Capitolo 15 - Interrogatorio

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L'interrogatorio andava avanti ormai da un'ora e non si erano fatti passi avanti. Miller e Olsen insistevano ma le spiegazioni di Mark erano semplicemente ridicole. Mark stesso appariva ancora non in pieno possesso delle sue facoltà.

La porta si aprì ed entrò Connie. Aveva seguito dietro il vetro le domande e le risposte e tutto le sembrava confuso e irreale.

Vedendola entrare Miller e Olsen si irrigidirono. La regola, che imponeva a coloro che interrogano di apparire compatti, ebbe il sopravvento. Non dissero nulla, solo Miller scosse solo la testa in segno di disapprovazione. Connie si sedette. Mark la guardò con uno sguardo interrogativo.

Olsen riprese.

"Allora, dove hai conosciuto la donna?"

"Non la conosco, non so chi sia!"

"Però era a letto con te e svestita!"

"No, io non ero a letto con lei!"

"E con chi, allora?"

"Con ... una specie ... di ... bambola!"

"Cosa sei una bambina, che giochi con le bambole?"

"No. Era una ... bambola grande ...".

Scese un silenzio pesante. Intervenne Connie.

"Come si chiamava?"

Mark guardò la nuova arrivata. Era una donna, carina, seria ma non minacciosa. Sembrava ragionevole.

"Evelyn"

"Cosa facevi con lei?"

"La vestivo..."

"Certo da sola non si sarebbe vestita!" osservò ironico Olsen.

Lei gli fece cenno di tacere.

"Perché la vestivi, con cosa?"

Mark sospirò. Come e perché era finito in questo pasticcio?

"Evelyn è molto bella. Le ho comprato dell'intimo in un negozio di lusso, mi piaceva vestirla, parlarle, abbracciarla ... dormire vicino a lei"

"E la scopavi anche, vero?" intervenne Miller.

In quel momento si aprì la porta e entrò un uomo distinto accompagnato da un agente. La cartella costosa lo identificava come un avvocato.

"Signori l'interrogatorio è finito! Lei Teller, non dica più una sola parola se io non sono presente!".

Olsen non resistette "E tu amico, chi cazzo sei per parlarci così?"

Il nuovo arrivato sorrise mellifluo: era un caimano in giacca e cravatta.

"Sono Archibald Norton. Sono l'avvocato del signor Teller. Vi sarò grato se mi porterete rispetto. Fatemi avere copia di quanto ha detto Teller".

"Se lo può scordare. Teller ha parlato spontaneamente!"

"Basta guardarlo in faccia per vedere che è ancora sotto l'effetto di farmaci. Sento già cosa dirà il giudice quando lo racconterò. Vedo anche i gruppi dei fanatici delle libertà civili scandire il vostro nome sotto le finestre della centrale! Mi farà avere copia della registrazione?"

Miller assentì.

"Grazie. Ora vorrei restare solo con il mio assistito."

Connie, Miller e Olsen uscirono in silenzio. Si guardarono. Lei parlò.

"Miller, secondo te come è andata?"

"E' semplice. Teller ha forse davvero comprato della biancheria, ha trovato una puttana e gliel'ha fatta indossare. Poi ha voluto che facesse qualcosa che noi non sappiamo. Lei si è rifiutata e lui ha perso la testa. Forse era sotto effetto di qualche sostanza. Deve aver cercato di convincerla e quando non c'è riuscito l'ha colpita e l'ha uccisa. L'ha stesa sul letto e poi si è riposato. Era stanco poverino. Secondo me è andata così!"

"Per prima cosa dobbiamo capire se è vero che le ha comprato la biancheria, poi bisogna trovare informazioni sull'appartamento, sulla donna ...".

"Connie, questa è la mia indagine. Per favore stanne lontana, chiaro? Torna nel Sepolcro e datti da fare. Ti ho già salvato quel bel culo che ti ritrovi una volta. Però non ci sarà una seconda volta, chiaro?."

Connie divenne paonazza. Olsen indicò con il dito i sotterranei, lei si voltò e se ne andò senza una parola.

La Bambola - Un delitto per l'ispettore Connie SantinoWhere stories live. Discover now