23 ~ INNOCENZA INFANGATA ~

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"You want a war, you don't know what you're asking for."

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Lex si svegliò di soprassalto quando si ritrovò per l'ennesima volta il corpo esanime di suo fratello tra le braccia. Sembrava più realistico adesso che si sentiva costretto a raccontare a Shane ciò che provava ogni notte che viveva coi suoi incubi. Avvertiva la stanchezza come se avesse combattuto una battaglia per giorni senza sosta.

—"Hai dormito quattordici ore di fila, come ti senti?" Domandò una voce dall'altro lato della stanza. L'angelo nero richiuse gli occhi sentendosi tremendamente afflitto da quell'opprimente senso di colpa che aveva nei confronti del compagno.

—"Come al solito." Rispose parlando a labbra strette e con la voce rauca per il sonno. Preferiva effettivamente chiudere lì la conversazione e riaddormentarsi, ma l'angelo bianco non pareva essere della stessa opinione. Difatti si avvicinò sfiorando con la mano destra la spessa fasciatura macchiata di vermiglio sul busto.

—"Dobbiamo cambiarla, è intrisa di sangue."— annotò Shane con il tono urgente che aveva quando era preoccupato. —"Non è una cosa brutta comunque, significa che qui le arterie sono state danneggiate meno." cercò di spiegargli, probabilmente si sentiva in colpa e in dovere di parlare. Imbecille, sarebbe stato meglio se si fosse chiuso la bocca una volta buona.

—"Non ho bisogno di un'analisi medica da te." Rispose freddamente tenendo gli occhi chiusi. In realtà sapeva che il compagno stesse facendo di tutto pur di riscattarsi e restare lì, ma il ribelle ormai l'aveva messo con le spalle al muro, in un modo o nell'altro Shane sarebbe andato via lo stesso.

—"Alzati Lex, cambiamo le fasciature."— Sospirò il biondo e gli porse la mano. L'angelo nero scansò il braccio del compagno e issò la schiena dai cuscini del divano, reprimendo una smorfia a causa del dolore all'addome. Il braccio destro, al contrario, gli bruciava a stento, probabilmente parte delle terminazioni nervose dovevano essersi polverizzate... —"Gli altri dormono, quindi per evitare di fare troppo rumore ho sistemato tutto il materiale per le medicazioni nel bagno di là." Disse Shane accennando a sinistra con la mano. Lex fece forza sul braccio sinistro e si alzò dal divano ignorando il compagno e dirigendosi verso la stanzetta indicatagli. Sentì subito dopo i passi dell'Angelo bianco che lo raggiungevano. Il ribelle si sedette sul bordo della vasca da bagno e appoggiò la testa al muro freddo, i capogiri non gli lasciavano un attimo di pace, eppure si sentiva come sempre, nulla di più e nulla di meno. Shane si avvicinò in silenzio sfiorando con le dita sottili il fianco del riccio e slegando la fascia, sciogliendola girando le mani attorno al busto del ribelle almeno una decina di volte, finché le dita pallide non arrivarono a toccare la pelle del suo addome. Lex avvertiva pienamente che il compagno si sentisse in soggezione in quella situazione dove la quiete forzata che si era stabilità rendeva impossibile essere a proprio agio.

—"Allora cosa vuoi che ti dica per fartene andare da qui?"— Domandò d'un tratto Lex mentre Shane armeggiava con degli unguenti dal colore verdognolo. A quelle parole scarne e dirette del ribelle all'angelo bianco presero a tremare le mani, tanto che dovette abbandonare il contenitore con il medicinale sul marmo del lavello. Poggiò le mani sullo stesso ripiano e rivolse i suoi occhi azzurri al pavimento, forse indeciso su cosa rispondere. Lex avvertiva dai pensieri del compagno che si stava già pentendo di aver fatto quella proposta, eppure il ribelle non era intenzionato a cedere e lo avrebbe costretto a tornare in patria, a qualsiasi prezzo, tanto ormai la sua vita tanto preziosa non lo era più. Qualsiasi fosse stata la profezia, a quel punto probabilmente doveva essersi auto-annullata per la brutta piega che avevano preso gli eventi, pensò, davvero convinto che le cose stessero così, e ignaro del fatto che la profezia aveva previsto anche quello. —"Hei biondino, guarda che ce l'ho con te." Lex cercò di catturare nuovamente la sua attenzione, con la mano sinistra lo afferrò per il maglioncino che indossava e lo strattonò fino a portarselo più vicino a sé in modo che lo guardasse negli occhi. Quelle torbidi iridi bluastre però riuscirono solo a infondergli un disordinato insieme di emozioni che sconvolsero per un istante la sua solita fermezza.

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