Il mio migliore amico Gabriel

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LEVI'S POV
Era mattina e io stavo bevendo il thè che Kuchel insistette per farmi. Il pidocchio invece era già nel prato a correre tra la rugiada di prima mattina e ad inseguire le povere farfalle che si ritrovavano sul suo cammino ignare di ciò che le avrebbe attese quando vidi ,dalla finestra, Kuchel correre come un fulmine in una direzione da me sconosciuta. Così mi alzai e andai ad aprire la porta per sgridarla ma lei mi precedette piombandosi alla porta con un sorriso enorme in faccia e Martina stretta in una mano e sua madre nell'altra. "B-buongiorno zietto" disse insicura e tremolante Martina "Zietto?" Dissi io con un'espressione schifata "Sì le ho detto che ti avrebbe fatto piacere essere chiamato zietto" rispose Kuchel dando una pacca sulla spalla a Martina che spaventata tirò fuori qualcosa da dietro la schiena. "Q-questo è per te zietto!" Disse allungando le mani con il regalo verso di me. Io feci una faccia un po' confusa "È un cesto di frutta, zietto" disse Martina calmandosi un po'. "Signor Ackerman possiamo entrare?" Domandò la madre di Martina, io annuì e le feci entrare mandando un'occhiataccia a Kuchel. Ci sedemmo tutti attorno al tavolo, regnava il silenzio assoluto. "Ehm, bambine perché non andate a giocare e lasciate i grandi da soli?" Disse la donna facendo cenno di andarsene alle bambine. Rimanemmo solo io e lei uno di fronte all'altro "La ringrazio ancora per quello che ha fatto ieri, è stato gentilissimo a riportare a casa mia figlia" disse lei, io annuì semplicemente mentre guardavo fuori dalla finestra per controllare che le bambine non si facessero male o che non si allontanassero. "Ah che maleducata non mi sono presentata! Sono Anna Williams mentre lei è Ackerman...?" Continuava la donna cercando un contatto visivo con me che però ignoravo completamente. "Levi Ackerman" risposi io "Bene, comunque mi può chiamare semplicemente Anna" disse lei sorridente e sperando che io le dicessi che mi poteva chiamare per nome, cosa che non sucedette "Ok" dissi io, ritornò il silenzio mentre la donna si faceva sempre più rossa in viso "Io la posso chiamare Levi?" Chiese lei che per l'agitazione giocava con una ciocca di capelli "Come vuole" risposi io, non me ne importava granché. Sulla faccia della donna apparve un sorriso a cui diedi uno sguardo per un solo secondo per poi distoglierlo di nuovo. Anche la donna iniziò a guardare fuori dalla finestra "La piccola Kuchel è vostra figlia?" Domandò lei riprendendo a fissarmi "Sì" risposi io, la donna assumette una faccia un po' delusa "Quindi siete sposato?" Domandò lei giocando con i pollici "No, ero fidanzato ma la mia donna morì tre mesi dopo il parto per motivi che non le interessano" risposi io fulminandola con lo sguardo, lei per un momento fece un'espressione felice ma quando ascoltò la seconda parte della mia frase tornò triste "Mi dispiace tanto non sapevo fosse vedovo" disse la donna a sguardo basso, ritornò il silenzio più assoluto nella stanza che venne interrotto una terza volta dalla stessa persona "Comunque Kuchel è proprio una bella bambina, vivace ed è così simpatica ed ha una curiosità enorme" disse ridacchiando la donna "Già" risposi io "Kuchel non ha preso molto da voi da quanto posso vedere, voi siete più silenzioso e riservato mentre lei è allegra e non sta mai zitta" esclamò ridacchiando per poi spostare lo sguardo sui miei occhi "L'unica cosa in cui vedo somiglianza sono i vostri occhi, sono uguali grigi e profondi. Sembra che per quanto lo si possa cercare non si troverà mai una fine" aggiunse lei. Stavo per risponderle quando la porta venne sbattuta violentemente e i due pidocchi iniziarono a saltare e a correre per tutta la casa. Io mi alzai di fretta e presi Kuchel per il colletto della maglietta e alzandola "Papino mi fai male!" Esclamò lei divincolandosi per liberarsi dalla mia presa "Ehi pidocchio smettila di muoverti che è inutile, e ora vai a pulire la tua stanza che è uno schifo e visto che hai fatto la maleducata pulisci anche il bagno. Se ti comporti ancora male ti faccio pulire anche la cucina, hai capito?!" La sgridai io per poi metterla a terra. "Cattivo papino!" Piagnucolò lei per poi iniziare a strofinarsi gli occhi per fingere di star piangendo. "Non sei stato troppo severo? È solo una bambina e trovo che pulire le stanze non sia una punizione adatta per una bambina" ribadì la signora Williams poggiando le mani sulle spalle della figlia "Non sei sua mamma mentre io sono suo padre quindi non impicciarti, hai capito?" Risposi io prendendo per il polso il pidocchio che incominciò a piangere realmente "Ma-" stava per dirmi qualcosa ma venne interrotta da me. "Vi ringrazio per il cesto ma ora andatevene via e non rompete" dissi io trasportando Kuchel in camera sua per poi scendere sotto per assicurarmi che si fossero levate dai piedi.  La peste appena finì di lavare il bagno venne da me ,catapultandosi addosso, tutta sporca e stanca "Ehi pidocchio, non stenderti su di me quando sei così sporca e vatti a lavare,ORA" Le dissi io spostandola da dosso come se fosse un panno sporco, cosa che era in quel momento. "No papà mi scoccio!" Ribattè lei incrociando le braccia e mettendo il broncio "Se non vai a pulirti ti faccio pentire di essere nata" la minacciai io "Sì certo come no" mi provocò lei spostando una ciocca di capelli con uno sbuffo "Ok" dissi io per poi alzarmi e tirarla per i capelli fuori alla porta "Adesso io esco e nel frattempo tu pulisci tutta la casa incominciando dalla porta e se quando torno non è tutto lustrato e pulito da potermi specchiare ti faccio pulire le stalle al quartier generale" dissi io per poi allontanarmi a passi veloci da quell'abitazione lasciando la bambina da sola a pulire.
KUCHEL'S POV
Papà si allontanò lasciandomi sola. All'inizio ero triste e iniziai a piangere ma dopo poco mi ripresi e decisi che gliel'avrei fatta vedere a quel cattivone. Iniziai dalla porta, poi le finestre e per ultimi i mobili. Essendo figlia di un maniaco delle pulizie ho quest'arte nelle vene che mi porta ad eseguirlo nel miglior modo possibile e anche in modo velocissimo ed impeccabile, solo che mi stanco facilmente. La nostra casetta è composta da quattro stanze: la mia camerette, quella di papà, il bagno e la cucina che è contata con il salotto perché tra di loro non ci sono muri o porte che li separano. In due ore avevo già pulito quasi tutto mi mancava solo la cameretta di papà. "Di solito mi è vietato entrare nella stanza di papino senza il suo permesso ma prima non ha accennato nulla sul fatto che non avrei dovuto pulirla" dissi per poi entrare senza troppi scrupoli. La prima cosa che mi misi a pulire fu l'armadio, poi il comodino sulla destra, poi cambiai le coperte del letto. Mi mancava solo il cassettone sulla sinistra e sistemarne il contenuto. Mi avvicinai al cassettone dove vidi la foto della mamma incinta di me. "Come sei bella mamma, quando sarò grande voglio essere una donna bellissima proprio come te!" esclamai sorridendo "Mi manchi tanto mammina" dissi incrociando le mani sulla superficie del cassettone per poi infilarci il mento e incominciando a piangere "A-avrei voluto conoscerti meglio e poterti chiamare mamma"dissi singhiozzando "Sei una piagnucolona proprio come la tua mamma, pidocchio" dal tono di voce seccato e dal nomignolo 'pidocchio' capì subito che era il mio papà.
LEVI'S POV
La casa era tutta pulita e lustrata come volevo io quindi decisi che l'avrei portata in un posto in cui mi chiedeva di andare da un po'. Aprì la porta della mia stanza e la vidi piangere sopra al cassettone che guardava la foto di Petra. "Sei una piagnucolona proprio come la tua mamma, pidocchio" le dissi io "Papà ma chiamavi anche la mamma 'pidocchio'?" Mi chiese lei asciugandosi velocemente le lacrime. "No. All'inizio la chiamavo mocciosa poi ho smesso" le risposi sedendomi sul letto. Lei si mise sopra le mie gambe "Papà" disse lei "Sì pidocchio" le dissi io sistemando la foto che era caduta "Voglio andare dalla mamma" rispose lei scompigliandomi i capelli "Già ti ci volevo portare" dissi io per poi prenderla in braccio "Vai a vestirti che ci andiamo" aggiungo mentre la posavo a terra e mi sistemavo i capelli. Come al solito  ero seduto ad aspettare che il pidocchio avesse finito e dopo un'attesa infinita arriva vestita tutta carina con una salopette. "Andiamo pidocchio" le dico aprendo la porta e chiudendola quando Kuchel uscì. Ero un po' nervoso perché era da 3 anni che non andavo a trovare Petra e soprattutto Kuchel di sicuro non si ricordava di quella volta avendo solo un anno all'epoca. Dopo poco arrivammo al ciliegio. La bambina corse in direzione delle lapidi e rimase confusa a vederne quattro e no una. "Papino perché ce ne sono quattro e no una? Aspetta forse ho sbagliato a contare" disse la peste iniziando a contare sulle dita "Papino non riesco a contare" aggiunse dopo aver contato una decina di volte. "Sono quattro stupida" risposi io che ero poggiato all'albero. "E perché sono quattro? Ho quattro mamme io?" Domandò lei assumendo un'espressione sempre più confusa "No, quella con su scritto Petra è tua madre" dissi io "Papà io non so leggere" disse Kuchel accasciandosi sul prato ormai arresa. "L'ultima" le dissi indicandole l'oggetto "E le altre di chi sono?" Chiese lei "Quella vicino a quella di mamma è di Gabriel poi ci sono Isabel e Farlan" le risposi io "E chi sono?" Chiese lei guardandomi "Isabel e Farlan erano miei amici" le risposi io sperando che si fosse dimenticata di Gabriel ma non fu così "E Gabriel chi è? Ha lo stesso nome del mio migliore amico, a proposito chissà dov'è ora" disse lei girandosi per controllare se il suo amico Gabriel fosse nelle vicinanze "Gabriel era tuo fratello gemello ma è morto durante il parto" le risposi io, il suo sguardo divenne un misto di confusione, tristezza