Pensare, pensare, pensare

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Esistono miliardi di frasi motivanti che parlano di credere nei sogni e nell'amore; o che dicono "il tempo aggiusta ogni cosa" o "Tutto cambia" o "il meglio deve ancora venire". Potrei citarne moltissime altre di queste frasette che ad orecchio suonano davvero bene, ma che, purtroppo, nei fatti si dimostrano dannatamente false: se tutto cambia, perché ormai da anni sono impantanata, fossilizzata, nella medesima situazione? Perché ogni sogno in cui metto impegno ed energia, passione e cuore non si realizza? Perché sono sola? Perché? Perché ? Perché? Io non smetto mai di sperare, ma sto cominciando a spazientirmi: quanto devo aspettare? Cosa devo fare? Vorrei un'indicazione, un segno qualunque. Mi ritrovo dispersa nella strada verso me stessa: avrò per sbaglio preso una via traversa? Quando di preciso mi sono persa? Come si ritorna sulla via maestra? C'è una via? C'è una strada? C'è un senso? Dove sono i bei finali promessi dai libri e dai film? Sono solo leggende? Eppure ogni leggenda ha un fondo di verità. Qual è la verità? C'è una verità? Ci sono tante verità? Sono così confusa, non ho la bussola. Il mio senso dell'orientamento è pari a zero: dov'è Google maps quando serve? Ci sono circa cento miliardi di neuroni nel cervello umano, ognuno dei quali forma circa mille sinapsi: come faccio a non perdermi nella mia testa? Vagabondo a vuoto, procedo a tentoni come se mi trovassi in un magazzino pieno di oggetti fragili nel buio più assoluto. Il trucco per non impazzire sta nel non pensare troppo: si diventa folli a furia si porsi sempre gli stessi irrisolvibili interrogativi. Però quando si aspetta per tanto tempo qualcosa – che non si sa bene cosa - non si ha altro da fare: si può soltanto pensare, pensare, pensare.  

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