10. Sweet Revenge

13.8K 620 99
                                    

Dolce vendetta

Hermione mi consegnò un galeone incantato, che aveva usato anche l'anno precedente, poi si diresse verso la Sala Grande.
Ero nascosta nell'ombra dietro a una colonna vicino all'ingresso della sala comune dei Serpeverde e aspettavo che tutti si riunissero per cenare. Pansy Parkinson e Astoria Greengrass discutevano animatamente di quello che sarebbe successo quella notte. Non sapevo perché sentirle parlare in quel modo mi desse tanto fastidio.
Uscirono anche loro e finalmente ricevetti il via libera da Hermione. Il piano consisteva nel trovare l'antidoto nella stanza del Serpeverde, aspettare che Zabini mettesse il Veritaserum prelevato da Hermione nel bicchiere di Malfoy e attendere che quest'ultimo facesse il suo ingresso teatrale. La porta si aprì con un lievissimo scricchiolio e mi presentò la visione della stanza perfettamente in ordine come sempre, le morbide coperte smeraldo lisce e accoglienti, il divanetto accanto alla finestra illuminato da una flebile luce lunare, i libri in ordine sullo scaffale e la bottiglia di Whiskey Incendiario poggiata sul tavolino.
Nella penombra c'era l'antidoto azzurro della pozione, ne bevvi una parte, freddo come il ghiaccio, e me lo misi in tasca. Il galeone prese a vibrare mostrandomi il messaggio di Hermione:
"Sta arrivando" comparve in lettere dorate. Avrei fatto provare a Malfoy la stessa sensazione che avevo provato io quando ero stata costretta a rispondere sinceramente a tutte le sue domande. Era una sensazione orribile ed era una cosa estremamente rischiosa, non per gli effetti della pozione in se, ma il rischio di fare una domanda la cui risposta avrebbe fatto crollare un immaginario castello di carte. E ne ero pienamente consapevole, e determinata ad andare avanti.
La porta si aprì e si richiuse furiosamente.
«Come ti senti?» gli chiesi girandomi verso di lui.
«Arrabbiato ma sorpreso» disse poi abbassando lo sguardo.
«Sorpreso?»
«Sì, sorpreso. Saresti una perfetta Serpeverde» quelle parole mi fecero strabuzzare gli occhi. Io una Serpeverde? Cioè no. Oppure... Erano questo tipo di pensieri che avevano fatto confondere il cappello parlante allo smistamento? Mi imposi di rimanere concentrata e non farmi confondere da quel furetto.
Decisi di fargli un'altra domanda, sapevo che costringerlo a parlare dei suoi sentimenti, qualsiasi essi fossero, sarebbe stato frustrante per lui.
«Cosa hai provato oggi, quando sono svenuta?»
«Paura» Draco Malfoy spaventato, non lo avrei mai detto. Consideravo quella piccola confessione comunque molto più di quello che mi sarei mai aspettata di ricevere da lui in tutta la vita, anche se detta sotto costrizione.
«Perché?» chiesi seria.
«Perché a te ci tengo...» disse a denti stretti, poi tirò un sospiro e si arrese.
Cominciai a girargli intorno, leggermente soddisfatta.
«Ripetilo» dissi con un piccolo sorriso in viso, che venne soffocato subito dalle sue labbra sulle mie. Era un bacio lento e dolce. Gli passai le mani tra i capelli albini, tirandoli leggermente e facendolo gemere sulle mie labbra, mentre lui mi accarezzava dolcemente i fianchi e la schiena.
Era quel genere di bacio in grado di rallentare il tempo e di farti accelerare il battito cardiaco in un modo innaturale, soprattutto se dato da lui. Mi imposi lucidità.
«Draco...» riuscii a dire tra un bacio e l'altro.
«Adoro quando dici il mio nome» mormorò lui con voce irresistibilmente roca. Il mio cervello era completamente andato. I baci diventavano man mano più travolgenti e passionali e trattenersi, da parte di tutti e due, era diventato impossibile. Indietreggiammo verso il letto, ansimanti. Si sedette e mi fece mettere a cavalcioni su di lui; sentivo il suo membro premere contro di me, cosa che mi fece accaldare terribilmente.
Invertì le posizioni facendomi sdraiare sotto di lui, poi si accostò al mio orecchio «Ti va se continuiamo da dove abbiamo interrotto oggi?» il mio cuore saltò un battito; ero incapace di formulare una qualsiasi risposta verbale, avevo la gola terribile secca per la millesima volta in tutta la giornata. Iniziò ad accarezzarmi la pancia, scendendo sempre di più, fermandosi alla mia entrata.
«Dimmi che lo vuoi» disse baciandomi lentamente il collo e poi la mandibola.
Proprio in quel momento bussarono all porta. Imprecai mentalmente. Nell'enfasi del momento non mi accorsi che il galeone aveva vibrato più di una volta: "Tuo fratello se ne è andato"
"E anche la Parkinson"
"E la Greengrass e Zabini"
Insomma tutte le persone che in quel momento desideravo si trovassero su un altro pianeta.
«Chiunque sia giuro che lo ammazzo» disse Malfoy alzandosi.
Draco aprì la porta e un affannato Blaise Zabini entrò «Amico, la Greengrass sta per farti una scenata delle sue, oh ciao Daphne» disse leggermente imbarazzato.
«Non mi importa» disse Malfoy con un alzata di spalle.
«Dovrebbe, a tutti e due.» disse facendo scorrere il dito da Malfoy a me. «La gelosia rende intelligenti, sapete? Appena te ne sei andato ha guardato verso il tavolo dei Grifondoro e ha notato che Daphne non c'era, deve aver fatto due più due. Ed è impazzita» trattenni una risata. Come facevano le ragazze ad impazzire per così poco? Voglio dire, Malfoy era una persona come un'altra, cosa c'era di speciale?
"La cena è finita"
Per quanto mi dispiacesse, dovevo andare.
«Ragazzi io devo andare» dissi depositando un lungo bacio sulla guancia di Malfloy, che all'inizio sembrava perplesso ma poi si rilassò, riprendendomi per i fianchi e lasciandomi un tenero bacio a stampo, il tutto accompagnato dai commenti perversi di Zabini.

Il castello era deserto, non volava una mosca e raggiungere il dormitorio dei Grifondoro fu più veloce del solito. Appena entrai Hermione mi corse incontro e mi tempestò di domande mentre mi conduceva al dormitorio femminile.
«Ragazze scusate se vi interrompo, Daphne puoi venire un attimo?» mi disse Harley. Tutto questo cambiare di dormitori mi stava facendo girare la testa. Ora eravamo nel dormitorio maschile, se mi fossi dovuta alzare un'altra volta giuro che sarei svenuta seduta stante. Mi stesi accanto a lui sul letto a baldacchino, poggiandogli la testa sul petto e cingendogli la vita con le braccia.
«Sei stanca?» mi chiese accarezzandomi i capelli.
«Un sacco» dissi sbadigliando ripetutamente. Mi mancava stare abbracciata a lui, senza litigare, in pace con me stessa.
«Daphne io ti amo più della mia stessa vita, lo sai questo vero?» alzai la testa per incrociare i suoi occhi azzurri «Lo so Harley, lo so»
Mi lasciò un bacio leggero sulla fronte. Inspirai il suo profumo forte e deciso e abbassai lentamente le palpebre. Nessuno dei due disse più nulla, non c'è n'era bisogno. Tutti e due avevamo bisogno immancabilmente l'uno dell'altra, dovevamo farci forza in questi momenti. Sapevo che mi nascondeva qualcosa, lo conoscevo troppo bene, ma lasciai stare. A tempo debito me lo avrebbe detto, non mi sembrava giusto forzarlo anche se volevo terribilmente saperlo.
Dopo pochi minuti il suo respiro si fece regolare e poco dopo mi addormentai anche io.

You Can't Turn Back|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora