COMPROMESSI

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Non che fosse esperto di tradizioni terrestri, ma tutto ciò gli sembrava assurdo. Seduto sul divano accanto agli altri due, li ascoltava attentamente.
‘Ma davvero mamma???’, anche a Trunks appariva piuttosto incredibile.
‘Certo, caro! Io gli ho già detto tutto’, annuiva soddisfatta.
La donna era osservata con sguardo indagatore dai suoi due uomini.
‘Papà, ma secondo te è un saiyan???’, il piccolo sostituì l’oggetto della sua attenzione.
‘Che sciocchezza!’, sbuffò lui…non troppo convinto.
‘Ma se riesce a fare il giro di TUTTO il mondo in una sola notte, sostando in tutte le case…’, pensò ancora qualche secondo prima di dirlo ad alta voce, ‘Babbo Natale dev’essere per forza un saiyan!’
Guardava la madre, poi il padre, poi di nuovo la madre, che rise.
‘Vedi, lui è…magico! Per questo ci riesce!’ disse, cercando di sembrare seria e affrontando lo sguardo tremendamente confuso del compagno. Non doveva tradirsi, non davanti al figlio!
Quel bimbetto, però, era difficile da convincere, perché di natura tremendamente sospettoso.
‘Mah, vedremo domani mattina, se è davvero come dici tu!’. Si allontanò pensieroso verso la cucina, dove fu facilmente distratto da deliziosi profumi: sebbene fosse ancora mattino, i preparativi per la cena di quella sera erano iniziati.

Vegeta, che da qualche anno aveva cominciato a conoscere le usanze di quel pianeta, ricordava di aver presenziato a questa grande festa invernale il cui significato non gli era chiaro né gli interessava, ma di questo Babbo Natale…no, non aveva mai sentito parlare.
‘Che diavoleria è questa?’
Bulma si guardò attorno: ok, il figlio non era nei paraggi. ‘ah, insomma!’, sussurrò poggiando le mani sui fianchi, ‘a volte sei proprio ottuso! Ma ti pare che esista davvero Babbo Natale?’, sibilò, ottenendo in cambio un’espressione sconvolta. ‘è una cosa che si racconta ai bambini per renderli felici, per aiutarli a credere nella magia e…’
‘gli hai mentito!’ esclamò, incredulo. Lui di azioni discutibili ne aveva fatte e parecchie, ma mentire non gli era mai piaciuto e mai aveva mentito a Trunks o a Bulma.
Gli piantò una mano sulla bocca: ‘SSHHHHH!!!!!!!’
‘Odio le menzogne. A me hanno sempre mentito’, scandì bene ogni parola, ‘e tu stai facendo lo stesso con lui’.
Si alzò. ‘Se gli dici qualcosa ti ammazzo!’ era la solita, assurda minaccia.
Incontrò il figlio nel corridoio. ‘Papà!’, gli afferrò il polso, ‘secondo te sono stato abbastanza bravo quest’anno?’
Questa, poi. Si liberò dalla presa. ‘Avresti potuto fare di meglio’
Il piccolo lo guardò allontanarsi. ‘accidenti’, sbuffò. Non era stato mica giusto avvisarlo così tardi…se avesse saputo dell’esistenza di quell’essere qualche mese prima, avrebbe cercato di comportarsi meglio.

Era l’una di notte. Doveva addormentarsi. Doveva. Altrimenti il tizio non sarebbe venuto a portargli i regali. Ma era troppo eccitato, non riusciva a chiudere occhio! Poi ricordò che, durante la cena, il padre era stato più silenzioso del solito; forse anche lui stava pensando al magico evento di quella notte e non riusciva a prendere sonno! Ottimo. Gli avrebbe fatto compagnia.
Entrò di soppiatto nella camera dei genitori e si infilò nel letto; tra i due vi era uno spazio piuttosto ampio, dunque riuscì a mettersi comodo.
‘papà!’, gli tirò i capelli, ‘papà, lo so che sei sveglio!’
L’uomo aprì gli occhi, dopo aver ricevuto qualche sberla da quella manina.
‘Sei emozionato anche tu, eh? cosa gli hai chiesto?’
Cercò di fare il punto della situazione, ma il sonno lo impediva. ‘Di che diavolo parli?’, sbottò.
‘Che regalo hai chiesto a Babbo Natale?’
Ancora.
‘Un bel niente’
Non lo guardava neanche negli occhi. Non voleva avere a che fare con quella frode.
Trunks si sentì uno sciocco; solo i bambini ricevevano doni, non i grandi!
‘Ma secondo te viene anche se stanotte resto sveglio?’
Nessuna risposta.
‘L’anno prossimo dovrò stare attento a non fare arrabbiare la mamma’
Quella mamma che, come lui, era abituata ai monologhi.
‘Ma tu dici che esiste davvero questo Babbo Natale?’, insisteva.
Continuava a non guardarlo. ‘Cosa vuoi che ne sappia, Trunks’, scese a un compromesso con se stesso, ‘non sono un terrestre, io!’
‘ah già…’, uno sbadiglio. ‘forse dovrei tornare a dormire’. Il piccolo amava atteggiarsi da uomo maturo, quindi non poteva permettersi una notte nel lettone dei genitori
‘sarebbe anche ora’. In realtà, dato che Bulma sembrava arrabbiata con lui, la permanenza del figlio non avrebbe recato fastidio…ma era meglio non viziarlo ulteriormente.
Il piccolo uscì dalla stanza.
Vegeta guardò verso la compagna. ‘so benissimo che sei sveglia da un pezzo’
La donna si voltò, sorridendo. ‘che bravo papà!’
Sbuffò. ‘Come se non avesse abbastanza cianfrusaglie’ fu la sentenza finale, poi venne piacevolmente distratto da altro.

Attraverso Il Buco Della SerraturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora