Capitolo 49

315 33 13
                                    


<Ci vuoi provare? A stare con un disastro come me?!> sussurra sulle mie labbra.
Mi viene fuori il primo sorriso spontaneo da quando è entrato in questa casa.
Annuisco... <Sono qui!> dico provocando anche il suo di sorriso.
E ci viviamo in questa nuova casa, come se fosse la prima volta, ma con la speranza che adesso ho nel cuore, che presto diventi anche un po' sua.

PIERO

Siamo qui su questo nuovo divano, abbracciati stretti, entrambi svegli, ma ognuno con i propri pensieri, in un silenzio quasi imbarazzato che nessuno dei due rompe.
So bene che non sono completamente perdonato da lei, e so anche che non riuscirò a perdonare facilmente nemmeno me stesso per aver rischiato di perderla.
Guardo la meraviglia che ho tra le braccia e non posso che sorridere di essere finalmente con lei, dopo settimane in cui ho fortemente desiderato questo contatto, lei sembra quasi assente, guarda un punto fisso nella parete di fronte a noi, dove un collage delle nostre foto fa da protagonista.

<A cosa stai pensando?> le chiedo con una voce quasi soffocata, e con un po' di timore per il suo essere così pensierosa.
Si volta sul mio petto, fino a guardarmi in volto per qualche secondo.
<Una sciocchezza...> dice ritornando alla sua posizione precedente.
<Vorrei saperla...> insisto io, provando ad essere delicato, ma non so se mi riesce bene.
Stavolta non mi guarda in viso, rimane li dov'è mentre mi parla.
<La verità è che non lo immaginavo così il tuo rientro...> mi dice amaramente. Ho un tuffo al cuore, perché so che la colpa è mia, e immagino anche che non le passerà così facilmente se la conosco un po', manca di fiducia nei miei confronti, e tocca a me adesso farla ricredere...
È proprio vero che la fiducia si acquista in grammi e si perde in chili. E io adesso non so proprio da dove cominciare per farlo.

<Mi dispiace> dico a testa bassa per l'ennesima volta questo pomeriggio, ma mi zittisce con un bacio sul mio petto.
<Non dirlo più ok?! Non voglio più pensarci, sei qui ora...> ed è in questo momento forse che mi innamoro ancora più di lei, e che capisco quale fortuna immensa ho ad averla nella mia vita.
Mi tornano alla mente tutte le cose che ho visto appoggiate sull'altro divano. Candele, tovaglie, calici, petali e altro.

<Cos'è quella roba?> chiedo io cercando di cambiare argomento. Vedo che si fa rossa in viso imbarazzata, ma poi noto quella traccia di amarezza sul volto, e non posso che collegarle al mio ritorno. Mi sento un vero cretino.

<Nulla, roba nuova che devo ancora sistemare...> dice tornando a nascondersi sul mio collo. Non dovrebbe vergognarsi, a me fa solo piacere che stava organizzando qualcosa per me, sono io che ho rovinato tutto.
Mi schiarisco un paio di volte la voce, tossicchiando, giusto per farle capire che non me la bevo...
La sento sbuffare, e il suo fiato mi arriva dritto sul lobo facendomi rabbrividire.

<Volevo preparare una cosa per quando saresti arrivato... fa nulla...> ammette.
Ed è in quel momento che forse mi viene un idea per riacquistare qualche punto con lei, in fondo tutte le donne sono romantiche, non potrà dispiacerle più di tanto, anche se il progetto originale non era questo.

<Posso vedere il resto della casa?> chiedo cambiando argomento... si alza e indossa la mia maglia, che era ai piedi del divano per poi farmi strada...
<No ma fai pure...> la prendo in giro, abbracciandola da dietro solo un secondo. Quella che mi vedo rivolgere è una linguaccia in risposta. Siamo ritornati ad essere noi, e io sento il cuore un filo più leggero.

La casa ha un ampio salone con due divani e una grande TV, uno di essi divide l'ambiente intero che lo collega alla cucina, non grandissima ma carina, c'è un piccolo piano colazione con due sgabelli e un tavolo per sei poco lontano, con un grande vaso sopra.
La camera da letto è dominata da un letto più grande del normale, con una grande finestra che da su un piccolo balcone, mi ricorda tanto la prima volta che abbiamo mangiato insieme in camera sua, solo che in questo non ci staremmo comodi con un tavolo e due sedie.
Noto la mancanza di un aspetto essenziale, sopratutto per una donna, e sopratutto per lei.

Io Ti Ascolto..e Basta! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora