, senza nessun risultato.
«Non ho ancora finito il mio gelato, sta calma.»
«Jacky, muoviti.»
«Amber, ma che ti prende.» chiede confuso, mentre si alza di scatto dalla panchina.
«È tardissimo, ti prego, andiamo via or-»
«Amber.» sorride Lorenzo, avvicinandosi alla mia figura e a quella di mio fratello. Ecco, ora sono fottuta.
«Lorenzo.» cerco di fare l'indifferente, senza riuscirci. Nel mio tono di voce c'è una nota di nervosismo mischiato ad ansia. Se quella testa bacata del mio fratellastro avesse alzato il culo, ora sarei più tranquilla di mia madre mentre guarda il segreto. Ovviamente, non poteva andare così.

Jack mi guarda con aria maliziosa; gli mimo un 'no' come risposta. Oh no, non penserà che io e Lorenzo siamo "qualcosa".
«Allora, non mi presenti il tuo ragazzo?» Chiede Lorenzo, guardando Jack dall'alto verso il basso.
«È mio fratello.»
«Voi due vi conoscete?» Chiede Jack, mantenendo la sua aria maliziosa. Se non si toglie quel ghigno dal viso, potrei saltargli addosso a mo di scimmia e riempirlo di schiaffi.
«Siamo una specie di amici.» dico, facendo una risata nervosa. Troppo imbarazzo nell'aria, troppa tensione che non riesco a gestire. Ed ecco l'ennesima figura di merda.
Lorenzo mi guarda stranito, per poi rivolgersi a Jack: «Si, siamo amici.»
Lancio un sospiro di sollievo, mentre il mio fratellastro mi guarda stranito. Ed ora cosa vuole? Un cupcake?

«Perché adesso non andiamo? si è fatto tardi.» Affermo a denti stretti, sperando che questa volta si smuova dalla panchina, ed anche se non lo vorrà fare, lo farò smuovere io a forza di calci in culo.
«Hai ragione.» dice guardando l'ora sul display del suo telefono. Ma allora c'è ancora qualche neurone nel suo cervello!
«Allora, ciao Lorenzo.» dico dandogli un ultimo sguardo.

Ogni ragazza/o al mondo quando è al parco incontra: sua nonna, i piccioni e se gli va bene, il gelataio. Io incontro la persona con cui ho meno feeling del mondo. Se questa non è sfiga, io non saprei come chiamarla. Ma non potevo incontrare qualcun altro? Mi sarebbe andato bene anche Gerry Scotti, lo giuro.

Ora sto pregando mentalmente affinché Lorenzo non mi rinfacci questo avvenimento, ma stronzo com'è sono sicura mi sfotterà fino alla fine dei miei giorni. Grazie Jack. Davvero, grazie.

❝Alone❞ ↬ Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora