45. Crying

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«Dimmi pure, mamma.» dico cercando di mantenere la calma.

«Ecco... dovevo dirti una cosa davvero importante... solo che non la ricordo.» risponde mettendosi la mano sulla fronte.

«Sarà la botta in testa che ti sei presa, quando ti passerà completamente ti ricorderai.» la rassicuro.

«Ma io devo ricordarmi...era un'informazione che ti sarebbe stata utile... perché cavolo non me la ricordo?» sbuffa.

«Ora pensa a riposarti. Poi ne riparliamo.» le bacio la fronte e lascio la stanza.
L'infermiera di prima mi viene incontro.
«Allora? Come l'hai trovata?» mi chiede con il solito sorriso.

«Bene dai...doveva dirmi una cosa ma ad un certo punto se l'è scordata.» sorrido e insieme ridacchiamo.

«D'ora in poi per circa una settimana è probabile che dirà cose assurde che non stanno né in cielo né in terra, quindi cerca di assecondarla.» dice mentre mi riaccompagna nella mia stanza.

«Va bene, grazie del consiglio. Posso fare una chiamata?» le chiedo.

«Certo. L'importante è che tu ti metta a letto! Ti lascio sola, se hai bisogno di qualcosa clicca quel pulsante e io arrivo subito.»

Annuisco e, appena esce, prendo il mio telefono che è appoggiato sul tavolo accanto a me da quando mi sono svegliata.

Sento qualcosa di strano quando lo prendo in mano, non so neanche descrivere la mia sensazione quando lo tocco.
Ho 10 chiamate perse da Alessia, la richiamo subito.

«ALICEEE!» risponde quasi subito.

«Ciao Ale! Sono viva!» ridacchio ma a lei sembra non fare ridere.

«Alice, ti rendi conto di quanto io e tutti gli altri ci siamo preoccupati per te? Cos'è successo?» sbraita e sento la sua agitazione nel suo respiro irregolare.

«Ricordo che una donna mi ha rapito, ma non so chi sia...sono stata "prigioniera" per una settimana...poi ricordo un ragazzo e nient'altro.»

Lei non sembra soddisfatta della mia spiegazione.

«Tutto ciò lo sapevo già, Sophia me l'ha detto quando mi ha avvertito che stavi bene, solo speravo che tu potessi dirmi di più.»

«No no, quello che so l'ho detto.» sospiro.

«Mi ha detto anche di Benjamin e di tutte le cose strane sul suo conto.»

Io alzo gli occhi al cielo.

«Immaginavo, ma non voglio parlarne.»

«D'accordo. Ah, ci sono un po' di novità.» dice con voce spezzata.

«Ovvero?» chiedo iniziando a sudare freddo.

«Johanna è mancata qualche giorno fa. Meningite. Sono a pezzi, Sofi.» mi spiega con il magone.

«COSA? Johanna...quella Johanna? La mamma di Louis? Non è possibile, no...»

«Sì» riesce a dire mentre piange.

«Oh no...» anch'io inizio a piangere «ma non è giusto, quei ragazzi non se lo meritano, era una donna così speciale...» singhiozzo mentre Alessia continua a piangere.

«Già, e non è finita qui. Harry ha lasciato la Modest settimane fa, solo che si dice che a Niall, Liam e Louis, che come lui dovevano lasciarla, abbiano modificato il contratto per evitare che lascino la band. Quindi, ora come ora, Harry ha lasciato la band, Alice.»

Dopo quelle parole mi si annebbia la vista, è la fine.
Come può essere successo tutto questo in così poco tempo.
Le lacrime mi scendono sempre più in fretta e non so se piangere di più per Johanna o per Harry.

Behind a screen HSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora