18 ~ Notte di terrore

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Subito dopo aver messo giù, alza di nuovo lo sguardo e ci porge il foglio. <<Avete dei soldi con voi?>>

Annuisco e la ringrazio. Prima che ci possiamo allontanare, ci blocca ancora. <<Ho telefonato agli osti, dei miei conoscenti, vi stanno preparando le stanze e vi accoglieranno. Ho detto che siete dei forestieri, ho sbagliato?>>

<<No, va benissimo. La ringraziamo molto.>>

<<Buona fortuna.>>

Lasciamo il supermercato più speranzosi di prima e io porgo subito il foglio ai ragazzi che si cimentano nella lettura dei cartelli e delle strade per prendere quella corretta.

<<Lavinia si starà preoccupando.>> mi sussurra Elena, dietro di me, mentre iniziamo a camminare. Mi tiene per mano per avermi vicina dato che, costeggiando la strada, dobbiamo camminare in fila.

<<Appena saremo al sicuro nella camera dell'ostello la chiameremo e le diremo che siamo vivi. Adesso l'importante è assicurarci che stiamo bene.>>

Quando lancio uno sguardo ai due davanti a noi, noto che Chris si è stretto ancora di più il mio golfino sulle spalle e anche se gli da l'aria un po' ridicola so che ha bisogno di una coperta. Fa caldo ed è una notte d'estate ma girare per il bosco con i vestiti completamente bagnati da una sorgente gelata non deve essere il massimo.

Costeggiamo la strada come ci ha detto di fare la cassiera e dopo aver svoltato in una strada buia senza lampioni siamo arrivati ad un vicolo cieco. Lì c'è l'ostello, dietro di esso probabilmente un altro boschetto e un campo, comunque niente più edifici e niente più strada.

L'ostello, dall'esterno, si presenta come una piccola casa di campagna con le mura di cemento e un piccolo giardino non curato. Superiamo un piccolo cancelletto la cui chiusura è stata compromessa e dopo aver cigolato in maniera inquinante ci lascia la strada libera. Solo una luce è accesa ed è al piano inferiore, accanto alla porta d'ingresso. Camminiamo veloci per il viale arido, non c'è un filo d'erba curato, tutto selvatico. Quando siamo prossimi all'uscio, questo si apre presentandoci un paio di figure: sembrano una coppia sposata da molto tempo, entrambi con dei golf di lana sulle spalle e i capelli grigi.

La signora, più bassa dell'altro di almeno una spanna, ci sorride. <<Voi siete i forestieri?>>

<<Possiamo chiederle una stanza?>> chiede mio fratello, porgendole la mano da saluto.

Il signore, accanto a lei, ci accoglie. <<Posate tutto quello che avete all'ingresso e seguitemi.>> dice premuroso ma dopo esserci lanciati un'occhiata a vicenda –non abbiamo niente con noi se non le borse mia e di Elena che ci teniamo strette al fianco- lo seguiamo.

Arriviamo fino a quella che deve essere la cucina ma che hanno allestito come fosse una reception. Stefano chiede quattro letti, possibilmente nella stessa stanza o in due vicine e il pasto del giorno dopo; dopo che Elena si è avvicinata al suo orecchio, però, ha ritrattato con un aggiuntivo pasto, se possibile, per quella stessa sera.

<<Siete fortunati.>> mormora la signora seduta su una sedia a dondolo, mentre raccoglie della lana e comincia a cucire. <<Stavamo giusto per chiudere.>>

<<Non vorremmo disturbare.>> tento, timorosa che la quiete di questi due teneri, anche se leggermente inquietanti, signori sia stata compromessa. Non sento rumori provenire dal piano superiore per cui deduco che siamo gli unici a restare qui per questa notte.

<<Nessun disturbo>> sorride, facendo risaltare le rughe intorno alle labbra e intorno agli occhi piccoli e vispi. Il signore, nel frattempo, si è preso la nostra prenotazione e quindi non ci resta che pagare.

Dopo di te nessuno mai || 2Where stories live. Discover now