Mamma

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-1 ANNO DOPO-
Compio 8 anni mentre papino ne compie 43. Da un po' di tempo ormai che le giornate sembravano sempre uguali. Mi svegliavo, facevo colazione, andavo con papà a lavoro, tornavo a casa, andavo da Martina e Francesco, poi tornavo a casa, cenavo, mi mettevo il pigiama e andavo a dormire. Però questa routine quotidiana mi piaceva finché venne interrotta. Stavo tornando a casa perché la mia visita a Martina e Francesco era finita ed aveva iniziato a piovere, solo che trovai papà per terra ,mezzo fradicio. Mi avvicinai a lui "Papà si può sapere che ci fai qui fuori?! Prenderai la febbre così!" Urlai ma lui non mosse un muscolo quindi fui costretto a trascinarlo dentro casa da sola e adagiarlo sul divano. Gli misi una mano sulla fronte ed era caldissima "Troppo tardi..." dissi per poi andare di sopra per prendere dei vestiti caldi dal suo armadio e tornare di sotto. "Se resti bagnato la febbre ti salirà, vatti a cambiare papino" dissi ma lui sbuffò e si girò dall'altra parte del divano. "Papà se fai così te lo metterò io!" Esclamai ma lui continuò a far finta come se io non ci fossi. Lo girai con forza dalla mia parte e gli levai il giacchetto della divisa, poi sbottonai la camicia e gliela tolsi. Avevo preso anche un asciugamano quindi glielo passai sul petto e poi gli misi una maglietta a maniche lunghe bianca. Non ero imbarazzata da quella situazione tanto l'avevo visto nudo un sacco di volte. Gli tolsi anche il pantalone e una volta passato l'asciugamano dappertutto gli infilai dei pantaloni neri e dei calzini bianchi. Mi sentivo tanto una mamma in quel momento, non si era mai comportato così ma avendo la febbre alta lo potevo capire. Passai l'asciugamano anche tra i capelli bagnati. "Papà ce la fai ad alzarti da solo?" Gli domandai, lui scosse la testa e avendo intuito la risposta lo aiutai ad alzarsi dal divano e poi gli presi un braccio e lo misi attorno al mio collo come appoggio. Arrivammo nella sua camera e una volta messo nel letto e rimboccato la coperta andai a preparargli un pasto caldo. Una zuppa e del pane con il thè come bevanda. Salii di sopra, aprii la porta della stanza e posai il vassoio sul comodino di fianco al letto. "Papà ti imbocco io?" Chiesi e lui rispose con un debolissimo "Sì" e quindi dovetti imboccarlo con il cucchiaio per la zuppa, poi dovetti dividere il pane in pezzetti minuscoli e infilarli delicatamente nella sua bocca e infine dovetti poggiare la tazzina alle sue labbra mentre lui beveva il thè con fatica. "Papà abbiamo delle medicine per la febbre?" Chiesi prendendo il vassoio per portarlo di sotto e lavarlo "No, vai dalla quattrocchi al quartier generale dovrebbe averne un po' " rispose papà toccandosi la testa dolorante. "Ok allora torno subito" dissi uscendo dalla stanza per poi andare dalla zietta Zoe. "Sì ne ho un po'" disse Zoe aprendo un armadio in vetro con tantissime boccette con liquidi colorati. "Medicina per la febbre..." sussurrava mentre guardava l'etichetta di tutte quelle boccete. Molte di loro sull'etichetta avevano uno scheletro e questa cosa mi turbò. Una volta ispezionate tutte le boccette me ne diede una con uno strano liquido rosso. "Zoe ma sei sicura che non è mortale questa cosa?" Domandai scrutando per bene la boccetta. "Ma no!" Rispose lei ma io non ne ero sicura. "L'hai già testata su qualcuno, vero?" Chiesi guardando Zoe che aveva una faccia alquanto inquietante. "Beh, no" rispose Zoe dandomi la boccetta in mano. "Ma Zoe non posso dare questa a cosa a papà è pericoloso!" Dissi arrabbiata "Se non hai nessuna medicina normale mi potresti dare i soldi per comprarla poi ti ripago" aggiunsi incrociando le braccia "Abbiamo una mini Levi scontrosa, comunque se non vuoi nessuna delle mie medicine prendi il portafoglio si trova sul tavolo. Non devi nemmeno ripagarmi" disse tornando seria ed indicando la tavola. "Zoe..." dissi abbassando lo sguardo "Non sono offesa tranquilla e ora vai a comprare la medicina" disse Zoe sorridendo per un attimo per poi tornare seria sorpassandomi con una spallata. "Sì invece e io mi sento in colpa!" Esclamai coprendo il mio viso con le mani per soffocare i singhiozzi. "Oh Kuchel" disse lei avvicinandosi "So che non potrò mai rimpiazzare Petra e infatti non voglio questo. L'unica cosa che vorrei e che tu ti fidassi di me e se hai di problemi di confidarmi tutto ciò che provi" disse Zoe abbracciandomi "Io mi fido di te! Forse il mio comportamento ti ha fatto pensare il contrario ma non è così!" Dissi ricambiando l'abbraccio "Tranquilla non farei mai del male al tuo papino. Prendi la mia medicina allora? Ah prendi anche il termometro è sul tavolo." Disse staccandosi per potermi guardare negli occhi, io annuì e presi la roba ma prima di andarmene le diedi un bacio. Entrai dentro casa e posai tutta la roba sul tavolo per poi salire di sopra a controllare come stava papino. Lo trovai per terra tutto sudato con la testa fra le mani. "Papino! Che è successo qui!" Gridai in preda al panico "Ti aiuto ad alzarti" dissi ma lui non collaborava stava solamente fermo in quella posizione quindi cercai di alzarlo da sola. Mentre cercavo di alzarlo toccai la sua fronte per sbaglio e notai che era caldissima. "Di sotto ho il termometro, aspetta lo vado a prendere" dissi camminando verso la cucina ma quando mi resi conto di averlo lasciato per terra tornai indietro e lo misi sul letto. Scesi in cucina e presi la medicina e il termometro per poi tornare di sopra. Gli alzai il braccio e gli misi il termometro sotto l'ascella per poi aspettare 2 minuti. "39.2?! Devi prendere subito la medicina!" Dissi afferrando la medicina, aprii il tappo e dentro gli misi un po' del liquido contenuto in quella boccetta per poi darla a papà. "Ora prova a dormire papino" dissi mentre sistemavo il lenzuolo e prendevo la roba. Misi in bagno sia il termometro che la medicina poi scesi di sotto e diedi una ripulita a tutto lo sporco che si era creato. Mi misi a pulire anche il vassoio con i piatti e la tazzina di prima. Una volta pulito tutto tornai di sopra. Papà si era addormentato. Mi sedetti sulle mie ginocchia affianco al letto e strinsi forte la mano di papà. "Mamma ti prego aiuta papino a stare meglio" dissi piangendo "Non lo portare con te, mi serve ancora il suo supporto" aggiunsi poggiando la testa sul materasso per poi addormentarmi.
PETRA'S POV
"Tranquilla non ti porto via il tuo papino, ma non sei esagerata per un po' di febbre" dissi ridendo ma Kuchel non poteva ascoltarmi.
LEVI'S POV
Il mattino seguente a quella tortura mi sentivo meglio anche se non completamente. Di fianco a me c'era la peste che dormiva tranquilla. "Che pazienza che hai avuto ieri" dissi per poi usare quella poca forza che avevo per metterla nel letto. Era proprio una bella signorina, dai lunghissimi capelli ramati, occhi grigi e un sorriso spettacolare.
KUCHEL'S POV
La mattina dopo mi svegliai nel letto con papà che mi guardava. "Papino stai meglio?" Dissi con voce ancora impastata dal sonno. "Sì pidocchio e ora vai a prepararmi la colazione che ho fame" rispose papino con il suo solito modo di fare. Sorrisi e andai di sotto a preparare la colazione per lui e per me. Andai di sopra e gli diedi il suo vassoio mentre io mangiavo dal mio. "Perché non mi imbocchi?" Domandò papà irritato. "Stai meglio puoi farlo da solo" risposi mentre mangiavo il cibo, ieri non avevo mangiato per prendermi cura di papà e ne avevo bisogno. "Fallo ora!" Urlò lui, io rimasi sconvolta dal suo comportamento ,però, fui costretta ad imboccarlo. Finita anche la mia colazione presi tutto e andai a lavarlo. Finito anche quello andai di sopra da papino e gli cambiai i vestiti. "Papà vado dalla zietta Zoe a dirle che stai meglio" dissi ma mentre ero alla soglia della porta sentii un lamento seguito da un odore disgustoso. Mi girai e vidi che papà aveva vomitato tutta la colazione. "Che schifo" dissi chiudendo gli occhi. "Vieni ad aiutarmi invece di dire 'che schifo'" disse papà e io fui costretta a prendere uno straccio per pulire tutto quello schifo per terra. "Qualcos'altro?" Chiesi una volta finito di pulire. "Sì mi fa male la testa, prendimi un asciugamano bagnato" rispose papino, e come al solito lo accontentai. "Altro?" Domandai "No ti concedo il via ma torna presto" rispose papà. Finalmente riuscii ad andare da Zoe. "Buongiorno Zoe" dissi abbracciandola "Buongiorno Kuchel, come sta papino?" Domandò Zoe, io la guardai come a darle una risposta con lo sguardo. "Sta bene ma mi tratta come la sua schiava personale" risposi con tono malinconico. "È normale, non si sente bene e ha bisogno del tuo supporto. Comunque se sta meglio vuol dire che la mia medicina ha funzionato" disse fiera di sé la zietta Zoe. "Non proprio, papà ha vomitato ed è sicuramente colpa di quella medicina" dissi alzando gli occhi al cielo. "Ah vabbè tra gli effetti collaterali che potevano accadere, il suo è quello meno doloroso" disse Zoe "Effetti collaterali?! Quali erano gli altri?" Domandai impaurita "Ah ma guarda come si è fatto tardi! Torna da tuo padre" disse Zoe spingendomi fuori. Il resto della settimana la passai a prendermi cura di papà, a pulire la casa e il suo vomito. "35.2 meno male la febbre ti è scesa" dissi stremata.
-1 ANNO DOPO-
Avevo compiuto 9 anni e io e Martina stavamo organizzando una festa a sorpresa per Francesco che presto sarebbe partito per andare al campo di allenamento per cadetti. Avevamo appeso i manifesti e posizionato i palloncini. Mancava solo Francesco. Una volta attraversata la porta ci fu un urlare di gioia e ,ovviamente, il giorno dopo quando dovette partire tutti piangemmo. Io ero a casa stesa sul divano a poltrire mentre mio padre era di sopra nella sua camera a leggere, quando, qualcuno aldilà della porta bussò e anche se con fatica mi alzai ed aprii la porta. Erano Martina e suo padre. "Ciao, come mai questa visita improvvisa?" Chiesi "Perché Martina si sente sola e allora ci chiedevamo se ti andrebbe di venire a mangiare da noi e magari di restare per un po'" rispose Jason, i miei occhi parlavano da soli ma senza l'approvazione del capo supremo non potevo fare molto. Mi diressi verso la sua camera, ero consapevole che si sarebbe arrabbiato ma per me era diventato un'abitudine essere messa il punizione. Entrai senza bussare e mi sedetti sulle sue ginocchia, le sue mani circondavano il mio corpo, quindi usò la mie testa come porta mento. "Papà posso andare a casa di Martina?" Domandai "A fare che cosa?" Chiese lui mentre girava pagina "Per cena e poi resto un'oretta" risposi io "Ok basta che ti levi dai piedi" disse papino "Grazie mille!" Esclamai io dandogli un bacio sulla guancia. Scesi le scale e comunicai ai due che potevo andare da loro così insieme ci incamminammo verso la loro dimora. Ero abbastanza sorpresa della sua reazione. Pensavo mi avrebbe urlato contro ma così non fu. Dopo cena io e Martina andammo nella sua camera per giocare. Ci sedemmo a cerchio in modo che io potessi fare la treccia a Martina e viceversa. "Martina hai dei capelli così belli! Biondi e morbidi!" Esclamai "Anche i tuoi sono bellissimi Kuchel! Hai un colore così particolare e poi sono così lucenti e profumati!" Disse Martina "Ma che dici!" Dissi ridendo "La verità" rispose Martina che venne contagiata dalla mia risata. Ci sdraiammo per terra a ridere a crepapelle quando dalla porta entrò la signora Williams. "Mamma!" Urlò Martina per poi saltare addosso a sua madre. Già la parola "mamma" una parola che io pronunciavo così tante volte ma mai alla persona al quale andava detta. "Ma che trecce disordinate! Venite qua che ve le sistemo" disse la signora Williams che prese Martina per le spalle e la posizionò di fronte allo specchio per sistemarle la treccia. Erano così dolci insieme. Madre e figlia un rapporto che io non avrei mai potuto provare e che desideravo, invece, poter sperimentare. Dopo Martina toccò a me. Mentre mi sistemava la treccia non sentivo nessun sentimento e sapevo bene il motivo, anche se con me si stava comportando come una madre per me non lo era per niente. Dopo tornai a casa e papà mi portò a letto. Mi salutò e poi se ne andò in camera sua. Una volta che uscì dalla mia stanza scesi dal letto e mi misi a giocare con i peluche. Non parlavo ad alta voce perché se mi avrebbe scoperta sarebbero stati guai. Mentre giocavo il mio sguardo si posò sul piccolo specchio sopra il comodino. Mi alzai e fissai lo specchio. Pensai alla scena di Martina e sua madre solo che al loro posto c'eravamo io e la mia mamma. Scoppiai a piangere e mi sedetti all'angolo della stanza con la testa fra le gambe e le lacrime che rigavano il mio volto.
LEVI'S POV
Ero seduto sulla sedia a leggere dei documenti , come al solito, quando sento dei pianti molto forti provenire dalla stanza accanto cioè quella di Kuchel. Entrai nella sua stanza e la vidi piangere in un angolo. Mi sedetti accanto a lei. "Perché piangi pidocchio?" Domandai "Niente" rispose Kuchel "Non puoi piangere per 'niente' quindi parla" dissi io "Per la mamma va bene! Non te lo volevo dire per non sembrare egoista. Tu la mamma la conoscevi da molto più tempo, io invece non l'ho mai conosciuta quindi sembra egoistico da parte mia piangere. Ma non posso farci niente!" Disse Kuchel, piangeva tantissimo. Le sue urla erano potenti e le sue lacrime piene di dolore. Non risposi, non la abbracciai, rimasi solamente immobile a guardare di fronte a me perché sapevo che ciò che voleva in quel momento non ero io ma sua madre. Io per lei ero solo una persona che la forniva di cibo, acqua e vestiti. Almeno così pensavo.
KUCHEL'S POV
In quel momento stavo attendendo solamente un suo abbraccio, cosa che non arrivò mai.
ANGOLO AUTRICE
Scusate se è da tanto che non pubblico ma la scuola non mi dava tregua. Ma adesso dovrei stare più tranquilla con i compiti in classe e le interrogazioni, ciauuu😘
-Mirai

Cherry tree《Rivetra》SnkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora