Capitolo 28 - Riunione (3)

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"Mio zio, Joe Belmonte, riunì in un trust tutte le nostre attività perché potessimo resistere meglio sul mercato (sì, difenderci dai clan rivali), ampliare le nostre attività (certo, eliminare quelli che si opponevano), difendere i nostri patrimoni (tenere le zampe del fisco lontane dai nostri soldi)"

Fece una pausa per bere un sorso d'acqua.

"Ma c'era un problema. Dove far scorrere tutto il denaro generato dalle nostre attività? Sal, la tua catena di lavanderie è una copertura per lo spaccio. Jimmy, i tuoi club vivono sulle marchette delle prostitute. Ralph, tu estorci dagli usurai dei quartieri bassi della città il quaranta per cento dei loro introiti coperto dai tuoi amici nella polizia. Vito, i mercati che controlli sfruttano gli immigrati vendendo loro permessi e documenti falsi. Phil, i tuoi stores riciclano merce rubata ..."

Guardò i presenti per sottolineare la realtà dei fatti. Riprese a parlare con lo stesso tono.

"Tutte queste attività producono denaro, molto denaro. Avete chiesto aiuto a Joe perché sapete benissimo che tutto il denaro che vi arriva non potrebbe essere nascosto, reinvestito, consumato in tempi futuri. Noi vi abbiamo dato protezione e, soprattutto, abbiamo trovato la maniera di far uscire buona parte di questi capitali, la parte non reinvestita, all'estero"

Si fermò, bevve ancora un sorso d'acqua. Non aveva veramente sete, doveva tenerli un po' sulla corda prima di terminare la propria esposizione.

"Qui è intervenuto Teller. Ha lavorato per qualche anno e si è fatto le ossa da quel giudeo di Sutter. Da lui ha imparato i trucchi necessari per blindare le nostre attività. Ha creato società estere in Canada, in Messico, alle Bahamas, a Santo Domingo. Queste società ci schermano dagli interventi del fisco. L'unico errore che ha fatto è stato farci entrare in società e lavorare con Brown & Farrell ..."

Dai presenti si levò un brusio.

"Noi siamo al sicuro?" chiese Jimmy Potenza.

"Sì e no" rispose sibillina Sylvia.

"Perché, dobbiamo temere qualcosa?" insinuò Phil Mannone.

"No, nessun pericolo. Tutte le vostre imprese risultano pulite, la documentazione fiscale è in ordine e nessun rilievo vi può essere mosso. Tutta l'altra documentazione è al sicuro"

"E Teller?" suggerì Ralph Sanders.

"Teller è morto, il caso è chiuso, non darà più problemi!"

"Noi dobbiamo fare qualcosa?" ansimò Sal Contino.

"No, non fate niente. Tenete un profilo basso, non esponetevi, limitate al massimo le attività che necessitano di essere coperte, capite cosa intendo? Fatevi vedere il meno possibile. È tutto"

Joe si alzò. Era il segnale che la riunione era finita. Invitò i presenti di nuovo al buffet. Tutti ripresero a mangiare parlottando tra di loro.

*******

Sylvia e Joe, dopo aver salutato tutti si ritirarono nello studio. Joe scuoteva la testa, era visibilmente preoccupato. Sylvia lo guardava in silenzio in attesa che dicesse qualcosa.

"Sylvia, noi come siamo messi?"

"Abbiamo tutti i documenti che potrebbero comprometterci. I federali non troveranno niente nello studio di Mark. Quello che troveranno da Brown & Farrell coinvolgerà solo lui. Ma lui non c'è più e quindi ..."

"Tu gli volevi bene?" chiese con aria sofferta Joe.

Sylvia si strinse nelle spalle.

"Sì, mi piaceva, gli volevo bene ... Poi le persone cambiano, quello che c'è all'inizio piano piano svanisce e ..."

Non terminò la frase e Joe non volle sapere di più.

*******

Rimasta sola, Sylvia si sedette pensierosa. Prese il telefono e fece un numero. Qualcuno rispose dopo quattro o cinque squilli.

"Ciao, sono io ..." disse Sylvia.

"Dimmi" rispose brusca la persona dall'altra parte del telefono.

"È tutto a posto?"

"Sì, non ti preoccupare"

Sylvia chiuse la comunicazione.

La Bambola - Un delitto per l'ispettore Connie SantinoWhere stories live. Discover now