2ºCapitolo

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Anche il giorno dopo Alessia è passata al negozio e così anche quelli a seguire.
Un pomeriggio siamo scese insieme, doveva prendere una cosa a casa dei suoi e visto che ci trovavamo in zona siamo andate. Lei è salita in camera mentre io ho giustamente aspettato in cucina.
Mentre mi guardavo intorno mi sono ritrovata davanti una signora, alta e bionda.
«Alessia, cosa ci fai a casa?» chiede, ma in questa stanza ci sono solo io.
«Signora, io non sono Alessia, vostra figlia è al piano di sopra» spiego ed ecco che compare sua figlia.
«Mamma sono qui, lei è Deborah. La ragazza di cui ti ho parlato» dice mentre si avvicina a me.
Sua madre sbarra gli occhi e non riesce più a dire niente.
«Qualcosa non va?» sussurro ad Alessia che scrolla le spalle.
«Mamma? Che c'è?»
«Nulla tesoro, nulla» sorride appena «è un piacere conoscerti, Deborah. Io sono Marta, scusa se ti ho confusa con mia figlia, siete due gocce d'acqua.»
«Non si preoccupi signora, ultimamente ci capita spesso» sorrido cordiale «È un piacere anche per me conoscerla.»
«Dai Debby, andiamo. Altrimenti perdiamo tempo e poi devo correre al lavoro.»
«Andiamo» sorrido «Arrivederla signora.»
«Ciao tesoro.»
Usciamo di casa e ci incamminiamo di nuovo.
«Non avevo mai visto mia madre così turbata» ammette Alessia
«Non credo che capiti tutti i giorni vedere qualcuno uguale a tua figlia» sogghigno «Forse è questo.»
«È probabile.»

Passiamo tutto il pomeriggio insieme poi però dobbiamo separarci perché Ale deve iniziare il suo turno al ristorante. Il giorno dopo nemmeno ci saremmo viste, perché il fratello del suo ragazzo si sarebbe laureato.
Quando ci salutiamo le arriva un SMS.
«Mia madre, si sarà dimenticata di dirmi qualcosa. Ci passo dopo il turno.»

Da quella sera sono passate esattamente due settimane e di Alessia non ho più notizie. Non è passata più al negozio, non mi ha chiamata, quando provo a chiamarla fa partire la segreteria telefonica.
Ho pensato di passare a casa di sua madre per vedere se è li ma Megan me l'ha sconsigliato.
«Lascia stare Debby, davvero. Quando vorrà farsi viva sa dove e come trovarti» mi dice per l'ennesima volta quest'ultima.
«Lo so ma è strano. Perché evitarmi così quando ci stavamo vedendo tutti i giorni? Mi sono fidata, ci siamo confidate...» sbuffo.
«Lo so, ora sei delusa... Sai che facciamo? Stasera andiamo nel nostro solito posto e non pensiamo più a niente, tanto domani tu hai il giorno libero e puoi anche scolarti qualcosina» mi dà una gomitata scherzosa e non posso non sorridere.
«Sei la migliore» le dico per poi abbracciarla.
«Oh lo so, chiappe belle. Sei tu che vuoi sostituirmi» dice fingendo di essere seria.
«Nessuno potrebbe mai sostituirti, Chiappetta!»
«Oh lo spero, altrimenti te la vedrai con me» fa una faccia così buffa che non posso non ridere.
E infatti così facciamo.
Alle 22 mi passa a prendere e andiamo nel nostro solito locale in centro.
Ho messo un vestitino nero semplice con un paio di tacchi dello stesso colore, Megan ha optato invece per un top bianco e una gonna morbida.
Nel locale non c'è molta gente, o almeno non quanta ce n'è nel weekend quindi si sta bene.
Andiamo subito al bar per poter iniziare alla grande la serata.
«Belle signorine, cosa posso portarvi?» ci chiede il barman. Un ragazzone biondo, con occhi azzurri, alto, non troppo muscoloso e veramente simpatico.
«Due Mimosa, grazie» rispondo per entrambe.
«Arrivano subito» e pochi istanti dopo ce li porge.
«A noi» diciamo in coro io e la mia migliore amica, facciamo tintinnare i bicchieri e iniziamo a bere.

La musica a palla è coinvolgente e infatti cominciamo a ballare quasi senza rendercene conto.
Si avvicinano due ragazzi.
«Cosa ci fanno queste due principesse sole solette?» chiede quello che si affianca a Megan.
Moro, occhi verdi, fisico niente male.
«Cercate per caso compagnia?» chiede invece quello vicino a me con voce seducente mentre prende tra le dita una ciocca dei miei capelli. Rabbrividisco e guardo Megan che è divertita dalla mia espressione.
Castano, occhi azzurri, poco più basso dell'amico super alto, con una camicia bianca aderente che non lascia niente all'immaginazione.
Solo una parola. Wow.
Sarà che il drink sta facendo effetto ma questo ragazzo mi ha rapita. Non riesco a distogliere gli occhi da lui.
«Possiamo offrirvi un altro drink?» chiede poi guardandomi negli occhi e sorridendo divertito.
«Perché no» dico cercando di non mostrare il mio pseudo nervosismo.
«Scegliamo noi però» dice il moro.
«Va bene, scegliete voi» dice Megan e l'occhiataccia mi parte automatica.

L'altra metà di Me Donde viven las historias. Descúbrelo ahora