e delusione. I suoi occhi in men che non si dica divennero arrossati e pieni di lacrime "È morto per colpa mia, vero? Altrimenti non me l'avresti tenuto nascosto" disse lei incominciando a piangere come mai aveva fatto "Non è stata colpa tua" le risposi io "Non è stata colpa di nessuno, vedi il mondo è crudele non è tutto rose e fiori solo che tu hai il vizio di dimenticare in un giorno le cose brutte che ti succedono lasciando spazio solo alle cose belle" aggiunsi staccandomi dall'albero "Si è fatto tardi torniamo a casa" dissi per poi iniziare a camminare ma Kuchel rimase lì ferma a guardare la terra e a lasciare che le sue lacrime cadano sulle mani che stringevano forte la sua salopette. "No" disse lei alzando la testa "voglio rimanere qui un'altro po'. E non è vero che è tardi!" esclamò lei arrabbiata che si girò verso di me per un secondo lasciandomi sbiadito per poi stendersi sul prato a parlare con le lapidi. "Certo che le donne di questa famiglia sono tutte pazze" dissi mettendo una mano sulla fronte "Guarda che me ne vado da solo e quando torni domani ti faccio andare con il nonno" la avvisai io ma lei non mi rispose quindi infastidito me ne andai realmente.
KUCHEL'S POV
Papà se ne andò per la seconda volta in quella giornata. "Mami ma perché papà è così cattivo con me?" Chiesi mentre una lacrima mi scendeva "Vorrei che tu e il fratellone foste qui" esclamai dando inizio ad un pianto di dolore "Perché piangi Kuchel?" Mi chiese una voce vicino di me, io mi girai e vidi il mio amico Gabriel seduto accanto a me. "Gabriel!" Urlai cercando di abbracciarlo ma lui si scansò "Lo sai che non mi piacciono gli abbracci" disse lui alzandosi "Comunque dov'eri finito?" Domandai io imitando la sua azione "Ti ho già detto che abito lontano quindi non mi è possibile venire sempre, lo sai che sei proprio una smemorata?" Rispose lui ridendo "Antipatico mi ero solo preoccupata per te!" Esclamai io mettendo il broncio e incrociando le braccia "Ti sei offesa?" Chiese lui iniziando a camminare e seguito da me "Sì..." dissi spostando la testa dal lato opposto "Sei proprio infantile" esclamò lui  ridacchiando "Non sono io l'infantile sei tu che ti comporti come se fosti più grande!" Gridai io scuotendo la testa "Beh perché forse lo sono" rispose lui facendomi la linguaccia "A me avevi detto che avevi 4 anni" Dissi io stranita "Ed è così, siamo nati anche lo stesso giorno!" Esclamò lui "Davvero e tu che ne sai?" Chiesi io incuriosita "Fidati che lo so" rispose lui. Passeggiammo per ore e ore senza renderci conto di dove stavamo finendo. Arrivammo a casa mia ma non volevo bussare e di questo Gabriel se ne rese conto "Perché non bussi?" Mi domandò lui "Perché papà è arrabbiato sicuramente. Ho un'idea perché non vieni con me?" Chiesi io speranzosa "Non posso" rispose lui "E come mai? Forse perché i tuoi genitori non lo sanno? Glielo dirà papà!" Dissi cercando di tirargli il braccio ma lui non si faceva toccare "Non ho più i miei genitori, ho abbandonato la mamma per venire qui e papà beh lui non mi vuole vedere" rispose lui, io però non capivo ,essendo molto piccola, il perché fosse scappato da sua mamma o il motivo per cui suo padre non voleva vederlo "Quindi non hai una casa?" Chiesi io "Certo che ce l'ho" disse lui indicandomi "Vivi a casa mia e io non lo sapevo?!" Urlai confusa, Gabriel iniziò a ridere e a ridere fino alle lacrime "Ma no stupida" disse asciugandosi le lacrime per il troppo ridere "Abito dentro di te" aggiunse correndo via "Ma che dici?!" Chiesi urlando ma lui scomparve. "È davvero strano" dissi sbuffando "E io sono davvero stanca ed affamata chissà se papà mi ha rimasto qualcosa da mangiare, forse per farmi perdonare gli preparo il thè" dissi allungandomi goffamente per aprire la porta ma ciò che vidi una volta aperta mi fece gelare il sangue.
ANGOLO AUTRICE
Mi piace lasciarvi in suspense😈 comunque non vi preoccupate Levi non si metterà con la madre di Martina. Ditemi se vi è piaciuto, un bacioneeee😘 Ps: ma quanto è pucciosa la copertina?😍
-Mirai

Cherry tree《Rivetra》SnkWhere stories live. Discover now