Capitolo 1: Lara

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Tutte le mie giornate erano uguali. Mi alzavo, facevo colazione con un caffè bollente e dei biscotti, poi mi infilavo qualcosa di comodo ed uscivo, per andare a correre. Qualsiasi tempo facesse: sole, pioggia, neve o grandine. Non potevo farne a meno.
Percorrevo il perimetro intorno alla città vecchia, ammirando le bellezze dei resti che testimoniavano il suo risalimento al medioevo e poi tornavo a casa, sudata e soddisfatta.
Facevo una doccia e poi mi mettevo al computer per controllare se c'era qualche offerta di lavoro che mi interessasse. Ero molto selettiva perché, a ventiquattro anni, abitavo ancora con i miei genitori e ce la passavamo piuttosto bene, quindi non avevo davvero la necessità di lavorare. Anche mia sorella minore, Silvia, che frequentava il terzo anno di superiori, era consapevole della cosa e quindi arrivava a casa ogni settimana con una richiesta nuova: una borsa, un capo firmato, un concerto dall'altra parte d'Italia. Sebbene fosse ancora minorenne, i miei genitori erano molto permissivi con lei. Il fatto era che la nostra famiglia era sempre stata un po' particolare.
Il nostro patrimonio aveva due provenienze. Inizialmente i soldi erano stati portati in famiglia da papà, che era l'erede di un'azienda prestigiosa. Unico erede.
Poi, mamma, che aveva da sempre sognato di fare la scrittrice, aveva cominciato a pubblicare dei libri, finanziata dai soldi del marito. La serie di romanzi aveva riscosso talmente tanto successo che ne avevano tratto una fiction.
Anche questo aveva fatto sì che la nostra famiglia si arricchisse ulteriormente.
Avevamo molti soldi, una villa antica nella città vecchia, con un giardino enorme che ospitava molte statue che i musei e i collezionisti d'arte ci invidiavano; ma non è tutto oro ciò che luccica, anche se io all'inizio non lo capivo.
Quando ero piccola, mi era capitato spesso di trovare mamma che piangeva, apparentemente senza motivo.
Se le chiedevo cosa ci fosse che non andava, lei mi rispondeva che le mancava papà, il quale passava troppo tempo al lavoro.
Crescendo avevo capito che lui la tradiva e anche mamma aveva compreso una cosa: non valeva la pena starsene con le mani in mano.
Era una bella donna, con dei bellissimi boccoli biondi e degli occhi azzurri che la facevano assomigliare ad un angelo e lei lo sapeva.
Per questo le sarebbe stato molto facile rendere pan per focaccia a papà, se solo l'avesse voluto. E così aveva fatto.
Entrambi avevano cominciato a vivere vite separate, tenendo buone me e mia sorella, facendoci regali, in una silenziosa gara a chi ci donava il più costoso.
Io e Silvia ci eravamo abituate e ci approfittavamo della situazione, viziate ed egoiste fino al midollo.
Questo però, che eravamo viziate ed egoiste fino al midollo, non lo avevo mai realizzato. Fino al momento in cui accadde qualcosa che cambiò tutto per sempre.
Si dice che le disgrazie non arrivano mai da sole.

Era un weekend di fine luglio e io mi trovavo nella nostra villa al mare in Sardegna, con un ragazzo che frequentavo da poco. A furia di assistere alle scappatelle dei miei genitori, non avevo idea di cosa significasse l'amore e l'impegno verso un'altra persona. Non avevo mai imparato a prendermi cura di qualcuno che non fossi io stessa.
Avevo ricevuto una telefonata da mia sorella Silvia, era agitatissima. Mamma aveva avuto un incidente in moto, insieme al suo attuale fidanzato, poco più che ventenne, e si trovava all'ospedale in condizioni gravissime.
Mi ero precipitata a casa e vi avevo trovato papà in lacrime. Allora la amava, dopotutto, mi ero detta. Lui però mi aveva comunicato che l'azienda aveva dovuto dichiarare fallimento e avevamo perso tutto. Poi aggiunse che mamma era morta un'ora prima.
«Almeno tireremo avanti per un po' con i soldi dei suoi libri. Quelli che non si è bruciata quando era viva.»
Ero scoppiata in lacrime, al pensiero che mia madre non c'era più.
Piansi anche perché i miei genitori non si erano mai amati e ne avevo la prova davanti agli occhi.

                                                                                               *

Quel che non riesco a vedereDonde viven las historias. Descúbrelo ahora