SENSAZIONI

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‘Perché vuoi farlo?’
La situazione non le dispiaceva affatto ma, forse, Chichi aveva ragione.

‘ Non potete andare avanti così per sempre’, le aveva detto quella mattina, quando era andata a farle visita per la nascita del piccolo Goten.
‘ Tu non sei un oggetto, Bulma, devi farglielo capire’
In realtà la donna era stata drastica come al solito, non si poteva parlare di sfruttamento o, meglio: se bisognava proprio parlarne in quei termini, urgeva sottolineare che questo sfruttamento fosse reciproco.
‘ Non può venire da te solo per…insomma, hai capito!’
Be’, ma lui non andava da lei ‘solo per…’. Lui stava con lei sempre, ormai. Litigavano spesso e parlavano poco, è vero, però Bulma era fiduciosa…sarebbe andato tutto per il meglio, era già cambiato un pochino. Ora sembravano addirittura una coppia vera…lui non le aveva mai riservato frasi troppo affettuose, ok, ma…nel modo di approcciarsi c’era qualcosa di nuovo: se nessuno era in giro – e doveva accertarsene bene – le si avvicinava per baciarla, senza pretendere di andare oltre, solo per baciarla…e nei suoi abbracci notava un certo…sentimento, forse affetto, non più una semplice smania di possesso…
Fatto sta che la neomamma le aveva in messo tanti dubbi e ora voleva delle risposte.

La guardò, seriamente sconvolto.
‘Che significa?’, era la prima volta che lo vedeva in difficoltà. Era come se, a mezzogiorno o giù di lì, gli avesse fatto una domanda del tipo ‘perché hai fame?’
Lei si ritrasse un po’, incrociò le braccia.
‘Perché vuoi fare l’amore con me?’
Esitò qualche istante, gli occhi sbarrati. ‘Perché non dovrei?’
Espressione triste, insolita. ‘Di solito, si fa l’amore perché ci si ama’
Ecco cos’era.
Tornò dalla sua parte del letto, scontento. ‘Io dico che, di solito, si scopa perché se ne ha voglia e bisogno’

Diamine, quella donna non si accontentava mai. Proprio quella sera, poi, doveva mettersi a fare la ritrosa? Non aveva affatto voglia di dormire…la sentì avvicinarsi.
‘Allora cambio domanda’
Bene. Evidentemente, neanche lei aveva sonno e, se si era riavvicinata, c’erano buone probabilità di giungere a un piacevole compromesso.
Si mise supino e prese a osservare il soffitto.
‘Cosa provi quando fai l’amore con me?’

Forse la domanda di prima non era stata poi così pessima.
‘Smettila di scocciarmi, Bulma!’, sbottò guardandola negli occhi che, però, rivelavano l’intenzione di non demordere. Infatti…
‘si può sapere che problemi hai?’, si stese al suo fianco, ‘ tanto so che non mi dirai frasi galanti, anzi, ma fammi il piacere di esprimerti a parole una volta tanto ‘
Sbuffò, tornando a contemplare il vuoto. ‘tu’, mugugnò, ‘ti diverti a fare tante domande, ma neanche sapresti come rispondere’, le rivolese un occhiata veloce, ‘pretendi che gli altri arrivino dove tu non riesci’

‘Se me l’avesse chiesto Yamcha, a suo tempo, avrei reagito come te ora’ , parlò amaramente, ‘non avrei saputo cosa dire…perché non avrei avuto niente da dire. Non si può parlare di qualcosa che non c’è, a meno che non si voglia squallidamente ammettere che l’unica sensazione provata è l’appagamento fisico’
‘…e tu non avevi neanche quello, suppongo’ aggiunse, beffardo.
Non gli rivolse uno sguardo allegro. ‘ma se si parla di te, allora saprei bene cosa rispondere, perché ti amo’

‘Ah, si?’, la vide avvicinare il viso al suo.
‘Mentre faccio l’amore con te, sento prima di tutto piacere, piacere puro…e questo, ok, è scontato. Ma i tuoi baci…mi sembra così strano che ora abbia cominciato a baciarmi…finalmente…i tuoi baci mi emozionano così tanto…eppure quel tanto è niente rispetto al resto…e, sentendo le tue dita affondare nei miei seni, mi pare che vadano oltre la pelle e tocchino il cuore, stringendolo…e capisco di essere legata…a te, che mi domini, solo tu puoi e riesci a farlo, io non capisco…com’è che non mi dispiace…io non sopporto essere sopraffatta…a meno che non sia tu a farlo…e c’è questa catena che non so come controlli, che non mi lascia mai allontanare da te, né fisicamente, né col pensiero’
Esitò un po’, per fermarsi a osservare l’espressione rapita di lui.
‘più tu vai avanti, meno io capisco…e non ricordo più di essere sul nostro letto, non vedo più le mura della nostra camera…tu entri in me e io perdo la percezione del tempo e dello spazio, so che ci sono io, anzi no: so che ci sei tu, in me…e per questo, grazie a questo, ci sono io. Ci siamo noi due, insieme, ci rotoliamo nell’aria, sull’erba e nell’acqua…contemporaneamente…e mi pare di sentire il sole battere sulla pelle, poi pioggia primaverile e confondo il tuo respiro col soffio del vento, poi di nuovo il sole…e la neve…fiocchi di neve…che lecchi via…e poi entro nel fuoco, mi brucio, forse tu mi bruci, in realtà, ma mi piace…e tu continui a spingere…e io provo ad afferrarti, finalmente sei mio! ti stringo, perché vorrei avere tutto di te…non solo il corpo…vorrei riuscire a prenderti l’anima…’
Si fermò.
Lo sentì respirare profondamente.
‘ti piace il fuoco?
Eccolo…deviava, come suo solito. ‘si, mi piace’, rispose tristemente.
Silenzio.
‘Anche a me’.
Non la guardava negli occhi.
‘penso a un animale che ha lottato l’intera giornata e, stanco, torna nella sua tana. Fuori diluvia e lui si è anche bagnato e non poco ma, nel suo rifugio, trova calore e sicurezza, perché sa che la tempesta non lo disturberà. Un animale purtroppo non può trovare il fuoco acceso, ma tu immagina che ci sia’
Non sapeva bene che senso avesse quel discorso, ma lo ascoltava attentamente.
‘Come l’animale distrutto e fradicio che, compiaciuto del calore inaspettato trovato nell’unico posto in cui è davvero al sicuro, se ne infischia del mondo e dei suoi pericoli, perché ha inaspettatamente scovato la salvezza’
La baciò.
‘Così mi sento, quando faccio l’amore con te’

Attraverso Il Buco Della SerraturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora