18. Terror has made me cruel

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Avevo saltato la cena, non avevo proprio voglia di scendere.
Cedric era andato a prendere qualcosa dalla Sala Grande e mi aveva tenuto compagnia per tutta la serata.
«Io amo questo dolce! Non so come farei se non ci fosse» disse venerando gli Shortcake.
«Sicuramente saresti più magro» dissi scherzando. Lui fece una finta faccia offesa. Scherzi a parte, Cedric aveva un fisico perfetto.
«Magari lo divento anche se continui a fissarmi così, sai mi stai consumando» mi riscossi dai miei pensieri e gli diedi un leggero schiaffo sul braccio.
Erano le 22.55 il coprifuoco ci sarebbe stato tra cinque minuti e non volevo che Cedric finisse nei guai per colpa mia.
«È quasi ora del coprifuoco... ti conviene andare» gli sorrisi.
«Pensi di andare da Malfoy?»
«Non ne ho idea» sospirai.
«So che farai la cosa giusta» mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò.

La tentazione era troppo grande per mancare. Uscii dal dormitorio cercando di fare meno rumore possibile.
Al terzo piano c'erano tutti i prefetti che si discutevano i piani per la ronda.
Aspettai qualche istante che si disperdessero e poi ricominciai a camminare.
Mi sentii prendere per il braccio e fare qualche passo di lato.
«Sapevo che saresti andata» Zabini.
«Ti conviene sbrigarti. Non ti preoccupare ti copro io» continuò.
«Grazie» gli dissi e corsi verso la torre di astronomia.

Trovai Draco che guardava fuori dalla finestra mentre teneva una sigaretta tra le dita.
«Da quando fumi?» gli dissi appoggiandomi alla parete vicino alle scale.
«Da un po'» disse prendendo un'altra boccata.
Rimasi a fissarlo mentre si portava la sigaretta alla bocca. Alla luce della luna era ancora più perfetto. Fanculo a me e alla mia mancata forza di volontà.
Buttò la sigaretta fuori e mi rivolse tutta la sua attenzione.
«Credevo che non saresti venuta» disse.
«Ti sbagliavi. Ora dimmi quello che dovevi dirmi e facciamola finita.» risposi mentre lui si avvicinava.
«Quanta freddezza» disse avvicinandosi pericolosamente.
Mi guardò un secondo prima di cercare di baciarmi.
«Malfoy...» lo fermai.
Tirò un sospiro e si allontanò annuendo sconfitto.
«Va bene. Vuoi sapere perché l'ho fatto?» disse alzandosi la manica sinistra «Perché se non l'avessi fatto mi avrebbe ucciso. Avrebbe ucciso la mia famiglia. Avrebbe ucciso tutti quanti! Non dirmi che tu non avresti fatto lo stesso»
«Qui non stiamo parlando di me!» sbottai.
Non so che avrei fatto io se mi fossi trovata in quella situazione, ma confidavo nel fatto che ci sarebbe potuta essere un'altra scelta.
«Non volevo che qualcuno morisse a causa mia»
Cosa potevo dirgli? "Hai sbagliato a non far morire della gente"? Sotto quel punto di vista aveva ragione.
Abbassai lo sguardo.
«Avresti potuto morire tu, a causa mia. Il Signore Oscuro sa tutto. Non potevo rischiare» disse alzandomi il mento con le dita obbligandomi a guardarlo.
«Di qualcosa ti prego» mi sussurrò a un centimetro dalle mie labbra.
«Non ho niente da dirti» dissi.
Feci per andarmene ma lui mi prese per un braccio e fece scontrare le nostre labbra.

Cercai di resistere il più possibile rimanendo immobile.
«Ti prego» sussurrò ancora con voce rotta. Non potevo dargliela subito vinta. Non potevo.
Mi allontanai da lui e lo guardai mentre si asciugava velocemente le lievi lacrime che gli erano scese sulle guance.
«Scusa ma non ce la faccio» gli dissi e scesi di corsa le scale della torre e corsi nel castello piangendo. Vederlo in quello stato era stato come essere trafitta al cuore. Se l'era cercata. Non potevo fare altrimenti. Eppure a soffrirci ero io.
Scappai in camera e mi buttai sul letto senza nemmeno cambiarmi e affondai la testa nel cuscino e mi lasciai andare ad un pianto disperato.
Dopo mezz'ora buona riuscii finalmente ad addormentarmi.

«Perché è così difficile?» sussurrai tra me e me girandomi sulla schiena.
«Non deve esserlo per forza» sentii sussurrare dall'ombra. Mi alzai di scatto dal letto e avanzai verso l'angolo dal quale proveniva la voce.
«Chi sei?» chiesi.
Il ragazzo si girò. Era alto con i capelli biondi non troppo lunghi e ondulati e la pelle chiara. Aveva gli occhi di un blu intenso.
«Mi chiamo Gallert Grindelwald» disse il ragazzo.
«Sono un amico di Draco» continuò. Non mi sorprende.
«Non ho potuto fare a meno di notare la tua frustrazione, prima. Sei interessata ad un offerta?»
«Sentiamo» dissi secca incrociando le braccia.
«Vieni con me»
«Cosa?» risposi con tono un po' troppo acuto.
«Hai sentito. So che non mi conosci e che non ti fidi di me, però se verrai con me tutte le tue sofferenze spariranno. Devi solo darmi la mano» disse porgendomi la mano destra. Avrei voluto non soffrire più ma non sarei mai andata con uno sconosciuto. Avrebbe potuto uccidermi. Forse ero troppo paranoica, ma in questo mondo non si può mai sapere.
«No grazie» dissi scansandogli la mano.
«Se ti giurassi, magicamente ovvio, che non ho alcuna intenzione di ucciderti verresti con me?»
«Forse»
Lui fece un mezzo sorriso e mi porse di nuovo la mano. Iniziai a tendere lentamente il braccio quando un rumore acutissimo mi rimbombò nelle orecchie.

You Can't Turn Back|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora