Capitolo 18 - La svolta

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Quando la guardia chiuse la porta della cella alle sue spalle, Mark si sentì mancare. Aveva capito benissimo quello che il giudice Connors intendeva dire. Aveva anche capito il significato di quel sorrisetto che quella ragazzetta che rappresentava il procuratore, quella Meyer (o come cazzo si chiamava), gli aveva rivolto dopo la pronuncia del giudice. Quel sorriso sarcastico voleva dire che non aveva scampo, che l'avevano già condannato senza nemmeno sentire le sue (strambe fin che si voleva) ragioni.

Sentì l'angoscia salire inarrestabile, il respiro divenne affannoso, si sdraiò a fatica sul tavolaccio. In un attimo capì che tutto quello per cui aveva lavorato sarebbe sfumato e sarebbero rimaste solo macerie e un avvenire oscuro.

E Sylvia, il lavoro, lo studio, la casa di lusso ...

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Sembrava tutto così facile. Lo studio che seguiva il trust della famiglia Beltempo non era grande, era lussuoso. Aveva una segretaria, Rosie, una signora silenziosa, efficiente, apparentemente senza una vita privata.

Aveva due aiutanti di mezz'età, Luis e Veronica, presenti nello studio da parecchi anni. Con il loro aiuto aveva preso possesso del complicato intreccio che collegava le aziende del trust e collegava il trust stesso a altre organizzazioni.

Apparentemente tutto quello che accadeva era nell'ambito della legalità anche se talvolta qualche sospetto lo assaliva. Era il volume delle transazioni che lo meravigliava, ma ci fece presto l'abitudine, del resto erano società di dimensioni ragguardevoli.

Vedeva Joe Beltempo quasi tutti i giorni e lo informava degli sviluppi correnti. Una volta alla settimana, di solito il venerdì alle undici, c'era una riunione di tutti i responsabili del trust presieduta da Joe.

La prima sorpresa fu il premio ricevuto alla fine del primo semestre. Con quello comprò una collana di diamanti: Sylvia, fuori di sé dalla gioia, lo assalì coprendolo di baci. A Mark sembrò di essere salito sull'autobus destinato al paese di Bengodi.

Dopo un mese, Sylvia lo informò che suo zio Joe aveva perfezionato l'acquisto della villa con parco in un piccolo paese limitrofo e che aveva destinata a loro. Mark era perplesso. Andarono a vederla la domenica successiva assieme a Joe e Sara. La villa era appartenuta a un industriale che era fallito per debiti. Joe l'aveva ottenuta a prezzo di saldo e ora la stava mostrando a Sylvia e Mark.

La villa non era eccessivamente grande, molto bella e sarebbe stato facile ristrutturarla. In più aveva una piscina, una stalla e un galoppatoio. Il tutto circondato da una tenuta molto vasta. Mark sconcertato si chiese, preoccupato, quanto sarebbe costato il mantenimento di quella villa. Joe lo sorprese.

"Mark, come ti ho preannunciato il giorno del matrimonio anche la villa è intestata a te. Sylvia muore dalla voglia di risistemarla e penso che voi due ve la godrete"

Mark aprì la bocca ma non riuscì a spiccicare parola. Quando mai aveva parlato con Sylvia di ristrutturare e abitare in quella villa? La guardò, ma prima che potesse chiedere spiegazioni lei gli chiuse la bocca con un bacio appassionato.

"I nostri bambini cresceranno qui all'aria aperta, circondati da animali, impareranno a cavalcare, saremo felici vero Mark?"

Lui sorrise, capì che non era salito ma l'avevano caricato sull'autobus per Bengodi, che la portiera si era chiusa e non sarebbe stato più possibile scendere. Joe gli battè la mano sulla spalla e Sara lo abbracciò e baciò.

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Nei seguenti sei mesi, mentre Mark lavorava dieci ore al giorno a gestire i movimenti delle società del trust, Sylvia completò i lavori alla villa e i preparativi per il trasfervisi. A Mark sarebbe piaciuto invitare Mary Folsen per mostrarle la villa ma gli sembrò un gesto di pessimo gusto.

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"Teller preparati, ti trasferiamo" gridò la guardia dallo spioncino. Lui si guardò attorno. Che cosa aveva da perdere?

"Dove mi portate?" Chiese alla guardia quando questa aprì la porta.

"Il carcere della contea è tutto pieno, vai al penitenziario statale di Greenwood, in isolamento. Là ti ricorderai di questa cella come di un albergo di lusso!"

La Bambola - Un delitto per l'ispettore Connie SantinoWhere stories live. Discover now