Capitolo 34

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Come con un iniezione di coraggio, butto un sospiro e mi alzo, rifugiandomi immediatamente in quell'enorme telo bianco candido. Intercetto per un attimo il suo sguardo sul mio corpo e non posso che arrossire ancora.
<La mia Nana...> mi stringe lui da dietro ridendo, ha capito tutto...

Mi allaccio quel telo addosso cercando di coprirmi, e lo vedo imitarmi mentre lo lega sui suoi fianchi sopra il suo costume blu gocciolante...
Mi ritrovo un secondo a fissare il suo addome scolpito, sotto il suo sguardo divertito.

<Andiamo?!> interrompe i miei penseri lui... Annuisco... indosso le sue infradito per dispetto, che sono di qualche numero maggiore al mio, scatenando le sue proteste divertite.
Mi fa strada e si siede su un divanetto di fronte al tavolo colazione che è imbandito di ogni ben di Dio... io preferisco sedermi nel divanetto di fronte piuttosto che accanto a lui... mi sento più a mio agio cosi al momento.
Credo lui capisca il mio disagio in queste situazioni, lo vedo sorridere, ma mi lascia fare non mi dice nulla...
Attacca lo stereo e fra le note delle canzoni che rimbomberanno per tutta l'estate nelle nostre orecchie, facciamo colazione, urlando insieme qualche frase che ricordiamo cantando a squarciagola...
Sono momenti felici spensierati, dove dimostriamo di avere l'età che in realtà abbiamo... un momento in cui non siamo carichi di doveri, responsabilità e problemi, ma siamo solo noi e la nostra allegria.

Mentre scherziamo riesce a farmi mangiare più di quanto vorrei, e lo vedo soddisfatto di questo, come se dovesse ormai controllarmi per farlo.
Ma mentre ridiamo come matti tirandoci i soffici cuscini da un divano all'altro, lo vedo soffermarsi un secondo di troppo su di me, abbasso lo sguardo e vedo il mio telo che sta per sciogliersi sul seno, facendo intravedere una piccola parte del mio completino blu notte, avvampo e faccio per riallacciarlo, lui ne approfitta e mi colpisce in pieno volto con il cuscino.

Scoppiamo entrambi a ridere, io sono ormai rossa in viso, fra l'imbarazzo di prima e lo sforzo di questa lotta...

<Dai vieni qui ora... vuoi starmi tutto il giorno a distanza?> mi invita indicandomi l'altra metà del divano su cui lui è sdraiato...
Credo sia affluito ancora più sangue nel mio volto. Ma non mi tiro indietro, so che non mi farebbe mai nulla che io non vorrei.
<Dai, fammi spazio!> dico a bassa voce io... lui si tira su a sedere, poggiando la schiena sul bracciolo ma tenendo le gambe allungate sul divano. Le allarga e mi fa segno di mettermi in mezzo, proprio come nella Jacuzzi, solo che adesso non c'è l'acqua a dividerci e sento il suo corpo e il suo calore distintamente da prima.

Porta di nuovo le sue braccia a circondarmi in un abbraccio, ma stavolta in un gesto involontario mi ritrovo a portare le mie mani sulle sue, come a non voler far spostare le sue da dove sono, come a tenerle attaccate a me.

Sento il suo fiato sul mio collo, siamo in silenzio, con la musica a volume moderato che ci fa da sottofondo.
Lo sento adesso lasciare umidi baci sul mio collo come mai aveva fatto, ma nonostante parte del mio corpo si rilassa a quelle coccole, la mia mente è sveglia e vigile, nervosa e in attesa, incapace di spegnersi e lasciarsi andare.
Lui sono certa sta notando la mia rigidità, ma non smette neanche un secondo lasciando le sue mani li dove sono sotto le mie. Lascio cadere la mia testa indietro contro il suo petto e le sue labbra...
Sento il suo naso sfiorare il mio lobo e un brivido mi percorre la schiena... lui si stacca sorridendo, felice di ciò che riesce a provocarmi, sa che non mi è indifferente.. 

<Posso?!> sfila le sue mani da sotto le mie e le porta sul mio collo, cominciando a massaggiarmi la schiena...
Non riesco ad articolare un solo pensiero, sento solo il silenzio e le sue mani che sciolgono i miei muscoli tesi. Stiamo cosi per quello che a me pare un eternità, si ferma solo quando si accorge che sono ceduta e mi sono completamente rilassata...

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