Parte 1 | Jules

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PENFRIENDS
CAPITOLO 1 :
felice anno nuovo, Jules.

JULES POV
TRATTO DA UNA STORIA VERA
Hope you enjoy, xoxo [R]

Le gocce di pioggia sulla finestra scivolano leggere sul vetro, quasi facessero una gara. Il freddo mi congela il naso e tutte le parti del corpo che invano cerco di coprire. Sciarpa dei Grifondoro al collo e guanti di lana candida che stringono una calda tazza di cioccolata, auricolari alle orecchie, Mp3 acceso e 'Titanium' di Sia sono tutto ciò di cui ho bisogno per superare la noia delle fredde giornate invernali milanesi. Questa canzone ha segnato la mia adolescenza, mi ha salvata.
"Gridi ad alta voce
Ma non riesco a sentire una parola di quel che dici
Sto parlando ad alta voce, senza dire molto
Sono criticata ma tutti i tuoi proiettili rimbalzano
Mi hai sparato ma io mi rialzo

Sono a prova di proiettile, non ho niente da perdere
spara, spara
Mi hai sparato ma non cadrò
Io sono di titanio "

È il 31 Dicembre, un giorno come gli altri per me, Capodanno per gli altri. I ragazzi della mia età sono fuori a divertirsi, li sento urlare, sotto la pioggia, ubriachi, mentre io rimango qui da sola in camera mia. Quando la mezzanotte scocca e il conto alla rovescia termina sento le bottiglie di champagne stapparsi e la mia famiglia farsi gli auguri. Dovrei scendere penso.
Metto le calze e scendo dalle scale di legno fino ad arrivare al pian terreno dove la mia famiglia sta festeggiando, senza di me. Appena mi vedono i sorrisi spariscono dalle loro facce e cala un silenzio tombale, tutto tace, e mi maledico per aver preso la decisione di scendere.
Auguri Jules, felice anno nuovo.

Istantaneamente tutti gli occhi e gli sguardi vengono puntati su di me: vanno dall'alto verso il basso come in un metal detector ma trapassano il mio esile corpo come mille coltelli.
Mi guardo intorno in cerca di una via di fuga, ma sono circondata da eleganti uomini d'affari in giacca e cravatta
-amici del compagno di mia madre- rigorosamente accompagnati da bionde magre e alte donne, tutte uguali, mentre mi giudicano, cercando di sfoderare il loro sorriso più finto.
Maschere, tutto ciò di cui un essere umano necessita in questo mondo. Le prendono insieme alla borsetta prima di uscire dalla porta di casa e le ripongono sul comodino solo prima di dormire.
Cercano di non fare brutta figura con mia madre augurandomi un felice anno nuovo, ma io so che non lo sarà mai.
Pessimista,
Depressa,
Frustrata,
Fallita,
Associale,
Questi sono gli aggettivi associati alla mia persona e personalità, ma questo è ciò che dice chi non mi conosce; il problema è che non penso ci sia veramente qualcuno che mi conosca per quello che sono. Potrai vedere una persona un miliardo di volte, potrai farti un'impressione su di lei, al giorno d'oggi magari darai un giudizio su di lei, ma non la conoscerai mai.
Ognuno di noi dovrebbe pensare a ciò che dice prima di fare uscire una frase dalla propria bocca: nell' "era dei social" tutti si sentono liberi di esprimere ogni pensiero che passa per il cervello; ciò inibisce ogni tipo di filtro, cosa che garantiva un minimo di civiltà.
Pensate prima di dire ad una ragazza che è depressa, o prima o poi lo diventerà davvero.

I miei calzini di lana non saranno mai all'altezza di quei loro tacchi vertiginosi, la mia sciarpa di Grifondoro non sarà mai all'altezza delle loro collane di diamanti, il mio pigiama a pois non sarà mai all'altezza dei loro capi firmati, è per questo che mia madre mi ha nascosta da loro.
-Abbiamo organizzato una cena questa sera Giulia, per gente di un certo livello, tu non sei inclusa ovviamente-
Queste parole dette da tua madre dovrebbero ferirti, se la considerassi ancora tale.
Profondamente imbarazzata ed umiliata, per l'ennesima volta, trovo un varco fra due manichini biondi e ritrovo la via per la mia soffitta dove mi trovavo indisturbata e in completa pace con me stessa. Le cuffie ritrovano la strada per le mie orecchie, l'Mp3 riparte e Sia ricomincia a cantare.
Passo la seguente mezz'ora sul computer sul mio sito preferito: Wattpad.
Apro, cerco, guardo, clicco, leggo, commento, e cosa più importante: scrivo.
Amo scrivere, persone possono conoscermi senza mai vedermi, possono giudicarmi, ma non lo faranno mai su qualcosa riguardante la mia vita, il mio passato, la mia personalità.
Scrivere e leggere sono diventate le uniche azioni che mi rendono libera, che fanno emergere la vera Jules, fiera di se e dei suoi lavori, che sono per lei come figli.
Terminata la revisione del mio ultimo componimento, il mio sguardo viene attirato dalla sezione dedicata alle nuove storie in tendenza. Una in particolare mi colpisce, fantasy, il mio genere preferito, composta da un capitolo che però ha già svariate visualizzazioni. È di @/robbrie
Che avrà di particolare? Mi chiedo.
Consapevole che i graditi ospiti al pianterreno non avrebbero mosso un passo verso la porta d'uscita prima di altre due ore, apro il fatidico primo capitolo, e lo assaporo in ogni minima sfaccettatura in poco tempo.
La trama è appassionante, fresca, una novità, non la solita fanfiction su una band di bad boys.
Al termine della narrazione tutta l'angoscia derivante dal piacevole incontro con gli ospiti è sparita e la mia anima ed il mio cervello hanno tirato un sospiro di sollievo.
Grazie @/robbrie.
Ma questo pensiero non può rimanere solo tale, deve essere espresso.
Un complimento è d'obbligo, voglio fare sapere all'autore che mi ha fatto sentire meglio, dopotutto è giusto no? Un complimento non fa mai male.
Mi fiondo nei commenti e leggo il seguito di utenti che come me hanno pensato di compiere la stessa azione. Ciò mi dà conforto, non sono l'unica, e mi dà coraggio: inizio a battere i tasti e tanti, troppi pensieri affiorano nella mia mente.
Al termine, noto che ciò che ho scritto non esprime totalmente e sufficientemente ciò che volevo comunicargli.
Devo scrivergli un messaggio privato.
Prima di recarmi nella sezione dedicata ai messaggi privati, mi divido in due: Giulia mi dice di evitare, non ne vale la pena, tanto ha già ricevuto tanti commenti positivi e non sarà certo il mio messaggio a fare la differenza; Jules invece mi dice di provarci, tentar non nuoce, in fin dei conti non si tratta altro che di un messaggio.
Jules è più convincente ed inizio a formulare il messaggio che darà inizio a questa, e ad un'altra storia:
"Ciao, sono Giulia, ma tutti mi chiamano Jules, ho appena finito la tua storia e ti stimo molto, sei riuscito a farmi dimenticare ciò che ho intorno, ma soprattutto mi rivedo molto nella tua storia, insomma, mi è piaciuta! Se ti va mi piacerebbe conoscerti, siamo molto simili".
Invio.
Mi prenderà per pazza, ne sono certa, ho esagerato, ne sono sicura, non mi risponderà, ho fatto una figuraccia, lo sapevo Giulia sai solo creare casini.

Il computer si spegne e con lui il mio cervello; le mie paranoie mi abbandonano per un'istante e mi addormento.
Felice anno nuovo, Jules.

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