Capitolo 30

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Non so cosa aspettarmi ne cosa voglio davvero... ciò che so è che la prima cosa che fa è attirarmi a lui.

Riconoscerei quel suo profumo fra mille... riconosco le sue mani su di me... la mia testa è sul suo collo che le lacrime, che scendono incontrollate, stanno rendendo umido... non mi aspettavo questo gesto... credevo fosse incavolato con me... e ne avrebbe avuto tutte le ragioni.
Invece lui è qui...
Ci stacchiamo dopo qualche minuto... le sue mani sono sul mio viso a tirar via le mie lacrime.
I suoi occhi sono dolci... cioccolato fuso... e scrutano i miei per leggervi qualcosa.
Li abbasso per negargli questo. Mi rendo conto che stare qui non ci sta facendo bene, stiamo solo complicando le cose... se mi avesse urlato contro mi sarei sentita meglio, ma questo suo trattamento mi fa sentire ancora più meschina di quanto già sono stata. Io non lo merito.

<Come stai?> sono state le prime parole che mi ha rivolto, cercando di alzare il mio mento per incrociare il mio sguardo. Ecco quella domanda che tanto speravo nessuno mi rivolgesse. Sono stanca... emotivamente e fisicamente adesso... il mio aspetto è cambiato dall'ultima volta che ci siamo visti... non tocco quasi più cibo, dormo pochissimo... l'unica nota positiva è la mia pelle leggermente abbronzata grazie a tutti i pomeriggi passati su quello scoglio a pensare a noi. Ma nonostante questo e nonostante il trucco, non ci vuole molto a capire il mio stato d'animo.
Non riesco, ancora più dopo questa domanda, a frenare le grosse lacrime che i miei occhi e il mio cuore lasciavano uscire.

<Che ci fai qui?> ignoro la sua domanda e gli pongo lo stesso interrogativo che gli ho scritto nel biglietto poche ore fa.

<Mantengo le promesse!> mi dice, però noto che è preoccupato <Ti avevo detto che ci sarei stato! Infatti sono qui! Sei stata bravissima sta sera!> spiega...

Sono davvero basita dal suo comportamento, le sue parole arrivano come a rilento al mio cervello, come se fosse incapace in quel momento di elaborarle.
È vero... mi aveva detto che si sarebbe stato, che da allora c'era lui... proprio davanti a questo locale settimane prima, quando ero venuta per il colloquio... il nostro primo appuntamento.
A quelle parole mi sento ancora piu in colpa... non meritava il mio completo silenzio... nel mio sentirmi donna mi sono comportata invece come una bambina, da completa immatura.
Ho lasciato vincere per l'ennesima volta le mie paure... rendendomi incapace di trovare altre soluzioni.

<Mi dispiace!> sussurro fra le lacrime... in questo momento sento venir meno ogni energia.
Vedo il suo sguardo farsi duro rispetto a come mi guardava prima, forse non voleva arrivare così velocemente al punto.
<Ne parliamo dopo... da quando non mangi? Sei pallidissima!> dice, una sua mano sulla mia guancia a toccare quegli zigomi scavati che prima non avevo, ha un tono pieno di rimprovero e preoccupazione ma decisamente una nota dolce c'è.
Mi limito ad alzare le spalle, oramai ho perso il conto, ho saltato cosi tanti pasti.
Lo vedo sfilare le chiavi della mia auto dalle mie mani, non oppongo nemmeno resistenza, non ne ho la forza, queste ultime lacrime ne hanno assorbito l'ultima goccia.

<Sistemo la tua auto e ti porto a mangiare qualcosa, poi credo tu abbia davvero bisogno di riposare!> percepisco un tono duro, ma i suoi occhi lo tradiscono, sono caldi, l'opposto della sua fredda voce... mi limito ad annuire e lo vedo scendere, parcheggia la mia auto e lo vedo ritornare con il mio zainetto in mano.
<Credevo potesse servirti!> si scusa... lo ringrazio e poi in silenzio arriviamo davanti un bar poco distante... mi aiuta a scendere ed entriamo mentre sento ancora le sue mani sul mio fianco.
Prendiamo posto da soli, il bar è deserto, sono da poco passate le 6... giusto qualche vecchietto mattiniero.
Si avvicina al piano dove un solo barista si occupa di tutto, e ordina la nostra diciamo 'colazione'...
Lo vedo tornare con una quantità esagerata di cibo...
Vedo due cornetti, un cappuccio e un succo, diversi pasticcini e una fetta di crostata alla frutta.
<Prendi quello che preferisci!> mi incita...
Sento tanta stanchezza, ma ho ben poca voglia di mangiare... prendo giusto un pasticcino piccolo.
La sua mano sulla mia, sento di nuovo quella scossa che sentivo nei nostri primi incontri, e la sente di certo anche lui...
Ha un tono supplichevole stavolta, come se fosse davvero preoccupato <Ti prego, mangia!>...

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